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Per un pensiero altro

Effetto Pigmalione

"Per un Pensiero Altro" è la rubrica filosofica di IVG: ogni mercoledì, partendo da frasi e citazioni, tracce per "itinerari alternativi"

Pensiero altro 20 aprile 2022

“Chi si mette ad interpretare un testo attua sempre un progetto. Sulla base del più immediato senso che il testo gli esibisce, egli abbozza preliminarmente un significato del tutto. E anche il senso più immediato il testo lo esibisce solo in quanto lo si legge con certe attese determinate. La pre-comprensione di ciò che si dà da comprendere consiste tutta nella elaborazione di questo progetto preliminare, che ovviamente viene continuamente riveduto in base a ciò che risulta dall’ulteriore penetrazione del testo». Il passo è tratto da Verità e metodo, un lavoro che sta a fondamento dell’ermeneutica gadameriana. La filosofia di Hans-Georg Gadamer si sviluppa principalmente nell’ambito della ricerca estetica e della filosofia del linguaggio ma risulta altrettanto illuminante se l’oggetto di studio non è solo un testo ma una situazione oppure una persona. Ho fatto riferimento al suo pensiero anche se il tema affrontato in questa sede nasce dall’osservazione di quanto si stia abbassando il livello della scuola e dell’università in Italia. L’effetto Pigmalione, infatti, pur riscontrabile in diversi contesti, è stato rilevato e analizzato prevalentemente in ambito scolastico. Non ci resta che verificarne il potenziale contributo alla nostra riflessione dopo averlo sinteticamente presentato.

Nel 1965 Robert Rosenthal, professore di psicologia dell’università di Harvard, in collaborazione con un’insegnante delle elementari, Lenore Jacobson, prendendo spunto dal caso di Clever Hans, un cavallo che si presumeva fosse in grado di comprendere problemi matematici ma che si dimostrò piuttosto capace di essere condizionato da segnali involontari comunicati inconsapevolmente dal corpo del suo in addestratore, formulò la teoria che i soggetti agiti da aspettative particolari potessero risultare condizionati dalle stesse. Per verificare tali intuizioni lui e la sua équipe idearono una sorta di esperimento di psicologia sociale. Dopo aver sottoposto un gruppo di giovani alunni ad un test di intelligenza ed aver elaborato gli esiti individuando i vari quozienti per ogni soggetto, questi vennero comunicati agli insegnati del gruppo analizzato non rispettando la graduatoria di fatto. L’esperimento consisteva nel verificare, a distanza di un anno, quale effetto tale manipolazione avesse prodotto. Il risultato dimostrò che gli studenti indicati come i più dotati avevano di fatto conseguito i risultati migliori mentre altri, in verità più capaci , almeno in base al test, avevano segnato un notevole peggioramento. Potremmo allora affermare che si era di fatto realizzato un “circolo ermeneutico viziato” o, ricorrendo a espressioni specifiche della disciplina, che all’interno del fenomeno chiamato “profezia che si autorealizza”, si può osservare un effetto Pigmalione in positivo ed anche un suo corollario negativo ribattezzato effetto Golem. Nel primo caso si collocano studenti scarsamente dotati che hanno migliorato considerevolmente i loro esiti, nel secondo rientrano gli studenti particolarmente dotati che hanno peggiorato il loro rendimento.

Può essere interessante conoscere la radice mitologica che ha suggerito di battezzare lo studio in questione con il nome di Pigmalione. Secondo quanto riportato da Filostefano di Cirene, Pigmalione era un re di Cipro che si innamorò perdutamente della statua che rappresentava Afrodite; nella versione di Ovidio, nelle sue Metamorfosi, il re diviene uno scultore che si innamora della donna perfetta che lui stesso aveva scolpito tanto da pregare Afrodite di renderla umana. Nel secolo scorso sarà George Bernard Shaw a riprendere il mito nella sua opera teatrale che prende il titolo appunto di Pigmalione, anche se in quella versione il protagonista è un insegnante di fonetica e l’oggetto del suo interesse una giovane fioraia, Lisa, che lui vuole trasformare in una donna “di alta classe”. È in relazione soprattutto a questa ultima versione che Rosenthal sceglie Pigmalione come nome per la sua ricerca, infatti tale effetto si realizza in maniera particolarmente evidente nel rapporto tra insegnante e discente. Mi sembra evidente che la responsabilità del pre-giudizio con il quale il docente si accosta all’attività didattica ed educativa appaia fondamentale, non è un caso che Maria Montessori reputava determinante il fatto che l’insegnante si accostasse all’allievo sempre con un atteggiamento pregiudizialmente positivo. In realtà l’effetto Pigmalione è stato verificato ed utilizzato deliberatamente anche in altri contesti, specie in quello lavorativo, anche se, in questo caso, l’intento del datore di lavoro era quello di accrescere la redditività del dipendente per l’utile dell’impresa, mentre nel primo contesto, quello scolastico, il fine dell’agire aveva ragioni sicuramente più utili per chi era oggetto della strategia che non per chi la metteva in atto.

Per tentare un minimo di completezza nei confronti della riflessione di Gadamer e per meglio chiarire il senso di questo argomentare, è utile aggiungere quanto il pensatore tedesco scrive poco più oltre in Verità e metodo: «Chi vuol comprendere un testo deve essere pronto a lasciarsi dire qualcosa da esso. Perciò una coscienza ermeneuticamente educata deve essere preliminarmente sensibile all’alterità del testo. Tale sensibilità non presuppone né un’obiettiva neutralità, né un oblio da se stessi, ma implica una precisa presa di coscienza delle proprie pre-supposizioni e dei propri pre-giudizi». La mia tesi, alla luce di quanto scritto finora, può essere così sintetizzata: se estendiamo il concetto di “circolo ermeneutico” espresso da Gadamer dal rapporto tra lettore e testo a quello tra società-scuola e popolo-studente, ben comprendiamo che le aspettative che inevitabilmente tendono a realizzarsi condizionando l’agire di chi è oggetto delle stesse, divengono un indicatore illuminante sulla volontà e l’intelligenza dell’attore di tale agire. Per essere ancora più espliciti: se il sistema paese “profetizza” un popolo composto da soggetti depensati, poco interessati al sociale, assolutamente non lungimiranti, facili da distrarre e da accontentare abbassandone le attese a livello culturale e di dignità individuale, propensi a barattare la propria qualità esistenziale con compensi economici e voluttuari, insofferenti al pensiero, alla lettura, all’approfondimento, attratti dalle più bieche semplificazioni, soggetti per i quali conta il fine, che sia uno stipendio o un titolo di studio è irrilevante, indipendentemente dalla qualità del proprio lavoro e del proprio impegno intellettuale, ebbene, risulta evidente che “l’alterità del testo” si nullifica nella più totale omologazione spersonalizzante mentre le pre-supposizioni e i pre-giudizi non sono più oggetto di “presa di coscienza” ma conseguenza e fondamento del “non pensiero” unico. Ho lavorato per molti anni nell’ambito della comunicazione e dell’insegnamento ed è per questa mia esperienza che, nonostante l’attuale decadenza che denuncio, sono ancora ottimista; quanti intellettuali, quanti insegnanti quante giovani menti ho conosciuto che ancora credono e lavorano per un fine alto, collocando l’essere umano al centro del proprio impegno, celebrando il circolo ermeneutico della propria esistenza in un continuo processo di crescita, certo, non posso non stigmatizzare la condizione di minorità delle persone di cui scrivo, l’inevitabile solitudine nella quale un sistema ottuso e capillarmente invasivo le colloca, la banalità di una informazione via internet che, ne sono prova evidente gli ultimi anni, ha prodotto medici, virologi, politologi, storici senza che questi abbiano percorso l’impegnativo e affascinante viaggio dello studio. È passata la convinzione che il diritto all’opinione personale garantisca l’equivalenza di ogni opinione, si è confuso il concetto di uguaglianza con quello di omologazione, quello di libertà individuale con quello di antagonismo come affermazione dell’io.

Per un Pensiero Altro è la rubrica filosofica di IVG, a cura di Ferruccio Masci, in uscita ogni mercoledì.

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