Albenga. “Il comitato albenganese a difesa dell’ospedale continua a prendere in giro le persone chiedendo la riapertura di un pronto soccorso e puntando il dito contro il governatore Giovanni Toti. Chiamare in causa il Ministro Speranza sarebbe l’unica cosa sensata da fare, ma per il comitato è più importante colpire un avversario politico piuttosto che provare ad ottenere un risultato utile per la salute di tutti i cittadini”. Eraldo Ciangherotti, consigliere comunale e capogruppo di minoranza albenganese, torna ad attaccare i vertici del comitato ingauno #senzaprontosoccorsosimuore.
Secondo Ciangherotti, in Italia sarebbero sempre di più i pronto soccorso al collasso: “Rapa e Ardoino conoscono bene la reale situazione dei servizi di emergenza nel nostro Paese – sottolinea il consigliere di opposizione -, non si facciano condizionare dal Sindaco Tomatis per colpire Toti fingendo di non conoscere la realtà e cavalcando le paure dei cittadini. Questa strategia politica può essere adottata solo da chi di sanità non capisce nulla. Oggi ci troviamo di fronte ad una crisi che sta investendo l’intero sistema sanitario nazionale. Al 31 dicembre 2021 mancano all’appello, nei pronto soccorsi, 4200 medici, la gestione dell’emergenza è al collasso ovunque. Già soltanto dall’inizio di questo anno, sono 600 i medici di pronto soccorso che si sono dimessi. È come se, ogni mese, in Italia chiudessero 5 pronto soccorsi. Ad oggi, sommati tutti questi fattori, mancano 5000 medici specialisti dell’emergenza che non si riesce a sostituire mediante procedure concorsuali. Albenga un pronto soccorso lo aveva, è vero. Ma il Partito Democratico lo ha chiuso nel 2012 con Claudio Burlando al governo e oggi qualcuno si ostina a chiamare in causa Toti come se fosse lui il vero problema”.
“La verità è che all’assessore regionale alla sanità dobbiamo chiedere immediatamente la riapertura di un punto di primo intervento al Santa Maria di Misericordia con i medici specializzati nelle emergenze – prosegue il consigliere albenganese -, ma non possiamo continuare a domandargli di riaprire un pronto soccorso. Toti per legge non può farlo. Il comitato, al contrario, tappezza la città di lenzuoli contro il governatore ligure, anche perché alla fine della battaglia per l’ospedale a qualcuno interessa ben poco. L’obiettivo è quello di mandare a casa Toti, a costo di passare sopra ogni cosa. Comprese le paure delle persone”.
Per Ciangherotti ci sarebbe un problema ancora più grande da affrontare: “Mentre i vertici del comitato per l’ospedale di Albenga proseguono la loro battaglia all’insegna delle strumentalizzazioni politiche – conclude -, in Italia e di riflesso anche sul nostro territorio è in atto una preoccupante crisi di vocazione per i medici di famiglia e dei pronto soccorso. In questo senso è essenziale un incisivo intervento del governo per invertire la tendenza, magari ripensando al numero chiuso per acccedere agli studi universitari delle professioni sanitarie. Invito il comitato albenganese a togliersi la divisa di partito e iniziare ad affrontare questa battaglia seriamente e onestamente per il bene di tutto il comprensorio albenganese”.
Anche il consigliere di Fratelli d’Italia Roberto Tomatis punta l’attenzione sulla carenza di personale: “Mancano medici e il numero dei passaggi al Pronto soccorso è aumentato. Il progressivo svuotamento degli organici dettato da una più grave crisi della professione degli operatori di pronto soccorso è diventato ovunque un’emergenza. La Regione – sottolinea Roberto Tomatis – deve intervenire con urgenza assumendo il personale necessario per far funzionare la macchina della sanità e per Albenga deve comunque pensare ad un pronto soccorso efficiente per dare risposte concrete alla comunità ed evitare inutili intasamenti di pazienti che già si riscontrano oggi al Santa Corona prima ancora dell’inizio della stagione estiva”.