Modello

Piano sanitario, il direttore Prioli (Asl2): “Una vera integrazione ospedale-territorio, con l’innesto di nuovi medici”

Il direttore generale a tutto campo sul futuro e le sfide della sanità savonese

Pietra Ligure.Dobbiamo superare certe barriere anche mentali e accettare la necessità di un nuovo modello di cura e assistenza, con l’innesto di nuovi medici e professionalità da tutti i dipartimenti specialistici regionali, una integrazione-interazione indispensabile a supportare il piano sanitario in fase di definizione”.

Parole chiare quelle lanciate oggi dal direttore generale della Asl 2 Marco Damonte Prioli, a margine dell’evento all’Unità Spinale del Santa Corona di Pietra Ligure dedicato alla biomeccanica e alle possibilità riabilitative legate allo sport e nello specifico al tiro con l’arco.

Ma a tenere banco resta l’assetto futuro della sanità savonese, alle prese con proteste dai vari territori e incertezze sui complessivi servizi sanitari: “Tirato per la giacca da una parte e dall’altra? Credo che sia normale nella mia posizione quando si tratta di prendere decisioni così importanti… Fa parte della normale dialettica che si innesca in una situazione delicata e complessa” aggiunge ancora Prioli.

“Quello che posso dire, ad ora, è che si sta lavorando ad un piano organico e strutturato per migliorare la nostra sanità e i servizi ai cittadini”.

“La stessa strutturazione del Pnrr è senz’altro una grande occasione per le risorse disponibili, ma anche molto difficile da un punto di vista tecnico-gestionale – precisa ancora il direttore generale -. Questo, più che in riferimento ai singoli ospedali, vale soprattutto per la sanità territoriale e la rete di strutture, cure e trattamento delle diverse patologie nelle varie località, in primis le Case di Comunità, ma penso anche all’assistenza domiciliare che sarà un punto essenziale considerata la forte presenza di una popolazione anziana”.

“L’asset ospedaliero, al quale siamo troppo abituati, va superato e l’ospedale non può essere più una entità isolata, intervenendo prima che si possa verificare un accesso ad un pronto soccorso o magari uno stesso ricovero: una sfida difficile, certo, ma da traguardare con i giusti passaggi, con una riorganizzazione complessiva e qualche elemento innovativo, come la stessa telemedicina, ad esempio… Così si può realizzare una vera integrazione ospedale-territorio“.

E sul nuovo modello sanitario in itinere: “Credo sia opportuna la linea intrapresa di una sinergica collaborazione dipartimentale e tra aziende sanitarie a livello ligure, lo abbiamo fatto per Neuroscienze e annuncio che lo faremo a breve anche per l’Anestesia, con il San Martino e l’Università di Genova. Stesso discorso vale per la Neonatologia e il Punto Nascite, grazie alla preziosa risorsa che abbiamo, ovvero il Gaslini”.

Quanto alla carenza di medici: “Questo modello in costruzione sono convinto renderà la nostra sanità più attrattiva anche per gli stessi medici, fermo restando che attualmente già possiamo contare su professionalità di eccellenza. Penso che tra 3-4 anni si potrà verificare anche un ricambio naturale del personale medico e specialistico, nel frattempo la rimodulazione in atto deve portare ad una copertura adeguata delle richieste, tramite il medesimo interscambio indicato a livello regionale”.

“La Asl 2 ha fatto e sta facendo un grosso sforzo per compensare alla mancanza di alcune professionalità che riguarda settori e specialità sanitarie: recentemente abbiamo contrattualizzato 7 nuovi ortopedici e 4 anestesisti, ad esempio, e lavoreremo a cilo continuo per nuovi innesti nei contesti di maggior criticità” conclude il direttore Prioli.

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