Albenga. È difficile pensare ad un dipinto come ad un oggetto dinamico e in movimento, ma in questo senso il Martirio di Santa Caterina d’Alessandria fa eccezione.
Commissionato a Roma intorno al 1605-1606 da Ottavio Costa, il quadro fu realizzato dal grande pittore bolognese Guido Reni per la chiesa di Sant’Alessandro in Conscente, frazione di Cisano sul Neva. Passato per motivi di sicurezza e conservazione nella collezione espositiva del Museo Diocesano, in questi anni il dipinto è stato richiesto per numerose mostre di rilevanza nazionale e internazionale: “Tesori d’Arte dei Musei Diocesani” presso Castel Sant’Angelo di Roma (1987), “Guido Reni 1575-1642” presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna (1988-1989), “Genova nell’età Barocca” presso Galleria Nazionale della Liguria – Palazzo Spinola di Pellicceria (1992), “The genius of Rome 1592-1623. Caravaggio, Annibale Carracci, Rubens” presso la Royal Academy of Arts di Londra (2001), “L’età di Rubens, dimore, committenti e collezionisti genovesi” presso Palazzo Ducale di Genova (2003), “Roma al tempo di Caravaggio” (2011-2012).
Infine, nel febbraio di quest’anno, il Martirio di Santa Caterina d’Alessandria è partito nuovamente alla volta di Roma dove è stato esposto presso la Galleria Borghese, nella mostra “Guido Reni a Roma. Il sacro e la natura”, terminata proprio pochi giorni fa.
Al suo rientro ad Albenga il quadro ha ritrovato il Museo Diocesano completamente riallestito in occasione di una altrettanto straordinaria e significativa mostra: “Onde Barocche. Capolavori diocesani tra 1600 e 1750”. Da lunedì 30 maggio è dunque possibile visitare l’esposizione presso l’antico palazzo vescovile e ritrovare la cosiddetta “isola romana”, sezione di opere riconducibili alla committenza Costa attiva sul mercato romano, completa di ogni sua opera. La mostra vuole infatti evocare, senza pretese di esaustività, la ricchezza del panorama artistico nel territorio della diocesi di Albenga-Imperia.
Ma il Martirio di Santa Caterina d’Alessandria non si fermerà a lungo ad Albenga: sono infatti in corso alcuni contatti con lo Staedel Museum di Francoforte sul Meno che probabilmente ospiterà la tela nel prossimo autunno per un’ampia mostra monografica, realizzata in stretta collaborazione con il Museo del Prado di Madrid.
Questi mesi estivi sono dunque un’occasione unica per poter visitare la mostra e ritrovarsi a dialogare con un capolavoro tanto importante e richiesto.
Suona dunque di grande attualità quanto scriveva Carlo Cesare Malvasia, nel XVII secolo, a proposito della biografia del Reni: “[…] non riputandosi compiuto quel museo, non riguardevole quella galeria che del gran Guido non possieda almeno un pezzo”.
Per informazioni sulla mostra “Onde Barocche. Capolavori diocesani tra 1600 e 1750” è possibile consultare il sito: www.museo.diocesidialbengaimperia.it e www.formaelucis.com