Dura replica

Sanità, Brunetto smentisce Garibaldi sull’uscita dall’aula: “Tanto rumore per nulla. Ero in polemica con lui non con Toti”

“Sono salito in ufficio per recuperare la delibera 350 e sono rientrato. Dimettermi? Non scherziamo. Non vedo ‘giganti’ intorno a me, Garibaldi in primis”

Consiglio Regionale Brunello Brunetto Lega

Liguria. “Tanto rumore per nulla”. Parola del presidente della commissione Salute, il leghista Brunello Brunetto, che ha deciso di citare una commedia teatrale scritta da William Shakespeare per rispondere al capogruppo del partito Democratico Articolo Uno Luca Garibaldi.

Ieri le dichiarazioni di Garibaldi avevano fatto molto rumore: ha accusato Toti di “aver già deciso tutto per l’ennesima volta senza un confronto”, ha evidenziato l’uscita dall’aula di Brunetto, a suo dire, “in polemica proprio con Toti” e, infine, ha richiesto, di fatto, “le dimissioni dello stesso Brunetto”. 

Mentre Toti ha subito replicato subito spiegando che “la delibera rappresenta un atto tecnico, e non un atto di programmazione, e come tale, non richiede il passaggio in Consiglio”, la risposta di Brunetto è arrivata questa mattina.

Una replica a dir poco piccata in cui Brunetto in primis ha voluto spiegare e smentire i motivi che lo hanno portato ad allontanarsi dall’aula (è poi rientrato poco dopo) per poi respingere con forza la richiesta di dimissioni. 

Molto rumore per nulla, – ha esordito Brunetto. –  Non potrei definire diversamente quanto accaduto ieri. Una strumentalizzazione politica che trovo davvero assurda. Non ho lasciato l’aula in polemica con il presidente Toti: è vero, sono uscito ‘mugugnando’, come si suol dire, ma ce l’avevo con l’atteggiamento della minoranza e soprattutto con Garibaldi perché ero in disaccordo totale proprio con quanto da lui dichiarato”. 

Non ho abbandonato l’aula, lo ribadisco ancora, anche perché se fosse stato così lo avrei comunicato ufficialmente, ma ciò non è avvenuto. Dopo l’abbandono della minoranza, sono semplicemente uscito e salito nel mio ufficio per recuperare copia della ‘famosa’ delibera 350 di cui si stava discutendo. Qualcuno ha persino citato il fatto che sono uscito con lo zaino in spalla. E allora? Nello zaino conservo quotidianamente circa 200 documenti e lo porto sempre con me, mi sembra persino assurdo doverlo giustificare”, ha proseguito Brunetto. 

La minoranza, in particolare Garibaldi, ha montato il caos sul nulla. Ho anche letto dichiarazioni secondo cui i colleghi della Lega avrebbero ‘cercato di buttare acqua sul fuoco’ dopo la mia uscita, ma non capisco né di quale acqua né di quale fuoco si stia parlando. Semplicemente tutto questo mi sembra volto ad una sterile demagogia politica. Sotto elezioni, ai miei occhi questa appaiono come mosse molto strategiche, dettate da una rincorsa sfrenata al sensazionalismo”, ha aggiunto ancora. 

Quindi la stilettata conclusiva con la richiesta di dimissioni rispedita al mittente, senza se e senza ma, attraverso un’altra citazione, questa volta di Andreotti: “Respingo ogni commento ed ogni invito a farmi da parte, mi sento adeguato per questo ruolo. Se mi dovessi dimettere cosa cambierebbe a Garibaldi? Vorrebbe farlo lui? Non è possibile. Credo di svolgere il ruolo che mi è stato assegnato nel modo più adeguato possibile e chiarisco una volta per tutte che non accetto lezioni da chi non è certo migliore di me, anzi. Come disse Andreotti: ‘So di essere di media statura, ma non vedo giganti attorno a me’”, ha concluso Brunetto. 

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