Liguria. È stato approvato dalla Giunta regionale ligure il Piano definitivo di gestione dei rifiuti e delle bonifiche per garantire la chiusura del ciclo a livello regionale. Rispetto allo schema del dicembre scorso, il documento attuale recepisce tutte le osservazioni e i contributi pervenuti nella fase di confronto da parte di 36 soggetti pubblici e privati: il piano così approvato costituisce la proposta definitiva che sarà sottoposta al Consiglio regionale per l’approvazione definitiva.
“Questo Piano – osservano il presidente della Regione Liguria e l’assessore regionale all’Ambiente – riguarda la chiusura del ciclo dei rifiuti, tema annoso e fondamentale per il nostro territorio e contiene le azioni ritenute prioritarie per traguardare questo obiettivo nei prossimi anni, anche nell’ottica di massimizzare le opportunità previste dal Pnrr. Tutte le osservazioni pervenute sono state valutate nel dettaglio, con una risposta specifica per ciascuna. Ora il testo passerà in Commissione e poi in Consiglio regionale per il via libera definitivo: trattandosi di una priorità per il nostro territorio speriamo possa arrivare il prima possibile”.
“L’obiettivo è assicurare il definitivo e completo passaggio da un sistema arcaico, basato sulle discariche, ad un sistema moderno – proseguono – basato sui principi dell’economia circolare, in cui la discarica sia uno strumento assolutamente residuale: con questo piano confermiamo l’assetto impiantistico attuale con la previsione di un ulteriore impianto di valorizzazione di quella componente – la parte secca dei rifiuti solidi urbani – oggi destinata in discarica. Sarà una struttura al servizio di tutta la regione: siamo al lavoro per individuare le risorse e il luogo in cui costruirlo, in base ai criteri individuati dal Piano”.
“Questo documento è stato predisposto anche alla luce dell’evoluzione normativa intervenuta, della spinta condivisa verso una economia veramente circolare, della necessità di quasi azzerare il ricorso alle discariche e anche – concludono – delle opportunità di finanziamento che si apriranno a valere sui fondi Pnrr”.
Il riferimento è al progetto che prevede l’installazione di un impianto per la produzione di idrogeno dai rifiuti. Nel capitolo del Pnrr, “Miglioramento della capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti e avanzamento del paradigma dell’economia circolare”, sono stati stanziati 1,5 miliardi per la “realizzazione di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti e l’ammodernamento di impianti esistenti”, oppure una quota dei 600 milioni destinati alla “realizzazione di progetti faro di economia circolare per filiere industriali strategiche”.
Il nuovo polo di trasformazione dei rifiuti, stando alla proposta progettuale, prevede un impianto per trattare dalle 160.000 alle 200.000 tonnellate di rifiuti all’anno, per un investimento stimato in circa 300 milioni di euro, di cui la metà potrebbero provenire proprio dal Pnrr.
Decisiva sarà la scelta definitiva della location: tra le opzioni al vaglio della Regione una parte delle aree ex-Ilva di Cornigliano, a Genova, ma anche il sito di Vado Ligure, sul quale è in corso, tra l’altro, la procedura autorizzativa per l’ampliamento del Boscaccio.
Tra gli obiettivi del Piano, inoltre, quello di assicurare da un lato una riduzione alla fonte della produzione di rifiuti urbani (-4% al 2026) e, dall’altro, l’aumento ulteriore della raccolta differenziata (fino al 67% nel 2026), con nuove azioni di prevenzione e la promozione della tariffazione puntuale.
Viene sostanzialmente confermato l’assetto impiantistico sia per il trattamento dell’indifferenziato, incentrato sui quattro hub già operativo a livello regionale, Colli nell’imperiese, Boscaccio nel savonese, Scarpino a Genova (con il nuovo impianto Tmb che sarà operativo entro l’inizio del 2023) e Saliceti nello spezzino sia per il recupero della frazione organica per cui sono già stati autorizzati i biodigestori di Colli (con la piena operatività entro la fine del 2024) e Saliceti ed è già operativo l’impianto di Cairo Montenotte.
Il documento prevede inoltre un nuovo impianto terminale di chiusura dei ciclo dei rifiuti esclusivamente per la componente indifferenziata in uscita dagli impianti di trattamento meccanico biologico, fino ad oggi destinata alle discariche. L’approccio è quello del ‘waste to chemical’ proprio dell’economia circolare producendo ‘carburanti verdi’ quali idrogeno e metanolo che possano essere impiegati in distretti verdi, con forte effetto di decarbonizzazione nel rispetto anche delle ultime direttive europee; in alternativa saranno valutate tecnologie di valorizzazione energetica.
L’obiettivo è valorizzare questo tipo di rifiuti per rendere le discariche uno strumento residuale e compiere quindi il passo decisivo per la chiusura del ciclo a livello regionale, evitando l’invio di rifiuti fuori regione, minimizzando gli impatti ambientali e ottimizzando i costi.
Per il nuovo impianto il piano definisce criteri localizzativi, che, a seguito della Vas, sono stati integrati in senso ulteriormente cautelativo oltre a quelli già indicati per tutti gli impianti tecnologici e specificamente per l’impianto di chiusura del ciclo.
Attenzione anche alla prevenzione: a seguito della fase di consultazione, sono state aggiornate alcune linee di azione in relazione, ad esempio, in tema di rifiuti marini e plastic free.
Per quanto riguarda i rifiuti speciali, il Piano prevede poi nuove azioni in tema di rifiuti inerti, rifiuti da costruzione e demolizione e terre e rocce da scavo, oltre a percorsi per trovare soluzioni locali per flussi di rifiuti quali fanghi da depurazione o rifiuti sanitari, tematica quest’ultima resa ancora più pressante dalla pandemia Covid-19.
Il Piano inoltre prevede la promozione dell’utilizzo di tecniche di bonifica sostenibili sotto il profilo ambientale con particolare riferimento alla riduzione della movimentazione e della produzione di rifiuti.
Una volta approvato in Consiglio regionale, il nuovo piano sostituirà quello precedente del 2015 e resterà in vigore fino a 2026.