Alternativa necessaria

Raddoppio ferroviario, i comitati: “Il progetto lascerà la Liguria senz’acqua, senza lavoro e senza treni”

"Il progetto di spostamento a monte è sbagliato nei suoi presupposti e va accantonato"

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Savona. “È questo il futuro che la regione e i suoi cittadini meritano? Senz’acqua, senza lavoro e senza treni?”. Se lo chiedono i comitati locali del ponente savonese (e non solo) che sono contrari e da tempo si battono contro il progetto di raddoppio ferroviario: il Comitato per la salvaguardia del territorio e la tutela della popolazione e della attività procuttive, il Comitato di Borghetto Santo Spirito, il Comitato di Bastia d’Albenga, il comitato di Leca d’Albenga, il Comitato Salea, Atp di Genova, Fridays for Future Genova, Famiglie senza Aiuto, Wwf, Comitato Pendolari Savona-Genova, Comitato Pendolari Levante Ligure, I cittadini e rappresentanti delle categorie ricorrenti al Tar Cinque Terre, SiTram Genova.

“Assurge sempre di più all’onore delle cronache la situazione di grave carenza idrica nel ponente savonese, con numerose località afflitte dal problema (si pensi a Zuccarello in cui sono dovute intervenire le autobotti) e l’avanzamento del ‘cuneo salino’ nell’albenganese – scrivono in una nota le associazioni – Ma il resto della regione sta meglio? L’arrivo di precipitazioni potrà temporaneamente alleviare il problema della crisi idrica, ma ci si dimentica (in preda ad altre emergenze) che siamo di fronte ad un’emergenza climatica mondiale, cui dovrebbe corrispondere adeguata pianificazione del territorio”.

Secondo i vari gruppi “la realizzazione del nefasto progetto di spostamento a monte della ferrovia causerà danni irreversibili alle falde acquifere, e questa cosa è scritta nero su bianco nella stessa documentazione di progetto, dando prescrizioni di dubbia efficacia. Paradossale: mentre si aggrava sempre di più una crisi ambientale, una parte della politica vorrebbe portare avanti un progetto che aggraverà la situazione: un futuro senz’acqua grazie al progetto di spostamento a monte della ferrovia. E la perdita delle falde non potrà che comportare ricadute deleterie al comparto agricolo, il quale ha già espresso con chiarezza la sua contrarietà a questo progetto, rimarcando anche come il consumo di suolo (con ettari ed ettari di territorio persi) porterà danni per cento aziende, con conseguenze dal punto di vista occupazionale. Insomma, un futuro con ancora meno lavoro grazie al progetto di spostamento a monte della ferrovia”.

“Che poi questo progetto abbia conseguenze negative anche sulla mobilità sostenibile, sugli utenti e sull’accessibilità dei territori è una cosa talmente evidente che sorprende doverlo ricordare – prosegue la nota – Ci chiediamo come qualche isolato politico possa ancora sostenere che il servizio migliorerà, a fronte peraltro del disastro già fatto nell’imperiese e del dato che sono gli stessi comitati di pendolari a contestare il progetto. Per concludere, un futuro con ancora meno treni grazie al progetto di spostamento a monte della ferrovia”.

“Molta parte della politica parla di necessità di revisione del progetto. Ma non basta. Il progetto di spostamento a monte è un progetto sbagliato nei suoi presupposti, e va accantonato. E l’ultima cosa di cui c’è bisogno è fare in fretta e portare avanti comunque un progetto sbagliato, cercando di correggere ciò che non è correggibile. Altro che commissariamento. Quest’opera andrebbe ‘decommissariata’ e riportata sui binari giusti di un progetto impostato su corretti criteri ambientali, economici e trasportistici”.

“Bisogna dire un no a questo progetto, ma per dire invece un si: ad un raddoppio ben più economico e funzionale che parta da quel 1/3 della tratta tra Loano ed Albenga già a doppio binario, che va salvaguardato; alla messa in campo di quegli interventi infrastrutturali e tecnologici puntuali, fattibili già subito, come il ripristino dei binari di incrocio, l’adozione di nuove tecnologie di segnalamento e sicurezza (in via di adozione in altre parti d’Italia) e la realizzazione di sottopassi e sovrappassi; al miglioramento ‘domani’ del servizio, cosa che la Regione ha già detto non essere un problema di ‘binario unico’ ma solo di risorse economiche. Sia la Regione a recuperarle ricontrattando economicamente il contratto di servizio con Trenitalia”.

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