Cengio

Riqualificazione scuola Colombardo, Arboscello: “Area non sicura”. Dotta. “Basta creare problematiche ad arte”

La lettera aperta del sindaco dopo l'interrogazione presentata dal consigliere regionale sulla riclassificazione delle fasce di esondabilità del Rio Giacchetti

roberto arboscello - francesco dotta

Cengio. Un’altra interrogazione, che fa storcere il naso al sindaco di Cengio Francesco Dotta, da parte del consigliere Roberto Arboscello riguardo alla riclassificazione delle fasce di esondabilità del Rio Giacchetti.

L’esponente del Pd, infatti, ha chiesto durante l’ultimo consiglio regionale alla giunta guidata da Toti se fosse stata presentata un’istanza formale da parte del Comune di Cengio e quale fosse il suo stato di avanzamento.

Una richiesta che arriva a distanza di sei mesi dalla prima, quando l’amministrazione valbormidese aveva annunciato di voler intervenire sull’edificio dell’ex scuola Colombardo (dove il 4 febbraio 2015 un solaio aveva ceduto investendo il sottostante locale mensa, fortunatamente senza causare feriti) per darle nuova destinazione d’uso, ovvero trasformarlo nella sede di carabinieri, vigili del fuoco, protezione civile, croce rossa e altre associazione. Un intervento di riqualificazione che costerebbe al Comune 3,2 milioni di euro e per cui il sindaco spera di contare anche sui fondi del Pnrr.

Ma il problema che affligge l’immobile, secondo Arboscello, è il fatto che si trovi in una zona esondabile che – aveva spiegato – “dovrebbe essere messa in sicurezza e non oggetto di nuove costruzioni o area di sviluppo di nuove attività”. E aveva poi invitato l’amministrazione di Cengio “ad individuare un’area più idonea e sicura”, sottolineando: “La nostra non è una polemica strumentale, ma con questa interrogazione abbiamo voluto portare l’attenzione su un territorio fragile e sulla sicurezza di quei presidi che in emergenza dovrebbero poter agire senza rischi”.

Ed questo anche lo scopo della nuova richiesta, questa volta arrivata, come confermato dall’assessore Giampedrone in consiglio, dopo la presentazione da parte del Comune di uno studio idraulico per cui è in corso la valutazione tecnica. “Nello studio emerge un livello di pericolosità dell’area su cui sorge la scuola inferiore a quello riportato nel Puc in vigore, in particolare l’area sarebbe fuori dalla fascia di esondabilità duecentennale” ha risposto Giampedrone, aggiungendo che “si sta definendo un procedimento più rapido per modificare le aree di esondabilità anche alla luce della normativa emanata dalla Conferenza dell’Autorità di bacino del fiume Po’ nel 2021”.

Sull’argomento è voluto intervenire anche il sindaco Francesco Dotta, attraverso una lettera aperta inviata al consigliere Arboscello, nella quale il primo cittadino gli spiega il progetto e lo invita ad un incontro.

Il sindaco Dotta: “Basta creare problematiche ad arte, Arboscello a Cengio non si è mai visto”

Di seguito il testo integrale della lettera scritta dal primo cittadino e indirizzata al consigliere Arboscello.

“Consultando il sito regionale ho potuto apprendere che il consigliere Arboscello, insieme ad altri colleghi, ha presentato una interrogazione in cui ha richiesto ulteriori spiegazioni sullo stato delle fasce di esondabilità di rio Giachetti ed in particolare della zona su cui insiste la ex scuola O. Colombardo, oggetto di un importante progetto di riqualificazione da parte del comune di Cengio.

Allora, senza alimentare polemiche ma semplicemente per capire e chiarire, mi sorge spontanea una domanda: ma con tutte le problematiche complesse ed importanti che affliggono la nostra Regione ed in particolare la Valbormida come mai una curiosità così pressante su una vicenda che interessa esclusivamente la comunità locale? Nella realtà aggiungo che il consigliere Arboscello non si è mai visto in paese per prendere visione ed interessarsi di problematiche veramente importanti come la vicenda ex Acna, il lavoro, i gravi problemi di fragilità idraulica del territorio, ecc. La risposta più razionale che mi viene in mente è che il consigliere Arboscello sia stato sollecitato a chiedere spiegazioni. Da parte di chi, lascio ai lettori ipotizzare la risposta.

Quindi voglio precisare: l’edificio in questione è inagibile dal 2015, anno in cui avvenne il crollo strutturale di una soletta. Questa amministrazione, che ha ovviamente ereditato tale situazione, si è trovata a dovere scegliere tra due soluzioni: abbattere o riqualificare. Ha scelto la seconda, essendo l’edificio, pur con le criticità rilevate, di recente costruzione, in cemento armato, con una superficie utile significativa, ubicato in una zona strategica del nostro paese. Con fondi comunali è stata indetta una gara per la realizzazione di un progetto di riqualificazione, vinta ed assegnata ad una società di ingegneria di Roma. Il progetto prevede la completa riqualificazione dell’immobile che, a completamento della stessa, dovrebbe ospitare una nuova e moderna caserma per l’Arma dei Carabinieri, tutte le associazioni presenti sul territorio comunale, i servizi tecnici comunali.

Preciso che nel progetto è ben evidente e specificato che la zona interessata risulta essere in zona di esondabilità rossa. Successivamente, per nostra autonoma decisione e su sollecitazioni dell’Arma dei Carabinieri, sempre con risorse comunali, abbiamo affidato ad un pool di professionisti lo studio di fattibilità idraulica atto a verificare l’eventuale revisione delle fasce di rispetto idrauliche. Come supponevamo, la verifica ha dato esito positivo certificando che la zona della ex scuola Colombardo non risulta essere in zona esondabile. Tale studio è già stato presentato ai Funzionari della Regione Liguria e a loro successivamente trasmesso in modo ufficiale per le opportune verifiche.

Ciò detto, mi chiedo e chiedo al consigliere Arboscello, che non conosco personalmente e con cui non ho mai neppure scambiato una parola, ma che, nei vari spezzoni di filmati e dichiarazioni su organi di informazione locali, mi è sembrato persona pacata e ragionevole, che necessità vi sia di sollecitare e innescare ipotetiche problematiche dove non esiste necessità alcuna?

Veda signor Arboscello, i miei concittadini mi hanno concesso di fare il sindaco, per me un grande regalo, perché sono fortemente legato al mio paese, alla mia gente e strada facendo mi sto accorgendo di quanto sia difficile e complicato soddisfare le numerose esigenze del territorio perché in mezzo vi è una burocrazia irrazionale, ottusa e deleteria e in cui i politici locali anziché contribuire a risolvere razionalmente le varie problematiche le complicano per interessi partitici o peggio per protagonismo personale. Non sarà questo il caso, lo spero, ne sarei felice.

I sindaci svolgono un ruolo difficile, hanno mille problematiche da risolvere, hanno responsabilità gravose, sempre con il rischio incombente ed inaspettato di vedersi raggiungere da un avviso di garanzia. Non hanno assolutamente necessità di dovere anche fronteggiare situazioni e problematiche create ad arte, solo per i gusto di rivaleggiare con l’antagonista politico di turno. Hanno necessità di un sano aiuto da parte di tutti i referenti politici locali. Il sottoscritto è presente al lavoro tutti i giorni, sei giorni su sette, spesso anche la mattinata del settimo giorno e per questo non pretendo medaglie, è il compito doveroso che ho scelto e che devo e voglio onorare quindi se vi è qualche aspetto da chiarire perché non chiedere direttamente agli interessati. Le chiedo pertanto di ritagliare un’oretta del suo tempo per venire a trovarmi in Comune, sarò ben lieto di potere spiegare di persona la reale situazione della ex scuola Colombardo e delle altre problematiche del territorio”.

In risposta, il consigliere Arboscello afferma: “Accetto l’invito del sindaco per valutare di persona la situazione e affrontare con lui anche le altre problematiche di un territorio a me caro. Sono stato sindaco per anni, conosco il privilegio, ma anche le difficoltà di quel servizio chiamato amministrazione. Apprezzo l’impegno del sindaco Dotta e condivido con lui la necessità di dare risposte concrete ai cittadini. Associazioni, forze dell’ordine e di pronto soccorso devono poter avere spazi moderni e sicuri per dare pronte risposte a tutta la popolazione”.

 

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