31 indagati

Operazione antimafia di Polizia e Carabinieri, affiliati a “Cosa Nostra” arrestati in Liguria

Durante le indagini sequestrati 8 milioni di euro di sostanze stupefacenti

dia mafia

Genova. Ha interessato Palermo, Reggio Calabria, Alessandria e Genova la maxi operazione antimafia della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri di Palermo che hanno smantellato il mandamento di Brancaccio che comprende le famiglie mafiose di Brancaccio, Corso dei Mille e Roccella con ramificazioni in tutto il territorio nazionale, Liguria compresa.

Sono 31 le persone raggiunte da misure cautelari, di cui 29 in carcere e 2 agli arresti domiciliari, accusate a vario titolo di partecipazione ad associazione di tipo mafioso, detenzione e produzione di stupefacenti, detenzione di armi, favoreggiamento personale e estorsione con l’aggravante del metodo mafioso. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Palermo ed eseguiti dalla Squadra Mobile di Palermo e dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato.

Secondo le accuse, gli indagati avrebbero fatto parto “In concorso ed unitamente ad altre numerose persone, dell’associazione mafiosa denominata ‘Cosa Nostrà, promuovendone, organizzandone e dirigendone le relative illecite attività e per essersi, insieme, avvalsi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti contro la vita, l’incolumità individuale, la libertà personale, il patrimonio, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o, comunque, il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, di appalti e servizi pubblici, per realizzare profitti e vantaggi ingiusti per se e per gli altri, per intervenire sulle istituzioni e sulla pubblica amministrazione”.

Le indagini svolte nel corso di quasi tre anni, hanno portato ad individuare la complessa rete delle famiglie mafiose e la loro capillare presenza nel tessuto sociale ed economico di Palermo in primis, ma anche in altre città italiane, con ricchi e consolidati contatti con varie organizzazioni territoriali locali.

L’attività maggiore per cui sono indiziati è l’estorsione: con metodi mafiosi, infatti, le famiglie erano specializzate alla raccolta del ‘pizzo’, arrivando a gestire, a Palermo, la distribuzione dell’acqua in una area agricola della provincia. Anche il traffico di droga rappresenta una importante voce di arricchimento illecito; dal complesso delle attività, infatti, è stato possibile quantificare gli introiti derivanti piazze di spazzi con un ricavo presunto di circa 80.000 euro settimanali, nonchè accertare la provenienza di parte dello stupefacente ad opera di due Calabresi, destinatari dell’odierna ordinanza.

In tale ambito sono stati eseguiti, in più occasioni ed a titolo di riscontro, 16 arresti in flagranza per detenzione di sostanza stupefacente e sequestrati circa 80 chili di droga tra cocaina, purissima ancora da tagliare, hashish e marijuana per un valore sul mercato di oltre 8 milioni di euro.

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