Pietra Ligure/Savona. Ha timbrato l’ultimo cartellino il 31 maggio scorso (in realtà andrà formalmente in pensione tra un mese) e nel farlo si era tolto qualche “scoglio” (non possiamo chiamarlo “sassolino”) dalle scarpe.
Lui è Marco Bertolotto, il medico che per anni ha diretto il centro di terapia del dolore e delle cure palliative dell’Asl 2. Un luminare della cannabis terapeutica conosciuto e apprezzato a livello nazionale ed europeo. La sua uscita di scena professionale dal centro savonese aveva fatto molto rumore.
Ai microfoni di IVG, infatti, Bertolotto aveva lanciato un duro attacco alla direzione sanitaria (lo abbiamo raccontato in questo articolo, leggilo qui).
“Questa è gente che non ci mette il cuore, e mentre noi che lavoriamo in ospedale ci mettiamo il cuore verso i pazienti e ciò che abbiamo costruito, questa è gente che passa di lì e non gliene frega niente”. Tutti riferimenti diretti alla dirigenza di Asl2. Insomma, Bertolotto non l’aveva toccata piano. Proprio quelle parole, pronunciate in un momento tanto emozionante quanto liberatorio, gli sono valse un deferimento al consiglio di disciplina: “Sinceramente sono sorpreso – spiega il medico savonese -, anche perché non mi aspettavo che l’amministrazione arrivasse al punto di pensare al deferimento a causa delle mie dichiarazioni. Ho parlato dei problemi esistenti in modo consapevole e non a caso oggi ne abbiamo conferma”.
ASCOLTA “LA TELEFONATA” CON IL DOTTOR BERTOLOTTO
Secondo Bertolotto, in particolare, “la dirigenza ha sottovalutato il problema da ogni punto di vista”. E il problema è il “vuoto” venutosi a creare dopo il suo pensionamento. Asl 2 sta lavorando alla riorganizzazione del reparto (le sedi sono due, una a Pietra Ligure e una a Savona), ma secondo Bertolotto le criticità maggiori riguardano il ruolo dei medici chiamati a sostituirlo: “Nessuno ha le competenze necessarie per prendere il mio posto – sostiene il medico – e la colpa è della dirigenza. Ho sempre dato la mia totale disponibilità a formare nuovi dottori sulla cannabis terapeutica, ma mi è sempre stata negata questa possibilità”.
E quella disponibilità Bertolotto continua darla ancora oggi, anche dopo l’inaspettato deferimento: “Io sono sempre a disposizione – conclude – perché lo meritano i pazienti, ma lo meritano anche i medici, che non devono essere mandati allo sbaraglio. Per imparare questo lavoro sono necessari tempi molto lunghi”.
Dal canto suo, Asl2 (che aveva già replicato al duro attacco di Bertolotto), attraverso le parole del direttore socio sanitario Monica Cirone, ha ribadito che il centro di terapia del dolore e delle cure palliative non chiuderà: “Stiamo riorganizzando il reparto e stiamo lavorando anche insieme alla Regione sulla nuova gestione e sul ruolo dei protocolli”, ha sottolineato Cirone.
Dopo il deferimento notificato dall’amministrazione a Bertolotto, è previsto un consiglio di disciplina.