Cerimonia internazionale

“Viaggio della memoria”: a rappresentare Loano in visita ai campi di concentramento è la consigliera Francesca Munerol

Tre giorni a Mauthausen, Gusen ed Ebensee per ricordare tutti coloro che lì trovarono sofferenza, umiliazione e morte

Generico maggio 2022

Loano. Come ogni anno l’associazione nazionale ex-deportati ha organizzato il “Viaggio della Memoria”, tre giorni dedicati alla visita dei campi di concentramento di Mauthausen, Gusen ed Ebensee, con una cerimonia internazionale volta a ricordare tutti coloro che lì trovarono sofferenza, umiliazione e morte.

Tre giorni di raccoglimento e riflessione nei luoghi simbolo di uno dei capitoli peggiori della storia moderna, in cui odio e atrocità hanno preso il sopravvento su tutti i valori che il genere umano dovrebbe difendere.

Grazie a chi, sopravvissuto a tanto orrore, mantiene vivo il ricordo di quel genocidio anche con le proprie testimonianze, e grazie a coloro che sentono la responsabilità di non far mai calare il silenzio su tale tragedia, la memoria dell’Olocausto vigila sulle nostre coscienze, come un monito. Purtroppo non il primo genocidio, purtroppo non l’ultimo, ma una ferita ancora aperta che deve farci capire quanto siano fragili la libertà, l’uguaglianza, il rispetto, la tolleranza, e quanto forte debba essere il nostro impegno per difenderli.

“Non è la prima volta che partecipo al Viaggio della Memoria – dichiara la consigliera di Nuova Grande Loano Francesca Munerol –. Ed è sempre un momento intenso, un pugno allo stomaco. Incredulità per quanto l’Uomo possa essere feroce, per l’assurdità dell’idea di superiorità razziale, sgomento per l’esistenza stessa di una parola come “sterminio”.

“Quest’anno – prosegue – ho anche avuto l’onore, per il mio ruolo istituzionale, di rappresentare Loano in una circostanza così importante. Questo mi ha fatto sentire ancora più potente la responsabilità che ho non solo come essere umano, ma anche come parte delle istituzioni, nell’impegnarmi per avere un ruolo migliorativo nella società”.

Di seguito riportiamo il discorso fatto da Francesca Munerol:

Come ci ricordano questi posti, è un errore pensare che l’intolleranza, il pregiudizio e la persecuzione si possano limitare solo a quanto accaduto. In questi posti è stato sperimentato il male assoluto, certamente, ma inevitabilmente non si ferma qui, come dimostrano le pulizie etniche e religiose delle minoranze in diversi luoghi del mondo. Le istituzioni, di cui faccio parte, devono fare la loro parte. È una funzione indelegabile.

Vanno allora usate le parole giuste, bilanciate, accorte pubblicamente, perché la parola violenta può essere un’arma potentissima e fare disastri impensabili. Vanno celebrate le dovute ricorrenze, le dati significative di tutto questo male assoluto, affinché i ragazzi sappiamo e prendano coscienza e gli adulti ricordino d tramandino. Le istituzioni devono prendere sul serio i racconti della deportazione e farne occasione di discussione e di memoria. Come fatto per Aldo Marostica, loanese che ha vissuto tutto questo e che mi ha accompagnata per la prima volta in questo viaggio. Per mano, come un nonno con una nipote. Sono felice che oggi ci siano la figlia ed il genero, a cui va il mio affetto sincero di concittadina.

Tutta la mia gratitudine all’Aned Savona, che ha combattuto a fianco dei famigliari per ottenere che a Loano, vicino al monumento che ricorda i valori fondanti la nostra costituzione, ci sia la targa che ricorda Aldo. Il giorno della memoria è l’occasione per ricordare le vittime, restituire loro la vita che fu loro sottratta a partire dal nome, ma soprattutto per evidenziare la permanenza nella nostra società e nel nostro tempo di idee, atteggiamenti, comportamenti e progetti che ancora evidenziano pregiudizio e intolleranza. Diluiti nell’indistinto mare del web, incontriamo spesso queste presenze: la frequenza e i contesti nei quali appaiono possono indurre ad una banalizzazione e progressivamente assuefazione.

Indifferenza è la parola chiave che compare al Museo della Shoah al Binario 21 di Milano. Indifferenza è il nemico da combattere, anche tra le istituzioni. Non lasciamoci soli, non giriamo di nuovo la testa, non creiamo le condizioni che ci porteranno poi a dire “dove è finito il compagno di banco, l’insegnante, il negoziante, il vicino di casa che abbiamo visto traslocare”. Come si chiedevano i nostri nonni nel 1939 e negli anni successivi.

E’ un dovere delle istituzioni della Repubblica, dell’Unione Europea, ma è un dovere di ciascuno di noi contrastare il pregiudizio e la banalizzazione contro ogni totalitarismo.
Io, come rappresentante del mio Comune, ci sono. Voi, come cittadini. Partiamo da questo meraviglioso incontro, insieme.

Più informazioni

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.