Pensiamoci

Presa di posizione

Savona, città unità in difesa del San Paolo: per Toti e Asl è finito il tempo degli alibi

Parla Giampiero Storti... Ordine del giorno condiviso da tutte le forze politiche, le posizioni di Russo e Schirru

Ospedale San Paolo Savona

Savona. Le battaglie di Albenga, Cairo Montenotte e Pietra Ligure per i loro ospedali hanno in qualche modo – anche se comprensibilmente – oscurato quella per il San Paolo, l’ospedale che in provincia è asservito al maggior numero di cittadini, un numero di utenti che con la ripartenza è ulteriormente aumentato per i croceristi e i nuovi collegamenti con la Sardegna.

Una svolta importante è arrivata dall’ordine del giorno approvato all’unanimità (e in questo sta il significato principale) dal consiglio comunale di Savona, prima firmataria Alessandra Gemelli, “a difesa e per il potenziamento dell’ospedale San Paolo”.

Cercheremo di capirne di più con l’aiuto di Giampiero Storti, presidente del Comitato Amici del San Paolo, del quale ogni volta vanno ricordate la passione, la competenza e la rettitudine etica. Premettiamo infine che eviteremo troppi tecnicismi, anche se magari utili, per far comprendere a chi voglia seguirci il senso più generale del ragionamento.

Ha detto il sindaco Marco Russo: “L’ordine del giorno rappresenta una pagina importante per la Città di Savona perché condiviso da tutti. Vigileremo affinché le richieste siano tenute in doverosa considerazione, mettendo in pratica con urgenza ed efficacia le misure di cui c’è bisogno”.

Ha detto Angelo Schirru, medico, candidato alle ultime elezioni comunali contro Russo: “Va sottolineato subito che il San Paolo ha una popolazione di riferimento di ben 165 mila abitanti, la maggiore della provincia”.

Le richieste dell’ordine del giorno sono rivolte alla Regione (coinvolgendo ovviamente in primo luogo il presidente e assessore alla Sanità Giovanni Toti) e all’Asl 2 e potranno avvalersi del contributo dei sindacati.

Vediamoli allora in sintesi i problemi e le esigenze del San Paolo: ritardo nell’attivazione del Centro ictus, mancanza di medici e infermieri, deficit nell’equipe mobile di chirurgia vascolare e nella radiologia interventistica, valorizzazione del ruolo dei medici di famiglia.

Spiega Storti: “L’angiografo c’è, grazie all’azione dell’ex sindaca Caprioglio, ma ora si tratta di farlo funzionare, perché è evidente che manca la volontà politica per farlo, non il personale medico. La mancanza di personale riguarda tutto l’ospedale, quella di anestesisti e rianimatori è uno dei fatti più gravi perché non consente di effettuare interventi. Si tratta comunque di una realtà tragica, perché molti professionisti preferiscono il settore privato, con migliori stipendi, lavoro e turni meno impegnativi. Per quanto riguarda la chirurgia vascolare serve che i medici di stanza al Santa Corona vengano se necessario al San Paolo e non che il paziente, quando sia in condizioni di gravità, venga trasferito in ambulanza a Pietra Ligure”.

Un capitolo di particolare gravità riguarda le liste di attesa, che assumono talvolta aspetti grotteschi se non fosse per la gravità delle conseguenze, soprattutto con esami diagnostici che non si riescono neppure a prenotare, o lo si può fare solo dopo mesi, anche in caso di patologie che possono portare a conseguenze gravi per il paziente.

Conclude Storti: “La nuova amministrazione comunale, con il sindaco Marco Russo che ringrazio in modo particolare per il suo impegno, il consiglio, la terza commissione devono ora proseguire su questa strada, a cominciare dalle esigenze dell’urgenza/emergenza e dei rapporti con il territorio, proseguendo nell’impegno che fu di Ilaria Caprioglio, purtroppo frenata in alcuni casi da motivi politici. Infine, non si comprende perché solo le ragioni del Santa Corona siano in sostanza ritenute valide o preminenti da una certa politica rispetto alle esigenze dei territori”.

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