Nuovo allarme

Il direttore della Dia: “Mafia albanese in sinergia con l‘ndrangheta, nel mirino appalti e Pnrr”

Il fenomeno del traffico di droga e gli affari in subappalto con nuove interconnessioni tra la criminalità organizzata

antimafia liguria

Liguria. “Oltre alle storiche infiltrazioni di mafia e ‘ndrangheta in Liguria il nuovo allarme riguarda la mafia albanese che ha preso in subappalto varie branche della criminalità dalle cosche calabresi“. Lo ha detto oggi il direttore nazionale della DIA Maurizio Vallone nell’inaugurare la mostra per i trent’anni della Direzione Investigativa Antimafia a palazzo Ducale.

Tra le attività oggetto del fenomeno c’è il traffico di droga: “Gli ultimi maxi sequestri nei porti liguri non dimostrano per forza che c’è stato un aumento del transito di stupefacenti in questo scalo, ma semmai che sono migliorate le capacità investigative. La criminalità organizzata va colpita anche attraverso i sequestri che permettono di danneggiare nel vivo le organizzazioni criminali”, ha aggiunto Vallone.

Oltre ai sequestri di droga necessario intensificare le confische e colpire le mafie nei loro beni materiali e immateriali. Le celebrazioni del trentennale prevedono per la giornata di oggi il convegno dal titolo “Guerra al narcotraffico”.

Tra i temi al centro dell’incontro gli ultimi report della stessa Commissione Antimafia regionale, nei quali sono emerse problematiche relative alla presenza della criminalità organizzata soprattutto nel settore degli appalti e nelle strutture turistico/alberghiere, problemi relativi al fenomeno dell’usura, delle ecomafie e la forte presenza del traffico di stupefacenti nei porti liguri (oltre il 39% della cocaina sequestrata in Italia sta passando dai porti di Genova, Vado Ligure e La Spezia).

E poi: “Precariato, crisi economica e bassi salari rendono “più facile il reclutamento di persone che non sono affiliate ma che lavorano poi per le organizzazioni mafiose come manovalanza. Soprattutto la ‘ndrangheta ha creato avamposti che infiltrano i porti, facendo leva sulla crisi economica e del lavoro” ha aggiunto il direttore Dia. “I proventi della vendita della droga servono poi alle organizzazioni criminali a “inquinare” l’economia sana, finanziando le imprese che quando non possono più restituire i capitali diventano di proprietà delle cosche. “Ma la società civile non sempre è attenta a tutto questo. Ci sono numerosi casi di notai e commercialisti che avrebbero l’obbligo di segnale operazioni sospette e che invece non segnalano”.

Al convegno hanno partecipato il sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo di Roma Anna Canepa, il coordinatore dell’Ufficio rapporti Dna-Dda presso la Direzione Antifrode dell’Adm di Roma Rocco Antonio Burdo, il vice direttore tecnico operativo della Dia Nicola Altiero, il direttore del III servizio della Direzione centrale per i servizi antidroga Giancarlo Scafuri e il direttore della II Divisione del servizio centrale operativo della polizia Marco Martino. I relatori hanno illustrato l’evoluzione della criminalità e i modi per contrastarla, i risultati ottenuti e l’importanza della collaborazione tra le forze dell’ordine e i magistrati di tutto il mondo.

Generico maggio 2022

“Le mafie non sono una pagina di storia ma sono ancora presenti. Sono in un momento di sommersione – ha detto Maurizio Vallone, direttore della Dia – perché non vogliono provocare la reazione dello Stato. E in questo momento tendono a fare affari, a riciclare gli ingenti guadagni derivanti dal traffico della droga. Vogliono entrare negli appalti e impadronirsi dell’economia. Ma oggi si può contrastarla grazie agli strumenti che il Governo ci ha messo a disposizione con il Pnnr e le innovazioni normative che estendono i poteri dei Prefetti sulle interdittive antimafia”.

“Il tema del contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata credo che sia importante e opportuno da affrontare oggi alla luce anche dei giganteschi investimenti che arriveranno nel Paese legati al Pnrr: investimenti che devono essere non solo occasione di crescita, progresso e sviluppo ma anche terreno di assoluta legalità. Va esattamente in questa direzione il protocollo che come Regione abbiamo firmato pochi giorni fa con le organizzazioni sindacali per garantire la tutela dell’occupazione e prevenire il rischio di infiltrazioni criminali negli appalti pubblici” ha detto il presidente della Regione Liguria.

“La lotta al narcotraffico – ha proseguito il presidente della Regione – passa certamente anche dal sistema portuale della Liguria, che è il primo del paese e costituisce spazi e grande opportunità di impresa ma esercita per questo anche un’attrattiva per quei traffici illeciti che attraverso i nostri porti raggiungono il nord Italia. Su questo credo che un grande lavoro sia stato fatto in questi anni in termini di collaborazione intergovernativa, di rapporti tra le polizie e sempre di più potremo fare grazie anche alla capacità tecnologica che cresce quotidianamente nel Paese, in Europa e nel mondo”.

Il presidente della Regione ha affrontato anche un altro aspetto fondamentale della lotta alla criminalità: “Il fatto di offrire a tanti giovani che sono qui e che visiteranno la mostra un costante riferimento alla cultura legalità è qualcosa di assoluta importanza, tanto quanto l’attività di contrasto che viene portata avanti. Non avremo vinto questa battaglia fino a quando non ci sarà in ciascuno di noi e soprattutto tra i giovani l’assoluta convinzione che ogni spazio di inquinamento mafioso costituisce una limitazione alla nostra libertà individuale e alla crescita delle persone”.

“Questo è un traguardo che dobbiamo conquistare tutti insieme: la cultura della legalità, del merito, delle pari opportunità per ogni cittadino è parte integrante del contrasto alla criminalità e dobbiamo difenderla sempre. Ricordo spesso una frase di Borsellino ‘Chi ha paura muore tutti i giorni, chi non ce l’ha muore una volta sola’: chi aiuta le Istituzioni a contrastare l’illegalità diffusa aiuta se stesso nel suo percorso di vita e aiuta il Paese a crescere di più e in modo più giusto. Si tratta di qualcosa di più del contrasto diretto a chi delinque e dev’essere perseguito e giudicato perché – conclude il presidente della Regione – riguarda tutti noi nella vita di tutti i giorni”.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.