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Ospedale Cairo, Comitato: “Toti non ha ancora capito le necessità della Valbormida”

"Le chiediamo di scendere in strada umilmente, parlare con i cittadini e fare il loro interesse come impone il mandato che ha ricevuto"

manifestazione ospedale cairo

Cairo Montenotte. “Ci rendiamo conto che ancora una volta il presidente Toti non ha capito quali siano le reali necessità della Valbormida”. A dirlo è il Comitato sanitario locale in risposta alle dichiarazioni del governatore arrivate a poche ore dalla manifestazione organizzata lo scorso sabato che ha visto scendere in piazza 3mila cittadini a difesa dell’ospedale San Giuseppe.

Toti, infatti, ha parlato di “brutta politica” e di “bugie ripetute” ai cittadini che in questo modo avrebbero una “sanità peggiore e pericolosa” sottolineando come “le ricette per una corretta sanità non sono quelle che si gridano dai palchi”. “Chi oggi parla di un depotenziamento dell’ospedale di Cairo Montenotte mente sapendo di mentire”, ha detto il governatore che poi ha mandato un messaggio agli amministratori: “Chi specula sulla paura per una manciata di voti non è degno di governare una comunità, certamente è incapace di costruire una sanità migliore e, se fosse ascoltato, lui sì sarebbe il responsabile della morte di cittadini mal curati”.

Parole dure che il presidente Toti giustifica con i dati: “Lo screening di Alisa evidenzia che la maggior parte delle richieste in Valbormida derivano dalla bassa e bassissima intensità e su questo stiamo indirizzando i nostri interventi – ha spiegato – Con il nostro progetto stimiamo di poter rispondere al 90% delle domande cliniche del territorio. Al San Giuseppe è prevista la realizzazione di una casa e di un ospedale di comunità con 20 posti letto e di un reparto di riabilitazione post acuti da altri 40 posti, per un totale di 60 posti. Questo consentirà il miglioramento delle cure per patologie di media e bassa intensità con equipe multidisciplinari e specialisti ambulatoriali, servizi infermieristici e diagnostici, nonché un punto di primo intervento.

In totale l’investimento sarà di 10,5 milioni di euro, di cui 8,1 saranno destinati all’edificio “ex Maddalena” per l’adeguamento anti sismico e la creazione dell’ospedale di comunità al primo piano, del reparto di riabilitazione al secondo piano, della casa di comunità.

E proprio da qui nasce parte della preoccupazione del Comitato sanitario locale: “Riaffermare che grazie al Pnrr  il 90% delle esigenze del territorio saranno soddisfatte ci porta a pensare che forse Toti dimentica che la maggior parte dei fondi citati sono destinati a rifare o adeguare le strutture e non a riempire queste strutture di servizi e di personale – commenta il presidente Giuliano Fasolato – In Italia ci sono già, sparse ovunque, cattedrali nel deserto costruite per meri interessi politici senza che diano poi un minimo ritorno assistenziale alla popolazione: ne abbiamo già una buona esperienza per le sale operatorie a Cairo Montenotte costruite anni fa e oggi non utilizzate”.

“L’ospedale di comunità – prosegue Fasolato – viene decantato come risoluzione totale dei problemi della Valbormida: ci chiediamo e chiediamo a lui come intende riempire e rendere operativa quella struttura che il Pnrr permette di realizzare. Quali saranno le reali attività che verranno garantite, con quale personale e quando la popolazione potrà fruirne. Ricordiamo che per la questione personale, il Pnrr non prevede alcun capitolo di spesa. E da quanto ne sappiamo il personale che potrebbe essere coinvolto (medici di base ecc) è già attualmente in affanno per carenze di organico e tra un paio di anni il 50% di quelli operanti raggiungerà l’età pensionistica. Forse Alisa ha un cilindro magico dal quale si potranno estrarre i medici? Siamo stanchi di ribadire l’evidenza”.

E sull’accusa di perseguire una politica miope o ipocrita, “le rinviamo al mittente – dice Fasolato – così come l’argomentazione secondo la quale nella nostra valle non ci sono i numeri che giustifichino un Pronto Soccorso”. Secondo il presidente del Comitato, infatti,  “i pochi accessi sono stati creati apposta per poter affermare che non c’è bisogno di un servizio di emergenza: se le pubbliche assistenze per partito preso non vengono inviate a Cairo Montenotte, è ovvio che gli accessi diminuiscano. Questo non lo diciamo solo noi, ma è una chiara denuncia fatta da tutti i militi delle pubbliche assistenze: al Punto di Primo Intervento di Cairo arrivano solo i pazienti in autopresentazione. Poi dovrebbe spiegarci perché è meglio il nulla che un pronto soccorso sufficientemente efficiente per 24 ore”.

“Quindi tutto ciò cosa significa? È ipocrisia (la chiamiamo così per essere gentili), ma da parte di chi? – si domanda Fasolato – Questo è un sistema subdolo che vuole evitare di offrire ai cittadini un servizio salvavita. E non crediamo siano solo i numeri che determinano l’efficienza di una struttura, ma sono le persone che con la loro determinazione e professionalità danno il valore aggiunto”.

“Se il presidente Toti avesse prestato un minimo di attenzione alla presentazione fatta sabato ad inizio manifestazione – evidenzia – avrebbe capito che la Valbormida necessita anche di altri servizi che sono quelli che 3000 e più cittadini  per le vie di Cairo hanno ribadito a gran voce e che sono state scritte nel documento unitario (a lui ben noto) redatto dal Distretto Sociosanitario, dalle rappresentanze sindacali Cgil-Cisl-Uil Savona e dal Comitato Sanitario Locale Valbormida. A dare ancora più forza a queste richieste alla manifestazione erano presenti 18 sindaci della valle che senza colore politico, ma con un unico obiettivo, hanno voluto rappresentare l’intera comunità (40.000 abitanti) e hanno nuovamente sottoscritto pubblicamente le necessità di cui la Val Bormida ha bisogno con urgenza”.

“Caro presidente Toti, il nostro comitato, come è risaputo, agisce solo ed esclusivamente per l’interesse della collettività, non appartiene a schieramenti politici di sorta e men che mai agirebbe approfittando delle paure della gente. Le continue bugie sulla sanità sono vostre, unico strumento impattante in ogni periodo elettorale, fanno parte del vostro dna”.

“Questa volta – conclude Fasolato – le chiediamo di scendere in strada umilmente, parlare con i cittadini e fare il loro interesse come impone il mandato che ha ricevuto. Le chiediamo anche di mettere  all’ordine del giorno di portare a bilancio un aumento di spesa al fine di trasformare l’ospedale San Giuseppe di Cairo Montenotte in ‘ospedale con sede di pronto soccorso’. Dia una risposta concreta alle nostre richieste che sono indispensabili per garantire la sicurezza dei pazienti. Non costringa la popolazione della Liguria intera a presentarsi sotto i palazzi della Regione per protestare richiedendo solo ciò che le spetta”.

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