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Intervista

Ripartenza difficile anche per le spiagge, Schiappapietra (Bagni Marini): “Vacanze più brevi, la crisi si fa sentire”

Il caso Savona: "Abbiamo le spiagge più belle della Liguria ma ci accontentiamo". Mancano i parcheggi, spiagge libere senza servizi, eventi da definire. Ma torneranno i lumini

Enrico Schiappapietra spiaggia bagni marini savona

Savona. Dopo le discoteche con Angelo Pisella della Suerte, questa domenica proviamo a parlare di ripartenza, dopo due anni di pandemia, con un uomo simbolo dei bagni marini, Enrico Schiappapietra, titolare dei Bagni Olimpia di Savona. Lo facciamo pregandolo, per quanto possibile, di “spogliarsi” del suo ruolo di presidente dei balneari della Liguria.

Ne scaturisce un quadro del settore per certi versi inaspettato e, per quanto riguarda Schiappapietra, il ritratto di una persona che ama il mare, da cui non potrebbe separarsi anche quando devasta la costa e che ama la sua città, Savona, in modo quasi viscerale.

Schiappapietra, allora questa ripartenza c’è stata o, come ha spiegato Pisella, non è stata poi una gran cosa? Ci sono opinioni contrastanti, lei a quale teoria aderisce?
“In linea di massima sto con Pisella, però mi sento di essere discretamente positivo. Noi abbiamo un rapporto molto stretto col mondo ricettivo: i turisti vengono in Liguria al 95% per andare al mare e dunque dobbiamo assicurare agli alberghi un posto in spiaggia per i loro clienti. Abbiamo riaperto finalmente a pieno regime dopo il Covid e possiamo farlo”.

Ma, dicevamo, è vera ripartenza o no?
“Intanto dipendiamo soprattutto dal meteo. Spesso non è stato favorevole di suo, però si deve aggiungere che chi in tv presenta il meteo lo fa talvolta ricercando ascolti, semplificando, magari trasformando due gocce in pioggia torrenziale. Poi ci sono una situazione economica molto difficile per le famiglie, a cominciare dal costo della benzina e delle bollette, la paura per le conseguenze della guerra ma ancora per il Covid, la disastrosa situazione delle autostrade e per noi a Savona il problema di via Nizza. Stiamo rivedendo gli stranieri, francesi, svizzeri, qualche tedesco. Ovviamente mancano i russi e il flusso da tutti i paesi dell’Est: era un turismo ricco, soprattutto per alcune località come Alassio”.

In che percentuale gli stabilimenti hanno già aperto? Come si preannuncia la stagione?
“Ripeto, il meteo non ci ha aiutato, ma nel giro di 15 giorni ovviamente apriremo tutti. È presto per fare previsioni. Il sentiment è positivo, però tranne che nei weekend non avremo sempre e dovunque il tutto esaurito perché il numero dei giorni di vacanza è diminuito”.

Finalmente siete liberi dal Covid?
“Solo in parte. Ci sono ancora regole precise da seguire, ma soprattutto siamo in genere più prudenti di quanto ci imponga la legge a cominciare dalle distanze tra gli ombrelloni, anche se siamo all’aperto, in riva al mare. I 1200 bagni della Liguria sono luoghi sicuri e la nostra regione è giustamente percepita appunto come una destinazione sicura”.

Anche se non fa strettamente parte del suo lavoro, c’è poi il problema delle spiagge libere.
“Fa parte del nostro lavoro, vogliamo contribuire a farcene carico ma da soli non possiamo farlo. Ci sono stati due fatti importanti: la Fee, che attribuisce le bandiere blu a cui tutte le località interessate tengono giustamente molto, ha inserito l’obbligo delle misure di salvataggio tra i requisiti necessari, e la Capitaneria di Savona ha emesso un’ordinanza con regole molto precise. Non è tutto. C’è un aspetto etico e sociale: chi non può permettersi lo stabilimento o semplicemente non vuole farlo deve avere gli stessi diritti degli altri, con assistenza, docce, servizi igienici”.

Come siamo messi?
“A Savona, che ha spiagge libere ampie e belle, malissimo. Non c’è nulla di tutto questo. Cercheremo di parlarne in settimana con l’Autorità Portuale e il Comune, ognuno per la propria parte. Va meglio nelle altre località, anche se ci sono sensibilità e differenze da una città all’altra. L’ideale per tutti sarebbe avere un bagnino ogni 80 metri per stabilimenti e spiagge libere, se ne parlerà ben che vada l’anno prossimo. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

Con la ripartenza che servizi ludici chiedono i clienti? Che cosa va di moda rispetto all’era pre Covid?
Ci potranno finalmente essere i giochi e i servizi di prima: boa, beach volley, spazi per i bimbi. Dovremmo essere aperti dalle 9 alle 19 ma lo siamo anche prima e dopo, spesso anche di sera: a Savona è una tradizione consolidata soprattutto per le famiglie”.

Una curiosità. Perché da noi non ci sono stabilimenti diciamo così di lusso come il Twiga a Forte dei Marmi per fare l’esempio più eclatante? Manca la clientela? Non c’è il giusto spirito imprenditoriale?
“Alcune piccole realtà del genere nel Tigullio esistono. Per il resto posso aggiungere che quasi dovunque i servizi delle spiagge si integrano con i locali sulle passeggiate e, soprattutto, che nessuno oggi farebbe investimenti del genere con la minaccia della Bolkestein”.

Ecco il punto forse più importante. Parliamone, togliamoci il pensiero… C’è chi sostiene che pagate cifre ridicole rispetto ai guadagni. Comunque la campana è suonata, meglio affrontare il problema una volta per tutte.
“Cerco di riassumere. Intanto non è vero che paghiamo poco. Oltre alla concessione dobbiamo far fronte a Imu, Tari, costo dei bagnini, iva al 22%, unico settore del turismo ad averla così alta. Poi le faccio un esempio: io, Stato, posso mettere all’asta un parcheggio, ma non con l’auto che c’è sopra. Non parlo solo delle eventuali costruzioni, ma di tutto il lavoro per farsi una clientela, che viene in quel posto perché è quello. Ci era stato assicurato che le concessioni sarebbero scadute nel 2033, ora parliamo dell’anno prossimo e questo non è possibile, mi sembra evidente. Però sono d’accordo sul fatto che occorra trovare una soluzione condivisa per non vivere nell’incertezza, tenendo ben presente che potrebbero sbarcare dall’estero gruppi che se ne fregano delle nostre tradizioni e delle nostre peculiarità”.

Schiappapietra, passiamo a lei. Perché fa questo lavoro?
“Perché sono malato di mare, anche quando provoca problemi. Di notte sento il rumore delle onde e mi rendo conto di quanto sta accadendo. Non saprei vivere senza”.

Non le sembra che Savona sfrutti poco le sue spiagge?
“È così. Abbiamo le spiagge più belle della Liguria ma ci accontentiamo di un tran tran cittadino senza puntare di più sul turismo contando anche sull’attrattività della Darsena. Che cosa servirebbe? Intanto parcheggi. Basterebbe che chi arriva da Piemonte e Lombardia sapesse dove lasciare l’auto e arrivare in spiaggia dieci minuti a piedi e il quadro cambierebbe. Certo, ci sono altre cose, come una scarsa ricettività alberghiera, ma la mancanza di parcheggi è drammatica. I lavori di via Nizza complicano poi il quadro, oggi durante i lavori, ma quando saranno finiti sarà ancora peggio”.

A proposito di Savona, torneranno gli eventi estivi?
“Faremo la posa dei lumini, che saranno ovviamente biodegradabili. Per i fuochi d’artificio possiamo affrontare la nostra parte di costi, ma anche il Comune deve fare il suo. Ne parlerò venerdì in un incontro a 360 gradi col il sindaco Russo e i suoi assessori”.

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