Alle urne

Non solo elezioni comunali: si vota per i 5 referendum sulla giustizia (anche se non se ne parla)

Dall'abrogazione della Severino alle misure cautelari, tutto quello che c'è da sapere sui quesiti e su quello che succederà se vinceranno i sì

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Liguria. Il 12 giugno si vota per le elezioni amministrative in molte città e località italiane – in Liguria i capoluoghi Genova e La Spezia – ma nello stesso giorno, sarà una domenica, tutti gli italiani sono chiamati al voto anche per votare su cinque referendum abrogativi in tema di giustizia. I quesiti referendari sono stati dichiarati ammissibili dalla Corte costituzionale lo scorso 16 febbraio. Erano stati promossi da Lega e radicali.

Quesito 1. Abrogazione del Decreto Severino, detto Legge Severino.

Mira ad abolire il decreto legislativo 235 del 2012, detto anche legge Severino. La legge stabilisce che chi viene condannato in via definitiva a più di due anni di carcere per reati di allarme sociale, contro la pubblica amministrazione e non colposi diventa incandidabile. La condanna definitiva per uno dei reati suddetti determina la decadenza del mandato.

Se vince il sì?
Se sarà abrogata la legge Severino i concetti di incandidabilità e decadenza verranno abrogati e anche ai condannati in via definitiva verrà concesso di candidarsi o di continuare il proprio mandato. Eventuali divieti di ricoprire cariche torneranno a essere decisi caso per caso dal giudice.

Quesito 2. Riforma del Csm.

Il referendum riguarda l’abrogazione delle norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura. Attualmente, un magistrato che voglia candidarsi al Csm deve raccogliere dalle 25 alle 50 firme.

Se vince il sì?
Se vincerà il sì, sarà abrogato l’obbligo della raccolta firme. Si torna quindi alla legge del 1958 che prevedeva che tutti i magistrati in servizio potessero proporsi come membri del Csm presentando semplicemente la propria candidatura.

Quesito 3. Valutazione dei magistrati.

Il quesito punta ad abrogare le norme sulle competenze dei membri laici nei consigli giudiziari, ovvero organi composti da cariche appartenenti alla magistratura e laici, come professori universitari o avvocati. Esprimono “motivati pareri” su diversi ambiti, tra cui le valutazioni di professionalità dei magistrati. La valutazione della professionalità e della competenza dei magistrati viene però poi fatta dal Csm che decide anche sulla base di queste valutazioni.

Se vince il sì?
Anche avvocati e professori potranno partecipare attivamente alla valutazione dell’operato dei magistrati.

Quesito 4. Separazione delle carriere.

Si voterà anche il referendum per la separazione delle funzioni dei magistrati, con la richiesta di abrogazione di quelle norme che attualmente consentono il passaggio nella carriera dei magistrati dalle funzioni giudicanti, quindi quella del giudice, a quelle requirenti, il ruolo dei pm (e viceversa).

Se vince il sì?
Il magistrato sarà chiamato a decidere e scegliere all’inizio della propria carriera se vuole essere pubblico ministero o giudice e non potrà scegliere di cambiare indirizzo. Oggi gli è concesso di farlo fino a quattro volte.

Quesito 5. Misure cautelari

Il quesito vuole limitare le misure cautelari, con abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274, comma 1, lett. c), c.p.p., in materia di misure cautelari e di esigenze cautelari nel processo penale. Attualmente le misure cautelari sono motivate dal pericolo che la persona indagata sia a rischio reiterazione del reato, di fuga o di alterazione delle prove a suo carico.

Se vince il sì?
Se dovesse vincere il sì al referendum sarebbe abrogata la motivazione della possibile reiterazione del reato.

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