Cordoglio

Folla immensa per l’ultimo saluto a Claudio Tiranini: “La vita non è il successo, ma le relazioni. E Claudio l’ha vissuta appieno”

Tantissime persone si sono assiepate all'interno della cattedrale (occupando panche e posti in piedi) e più di metà della piazza antistante

Savona. Una folla immensa e addolorata ed un gran numero di fiori hanno accompagnato, questo pomeriggio in duomo a Savona, le esequie di Claudio Tiranini, deceduto venerdì pomeriggio al largo delle Fornaci a Savona mentre stava facendo kitesurf.

Ad accompagnare il feretro nell’ultimo viaggio i famigliari, gli amici e molti colleghi albergatori e ristoratori dello chef del ristorante A Spurcacciun-A di Savona. Tantissime persone si sono assiepate all’interno della cattedrale (occupando panche e posti in piedi) e più di metà della piazza antistante. A testimonianza dell’affetto che gli abitanti della città (ma non solo) provavano nei confronti di Tiranini ed il profondo cordoglio che la sua improvvisa scomparsa ha generato.

A celebrare il funerale il vescovo emerito Vittorio Lupi e il rettore del Duomo, don Piero Giacosa: “È nel contesto liturgico della Quaresima che salutiamo il nostro fratello Claudio – ha detto quest’ultimo nella sua omelia – La misericordia è imparare a stare accanto alle persone: oggi siamo qua proprio accanto a Claudio perché la sua morte ci ha spaventato e colto di sorpresa, ma a tutto questo voglio aggiungere la cosa che mi sembra più importante: ciò che ci ha permesso oggi di essere qua è il fatto che Claudio ha vissuto pienamente la sua vita, in modo così incisivo da non essere indifferente a tutti noi. Venire in chiesa a celebrare la morte di qualcuno è la cosa più ‘brutta’ che possiamo fare per quella persona: siamo qui invece perché la sua vita è stata significativa per noi. Noi siamo qua per dire a Claudio che la sua vita, a noi, è interessata, che è stata per noi un’esperienza fondamentale, un dono che ha condiviso anche con noi”.

“La bellezza dell’essere oggi qui in tanti è il fatto che la vita non è il successo, non è l’affermarsi, ma sono le relazioni: se siamo qui è perché la vita di Claudio è stata piena di relazioni. Dietro al successo spesso c’è una vita di relazioni: se qualcuno non è capace a relazionarsi difficilmente riesce a realizzare la sua vita. Questa è la cosa più importante che abbiamo, perché alla fine della vita di cosa dobbiamo raccontare, se non delle persone che abbiamo amato? Questa è la cosa che dovremmo tenere cara mentre salutiamo Claudio. Il percorso della vita ci porta a momenti di separazione e lacerazione, ma la fede li illumina dicendoci che ciò che abbiamo vissuto non è finito. Non è vero che chi è morto non c’è più: è solo nella stanza accanto, e noi dobbiamo imparare ad aprire quella porta. Una porta attraverso cui passeremo tutti”.

L’uscita del feretro è stata accompagnata da un applauso, al quale è seguito immediatamente un profondo e raccolto silenzio.

Il giorno della tragedia Tiranini era uscito in mare con il kitesurf, ma non è riuscito a tornare a riva. Lanciato l’allarme si sono subito attivati i soccorsi, ma i tentativi di rianimazione sono risultati inutili. All’arrivo della motovedetta della Guardia Costiera le condizioni dell’uomo erano già critiche: è stato trovato aggrovigliato alla vela del kitesurf privo di sensi. All’ospedale San Paolo di Savona è stato constato poi il decesso.

Claudio Tiranini è stato un noto chef savonese, ma la sua carriera nel mondo della cucina è andata oltre i confini liguri: è stato nel “dream team” di cuochi che hanno curato la cena per la festa di compleanno a sorpresa del famoso pasticcere Iginio Massari che si è tenuta nel ristorante Carlo Magno di Collebeato nel 2017.

A preparare la cena stellare una “brigata” di cucina d’eccezione con chef del calibro di Alessandro Borghese, Gennaro Esposito, Igles Corelli, Philippe Léveillé, Ljubica Komlenic, Beppe Maffioli, Ezio Marinato e, appunto, il savonese Claudio Tiranini.

Oltre che per le sue doti culinarie, Tiranini si è distinto anche per la sua simpatia, in grado di conquistare i clienti sin dal primo incontro. Nella sua Savona, e nel suo ristorante in via Nizza, è stato a fianco della sorella Pervinca. Insieme hanno portato avanti per anni uno degli esempi di impresa più noti e longevi della città della Torretta.

Quello che avevano in comune i due non solo la passione per il mare – lo scorso settembre nella stessa location del Mare Hotel la sorella ha celebrato un matrimonio subaqueo -, ma lo sguardo oltre i confini territoriali che li ha però tenuti sempre con i piedi ben piantati nelle proprie origini: nel 2017 hanno voluto, ad esempio, ospitare al Mare Hotel il celebre dj francese Bob Sinclar. Il successo è stato assicurato: i mercoledì di “We Love Marea” hanno visto negli anni raggiungere più di 15mila presenze a stagione con una proposta di cibo e musica d’eccezione.

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