Cairo Montenotte. “Un’ennesima beffa”, così il consigliere regionale del Pd Roberto Arboscello definisce la visita di oggi pomeriggio da parte del governatore Giovanni Toti a Cairo. L’oggetto dell’incontro, a cui prenderanno parte anche i dirigenti di Asl2 e il sindaco Paolo Lambertini, è la presentazione del progetto di ospedale di comunità (il primo della Liguria) che sorgerà al San Giuseppe.
Struttura che secondo Arboscello “di ospedale ha solo il nome” e “non risponde alle esigenze e necessità del territorio”, soprattutto per quanto riguarda il Punto di Primo Intervento che sarà trasformato “in un ambulatorio per gestire solo casi di bassa complessità”, come rimarcato pochi giorni fa dal segretario provinciale della Cgil Andrea Pasa e in una mozione del gruppo consigliare “Più Cairo”.
“Invece di ‘passerelle’ e di annunci di cose già note, i cittadini della Valbormida chiedono risposte sul tema dell’emergenza/urgenze – sottolinea Arboscello – E’ necessario l’intervento di Regione Liguria per dare seguito all’Ordine del Giorno da me proposto (approvato all’unanimità) per creare un accesso diretto dei mezzi di soccorso che trasportano i pazienti in urgenza dalla Valbormida all’ospedale San Paolo e ridurre i tempi di percorrenza, che ad oggi sono inaccettabili e non sufficienti per rispondere alle emergenze”.
“Cosa chiede il territorio – cittadini, associazioni, sindacati e amministratori (anche di centrodestra) – è chiaro ed è stata manifestato con oltre 3.000 persone poco meno di tre mesi fa: il San Giuseppe deve diventare ospedale di area disagiata, una scelta giustificata dall’orografia, il numero di abitanti e dalla critiche condizioni infrastrutturali nelle quali si trovano a vivere i cittadini valbormidesi”.
“Ho quindi predisposto richiesta formale all’Ufficio di Presidenza integrato affinché la pratica per chiedere il conferimento del titolo di ospedale di area disagiata per il San Giuseppe di Cairo – unica via per investire in servizi essenziali in risposta all’accesso e alla cura delle situazioni di urgenza – venga portata all’interno della Commissione I, per poi passare alla discussione in Consiglio nel più breve tempo possibile”, conclude il consigliere.
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