Savona. “Un dettagliato aggiornamento sulle odierne condizioni igieniche e di sicurezza dell’area del campo nomadi alla Fontanassa; quante famiglie ci vivono, i tempi con cui il Comune prevede di completare la definitiva allocazione e integrazione delle famiglie, tempi e modalità con i quali la giunta intende completare la sistemazione integrale della zona e renderla disponibile alle reali esigenze della città”. E’ il contenuto dell’interpellanza presentata dai consiglieri comunali Massimo Arecco e Renato Giusto in merito al campo nomadi di Savona.
Nell’aprile 2021 il consiglio comunale aveva approvato un nuovo regolamento, che ha abrogato il precedente adottato con deliberazione del consiglio comunale 11 del 26 marzo 2015.
“Quell’area deve essere trasformata in altro come il regolamento ha previsto”, ha ricordato il consigliere Arecco. “Questo lavoro non è condiviso da questa giunta. L’obiettivo è quello di porre soluzione ad alcune parti al regolamento perchè non mi pare abbia risolto i problemi”.
“L’elemento della legalità e della sicurezza è condiviso da tutti ma alla fine dell’anno rivedremo quello che non condividiamo. Da qui alla fine dell’anno troveremo soluzioni adeguate“, rassicura l’assessore al Welfare Riccardo Viaggi. E attacca l’operato della precedente giunta: “Non interverremo come lo scorso anno demandando ai dirigenti senza nessun rappresentante della giunta precedente presente allo sgombero. Questo lo ritengo politicamente un fatto grave”.
Il regolamento in vigore prevede che l’amministrazione comunale deve farsi carico di trovare una sistemazione alternativa ai residenti nell’area entro fine anno come previsto dall’art. 8 comma 3 del regolamento: “Il Comune di Savona si fa, altresì, carico di attivarsi costantemente per una diversa allocazione ed integrazione dei nuclei familiari, autorizzati al momentaneo utilizzo dell’area in questione, data anche la precarietà abitativa delle strutture mobili autorizzate, entro il 31 dicembre 2022, salvo eventuali proroghe, per obiettive difficoltà tecnico-amministrative o per altri gravi motivi, motivatamente deliberate dalla Giunta Comunale ed adottate con provvedimento sindacale“.
Un anno fa erano state sgomberate alcune famiglie alle quali il Comune aveva garantito alloggi alternativi. La decisione della giunta Caprioglio aveva suscitato le polemiche delle associazioni e della minoranza.
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