Intervento

L’ex ministro Lorenzin a Savona: “L’investimento in salute non è un costo”

E sulle competenze tra Stato e Regioni: "Bisognerebbe modificare il Titolo V della Costituzione"

Beatrice Lorenzin Roberto Arboscello

Savona. “L’investimento in salute non è un costo“. E’ tranchant l’ex ministro alla Sanità Beatrice Lorenzin, ospitata dal Comune di Savona nella Sala Rossa per un confronto con il consigliere regionale Roberto Arboscello.

Abbiamo una straordinaria opportunità data dal Pnrr – sottolinea Lorenzin. Dobbiamo riorganizzare la sanità e bisogna arrivare al 9,5% del Pil come altri paesi europei. Il Pnrr punta sulla medicina del territorio ma non dimentica l’urgenza”.

E ribadisce che la sanità territoriale riguarda non solo i medici di base ma si fa riferimento anche ai poliambulatori “per decongestionare gli ospedali”. Sul punto fa una riflessione sulla necessità di coinvolgere la cittadinanza “nel processo di cambiamento”. Lo stesso concetto lo aveva presentato, in diretta sulla pagina facebook di IVG, Monica Cirone, direttore sociosanitario in Asl2: “I savonesi non conoscono il potenziale degli ospedali e delle case di comunità, dobbiamo spiegarglielo. Dobbiamo trasmettere l’importanza dei reparti a bassa complessità, ma sono il futuro”.

Sulla distribuzione di competenze a livello centrale e regionale Lorenzin ha alcune perplessità: “L’autonomia regionale ha dei limiti – dice -. La ricerca – porta ad esempio – non può essere gestita a livello regionale. La visione dev’essere della nazione che crea le infrastrutture necessarie per lo sviluppo”. In questa direzione, per l’onorevole, “è necessario intervenire su una riforma del Titolo V della Costituzione e eliminare le sovrapposizioni di competenza che portano a continui ricorsi e scarichi di responsabilià”.

Per quanto riguarda l’emergenza-urgenza il consigliere regionale Arboscello è ritornato sulla questione centro ictus all’ospedale San Paolo: “Il timore della popolazione riguarda la capacità di pronto intervento su patologie tempo-dipendenti. La Regione non ascolta 14mila persone che hanno firmato una petizione e 26 delibere di consigli comunali che ne chiedevano l’apertura”.

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