Liguria. Finalmente, dopo due anni di sacrifici, gli addetti ai lavori del settore dell’accoglienza possono festeggiare: in Liguria è tutto esaurito o quasi per le festività pasquali, complici da un lato il bel tempo e dall’altro la rimozione dei cantieri in autostrada che ha facilitato i movimenti.
“Siamo agli stessi livelli di Pasqua 2019, cioè prima del Covid – sottolinea Aldo Werdin, presidente regionale di Federalberghi -. Alcune destinazioni hanno registrato il 100% di camere occupate, altre hanno ancora qualche posto libero. Se volessimo essere pignoli, possiamo dire che un po’ di crisi si sente nel fatto che la gente non spende più come prima per le cose superflue. Ma nel complesso possiamo dire che va tutto bene”.
Dunque si confermano corrette le previsioni della Regione, che già qualche giorno fa parlava di prenotazioni al 70% e weekend pasquale di grande impatto per il turismo, con numeri che avrebbero fatto presagire una ripartenza superiore a quella del 2021. Le prospettive quindi sono buone anche per il 25 aprile e il 1° maggio, ma per ora i gestori degli hotel non si sbilanciano: “Si tratta di festività prettamente italiane, è ancora presto per capire cosa succederà”.
La Pasqua segna infatti un fenomeno molto significativo, al di là dei numeri delle presenze: il ritorno della clientela straniera, finora scoraggiata dalle complicazioni delle norme anti-Covid che si sono affievolite ormai in tutta Europa. “Come sempre in primavera ce ne sono pochi – commenta Werdin – ma comunque stiamo tornando a vedere i francesi, gli svizzeri, qualche tedesco in più rispetto all’anno scorso, in generale i Paesi da cui si può arrivare in automobile. Abbiamo avuto anche finlandesi e norvegesi, e questa è una novità che ci fa ben sperare”. L’aspettativa è che gli arrivi dall’estero compensino l’atteso calo di turisti italiani, a loro volta attratti da mete straniere che negli scorsi anni erano difficili da raggiungere.
Per quanto riguarda l’estate prevale ancora la cautela: “Le prenotazioni vanno a rilento, soprattutto quelle dall’Europa – prosegue il presidente regionale di Federalberghi – mentre dagli Stati Uniti stiamo vedendo un ritorno all’antico. Gli americani erano fermi da tre anni, perché prima del Covid c’erano state le elezioni e difficilmente i turisti partono in quel periodo. Se poi saliranno anche le prenotazioni europee torneremo sicuramente a un livello normale”.
In un quadro chiaramente positivo c’è però una nota stonata: le conseguenze della guerra in Ucraina che avranno un impatto anche sul turismo nella nostra regione. A mancare saranno probabilmente i russi: “Sicuramente li andremo a perdere se continueranno il blocco dei conti correnti e in generale le sanzioni”, conferma Werdin. Si tratta di un mercato dal peso specifico abbastanza ridotto (nel 2019 erano il 4% degli stranieri in Liguria e il 5,6% a Genova), ma capace di spendere grandi quantità di denaro sul territorio.
In realtà sarà tutto l’Est Europa a soffrire: secondo il presidente degli albergatori liguri “perderemo anche buona parte presenze turistiche che avevamo iniziato a registrare da Polonia, Ungheria, Lituania ed Estonia. Per quest’anno è probabile che decidano di non andare in giro. L’anno scorso avevamo notato un piccolo incremento da alcuni Paesi dell’ex Urss e gli ungheresi, ad esempio, erano ottimi clienti”. Una lacuna che tuttavia non dovrebbe bastare a pregiudicare un’annata che punta a decollare coi migliori auspici.