Commento

Uniti per la Salute: “La centrale non ha influito sulla qualità dell’aria? Affermazioni che colpiscono la nostra sensibilità”

In aula è stato ascoltato il consulente delle difese ingegnere Giovanni Micheloni

Tirreno Power

Savona. “Oggi nel contesto dell’udienza per il processo per disastro sanitario e ambientale a carico di 26 fra dirigenti e amministratori della Tirreno Power è stato ancora una volta ascoltato il consulente delle difese ingegnere Giovanni Micheloni che ha così terminato la sua lunghissima esposizione nella quale, nel corso di ben tre udienze, si è diffuso nella trattazione di diversi e svariati argomenti dalla meteorologia alla sanità pubblica, dalla chimica dei metalli alla fisica dell’atmosfera all’epidemiologia. Così continua la teoria dei numerosi consulenti delle difese che cercano di contestare l’impianto accusatorio fondato sulle perizie scientifiche dei consulenti della pubblica accusa e autorevolmente avvalorato dall’importante studio di coorte del CNR”. A dirlo è l’associazione Uniti per la Salute.

“Dopo l’esposizione del consulente della difesa c’è stato il controesame del Pubblico Ministero che entrando nel vivo degli argomenti esposti dal consulente della difesa ne ha significativamente contestato diversi aspetti. Quindi per le parti civili l’avvocato Marco Casellato, legale di WWF. Per parte nostra nella lunga esposizione del consulente Micheloni abbiamo anche dovuto ascoltare che secondo le sue teorie, le emissioni della centrale (ricordiamo ben oltre un milione di tonnellate di carbone bruciate all’anno) non avrebbero influito sulla qualità dell’aria. Va bene che di questi tempi si sente dire di tutto e su tutto, ma questa affermazione ha dolorosamente colpito la nostra sensibilità e a nostro parere anche un elementare senso logico”.

“D’altronde, dopo aver distribuito “patenti” di inattendibilità ai consulenti epidemiologi della Procura e agli studiosi del CNR, l’Ingegnere Micheloni (se non erriamo laureato in ingegneria civile ergotecnica) ha infine ammesso di non avere al proprio attivo neppure uno studio o una pubblicazione in materia di epidemiologia. Ribadiamo quindi il nostro interesse diretto alla vicenda processuale che tocca sul vivo la sensibilità e le preoccupazioni di una intera comunità”, hanno concluso.

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