Storia

“Il Transylvania e il medico savonese”: è l’anniversario dell’affondamento del transatlantico

Lettera di Luca Battaglieri - Comitato celebrativo Centesimo Anniversario Affondamento del Transylvania

HMT Transylvania

Savona. Nella tragica vicenda dell’affondamento del transatlantico britannico “HMT Transylvania”, ad opera del Sommergibile Tedesco U-63, avvenuto esattamente 105 anni fa, a mezzogiorno del 4 maggio 1917, al largo di Bergeggi, con la perdita di 409 fra militari e marinai, va ricordato il gesto eroico di un Medico di Savona, il Dott. Prof. Cesare Augusto Gandolfo.

Gandolfo, dipendente dell’Ospedale San Paolo di Savona, in Corso Italia,  era anche titolare di uno Studio medico in Via Paleocapa, dove, con grande abnegazione e senso di solidarietà, raro a quei tempi, dava “assistenza gratuita alle le partorienti povere, a qualunque ora”.

Oltre ad essere Maggiore medico nel Regio Esercito, faceva parte dei Sanitari di Corte di Casa Savoia. Ma era anche era amante del mare, possedeva una barca a vela ormeggiata nel Porto di Savona.

Fu proprio con la sua barca a vela che egli accorse fra i primi al salvataggio dei naufraghi del transatlantico colpito da due siluri tedeschi, nonostante la forza del mare e del vento di grecale in quella tragica giornata, facendo la spola fra il luogo del naufragio e il Porto. Curò poi i feriti ricoverati nell’Ospedale San Paolo.

Per questo gesto eroico, fra le varie onorificenze (fra cui quella di Cavaliere all’Ordine della Corona d’Italia), venne insignito da Re Giorgio V di Gran Bretagna di una medaglia in argento, coniata appositamente per la tragedia.

Il Transylvania era un transatlantico della Cunard Lines di 14.000 tonnellate, adibito alle traversate passeggeri alla linea Liverpool – New York. Con lo scoppio della Grande Guerra, venne requisito dall’Ammiragliato Britannico ed adibito a trasporto truppe. Sulla rotta per il Medio Oriente, con a bordo 3.000 militari di truppa, venne attaccato dal sommergibile tedesco U 63, comandato da Otto Schulze, all’altezza di Capo Vado, malgrado la scorta  dei due cacciatorpedinieri giapponesi Sakaki e Matsu e colpito da due siluri.   Due ore dopo affondò al largo di Bergeggi. La maggior parte dei militari, comprese trenta crocerossine inglesi, fu salvata dalle navi giapponesi,  ma degno di nota fu il gesto eroico dei Pescatori di Noli e di Spotorno,  che salvarono 22 naufraghi e riuscirono a prendere terra in serata a Finalmarina.

Il relitto del Transylvania venne individuato solo il 12 ottobre 2011 a 600 metri di profondità dai Carabinieri Subacquei di Genova del Maggiore Francesco Schilardi, grazie al ROV “Pluto Palla ” dell’Ingegnere Guido Gay che collaborò attivamente alle ricerche.

Con una toccante cerimonia sulla Punta Prodani di Capo Vado, dove si trova la croce commemorativa, il 12 marzo dell’anno successivo, il reparto dei Carabinieri “consegnò” simbolicamente il relitto alle Autorità militari britanniche e ai rappresentanti della “Imperial War Graves Commission”.

La vicenda del Transylvania, pure a oltre cento anni dall’affondamento, è ancora viva nella memoria negli abitanti di Spotorno, Noli, Bergeggi Vado e Savona. 

Luca Battaglieri – Comitato celebrativo Centesimo Anniversario Affondamento del Transylvania

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