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Incontro tra Macello e gli agricoltori a Borghetto, le associazioni: “Altro che condivisione o partecipazione, solo uno spot pubblicitario”

raddoppio ferroviario borghetto

Borghetto Santo Spirito. “Questo lunedì a Borghetto Santo Spirito il commissario straordinario per l’opera, accompagnato da un’imponente rappresentanza di tecnici e personale di RFI, è venuto (come era successo ad Albenga) non per effettuare opera di condivisione con il territorio e con tutti i soggetti interessati, ma per mandare in scena uno spot pubblicitario del progetto di spostamento a monte, ovvero di scelte decise e ‘congelate’ 20 anni fa. Infatti di evoluzioni in meglio nel progetto non ce ne sono, anzi, è stato confermato il tracciato e negata qualsiasi possibilità di modifiche dello stesso, si è parlato da un lato di ‘rigenerazione urbana’ dall’altro di ‘piste ciclabili’ sul sedime dismesso. Grande dispiego di persone, effetti speciali, promesse mirabolanti, una cornice da ‘grande cinema'”. Lo affermano in una nota congiunta il Comitato difesa del territorio e delle attività produttive, il Comitato di Borghetto Santo Spirito, il Comitato di Bastia, il Comitato di Leca di Albenga, il Comitato di Salea, Fridays For Future, Rete Famiglie senz’auto, WWF Liguria, il Comitato SìTram, UTP associazione Utenti del Trasporto Pubblico, in riferimento all’incontro tra il commissario per il raddoppio ferroviario Vincenzo Macello ed i rappresentanti delle federazioni agricole tenutosi stamattina in municipio a Borghetto.

“Ma poi, appena appena lo si guarda, questo ‘kolossal’ da quasi 3 miliardi di euro, ci si accorge che la ‘sceneggiatura’ è trita e ritrita e si scopre che si tratta solamente del seguito di ‘Spostamento a monte tra San Lorenzo ed Andora’, già uno dei più grossi insuccessi ‘cinematografici’ della Liguria, un brutto ‘horror’ che sperimentano ormai da anni gli utenti del ponente. Non si venga a dire a cittadini ed associazioni che tutto questo è condivisione e partecipazione. La partecipazione si fa prima di un progetto definitivo, proprio per valutare le possibili scelte alternative, e si fa coinvolgendo tutti i soggetti interessati”.

“Quello che è andato in scena a Borghetto è appunto solo un brutto film, o meglio uno spot pubblicitario, anzi una televendita, e per di più di fronte solo a pochi intimi, i pochi eletti invitati dal commissario. Altro che: ‘Non si possono realizzare infrastrutture importanti senza coinvolgere chi le dovrà usare’, altro che ‘dibattito pubblico’ come ‘strumento di apprendimento collettivo che deve diventare la normalità’ o come ‘…strumento di governance essenziale per la realizzazione di infrastrutture sostenibili’, come dichiara lo stesso ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini. Non è uno ‘spot’ che cambia la realtà di un progetto ‘fossile’ in contrasto con gli stessi principi enunciati dal MIMS e che porterà alla desertificazione del servizio ferroviario, alla perdita di utenza e all’isolamento del territorio. Non è una ‘televendita  che cambia un progetto del secolo scorso che non avrebbe nemmeno dovuto sopravvivere fino ad oggi, un progetto che è contro il futuro sostenibile della Liguria”.

“E non è chiamandolo ‘completamento del raddoppio e potenziamento’ che si muta la sostanza di un’opera che invece è una totale variante di tracciato, mai sottoposta ad una seria analisi e valutazione delle alternative. E come associazioni e comitati non possiamo che ripetere quanto diciamo da decenni. Le scelte da farsi rimangono sempre le stesse, che non si sono volute fino ad oggi prendere in considerazione: mettere in un cassetto questo progetto sbagliato e impostare un progetto serio di autentico raddoppio in sede, avendo come punto fermo l’enorme risorsa di più di 1/3 della tratta tra Andora e Finale Ligure già a doppio binario; realizzare gli interventi infrastrutturali e tecnologici puntuali fattibili già subito, come il reintegro dei binari di incrocio e precedenza, l’implementazione con sistemi di segnalamento più moderni e ‘performanti’ e la realizzazione di sottopassi e sovrappassi; il tutto al fine di fornire in tempi rapidi e con un utilizzo responsabile delle risorse pubbliche un servizio ferroviario adeguato alle esigenze degli utenti e di tutti i cittadini, nell’ottica di un reale sviluppo sostenibile del territorio”.

Raddoppio ferroviario, il commissario Macello a Borghetto

All’incontro di oggi hanno partecipato anche i rappresentanti di Assoutenti, che hanno lasciato polemicamente la sala consiliare ritenendo che, nella predisposizione del progetto, sia mancato il dialogo con le realtà del territorio, specie dal punto di vista dell’analisi delle “conseguenze” del raddoppio rispetto al servizio offerto agli utenti: “Durante l’incontro, tutto imperniato sul come limitare i danni all’ambiente agricolo, sugli espropri ai proprietari interessati e sui danni in senso generale, relativi alla costruzione della fermata (non stazione) di Borghetto/Loano non si é minimamente accennato alle conseguenze negative per i reali fruitori del servizio. Nonostante le ben circonstanziate esposizioni riguardo lo spostamento fatte in circa venti anni da associazioni degli utenti ed degli ambientalisti, come Assoutenti Savona e WWF , dei loro pareri non si è tenuto mai conto, al punto da costringere i cittadini interessati a fare ricorso al presidente della Repubblica. In un Paese dove la democrazia è perno dello sviluppo sociale , in occasioni così importanti come quelle che decidono il futuro di un intero territorio, nel nostro caso il parere dei cittadini e di coloro che legalmente li rappresentano nelle sedi competenti , non è mai stato preso in considerazione”.

“La più netta contraddizione: mentre lo Stato riconosce le associazioni dei consumatori quali qualificati difensori dei cittadini/consumatori e utenti dei servizi pubblici, parte dello Stato non prende neppure in considerazione istanze che scaturiscono da diritti essenziali sul piano ambientale, economico e sociale, dando poteri illimitati ad una persona e ignorando il dettato costituzionale della sussidiarietà che prevede la partecipazioni dei cittadini in procedimenti riguardanti i loro interessi primari. Il sostegno e la tutela dei diritti dei cittadini ed il mancato allineamento ai ‘poteri forti’ è un un esercizio lungo e faticoso che va da noi coerentemente perseguito per essere fedeli ai nostri ideali anche quando ‘il potere’ lo percepisce e lo respinge come una fastidiosa interferenza. Ci auguriamo che il ricorso al Presidente della Repubblica riporti nel giusto alveo il confronto tra le parti in causa”.

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