Bagarre

Clamoroso ad Albenga, il consiglio si spacca sull’ospedale. Il pubblico lascia la sala: “Vergognatevi”

Scontro sulla delibera della minoranza e sugli emendamenti della maggioranza: alla fine passa, ma Tomatis (Fdi) e Distilo escono e Forza Italia e Lega votano contro

Consiglio comunale Albenga

Albenga. È bagarre in consiglio comunale ad Albenga, che si conclude nel peggiore dei modi, disegnando il peggiore degli scenari: una spaccatura, che appare difficilmente sanabile, sul tema sanità. La pietra della discordia: una proposta di delibera presentata dalla minoranza (e firmata da Diego Distilo) e i relativi emendamenti suggeriti dalla maggioranza. 

È passato poco più di un mese dalla grande marcia per l’ospedale di Albenga, quando oltre 5mila persone hanno sfilato per le strade della città per richiedere la riapertura dell’ospedale. Una manifestazione imponente, sotto lo slogan “Senza Pronto Soccorso si muore”, replicata poi da cittadini e associazioni nel corso di altri eventi ad hoc, che hanno fatto emergere con chiarezza l’unione di intenti dell’intero territorio. 

Unione di intenti che, però, ieri è venuta incredibilmente a mancare proprio tra coloro che i cittadini li rappresentano. E non è bastato nemmeno il tentativo di conciliazione finale dell’ex sindaco Giorgio Cangiano.

Una mediazione senza esito, al punto da spazientire anche il pubblico in sala degli Stucchi, tra cui il presidente della Croce Bianca di Albenga Dino Ardoino. Alla fine, i presenti hanno lasciato la sala palesando tutta la sua delusione per quanto accaduto, affermando: “Vergognatevi. Voi non fate gli interessi di Albenga”. Parole e azione forti, sintomo dello spirito che ha animato l’intera seduta. 

Ma andiamo con ordine. La seduta si è aperta con un doveroso minuto di raccoglimento per le vittime della guerra tra Russia e Ucraina e la decisione di rinviare la mozione di Riccardo Minucci sulla possibile intitolazione di una piazza ingauna a Gino Strada al prossimo consiglio. 

E fin qui, tutto bene. Poi si è passati alla trattazione dell’argomento clou del consiglio straordinario: la proposta di delibera avente ad oggetto il “Raddoppio dell’ospedale Santa Maria di Misericordia di Albenga”, scritta e firmata da Eraldo Ciangherotti (Forza Italia), Cristina Porro e Gero Calleri (Lega) e Diego Distilo, ex membro della maggioranza, a certificare ulteriormente e sempre più concretamente un riavvicinamento di quest’ultimo al cdx ingauno. 

Cosa chiedeva la proposta di delibera “originale”? Di “chiedere al governatore Giovanni Toti, la immediata riapertura del Punto di primo intervento H24 con i medici specialisti dell’emergenza come funzionava in precedenza, prima della sua chiusura nel marzo 2020, all’inizio del Covid 19; chiedere di predisporre tutto quanto necessario al fine della realizzazione del raddoppio dell’ospedale Santa Maria  senza interruzione di servizio; chiedere l’attuazione del progetto di complementarietà tra ospedale Santa Maria di Misericordia e ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, trasferendo in Albenga il Dea di II livello e con esso i reparti necessari al suo regolare funzionamento, creando così un polo ospedaliero tra Albenga e Pietra Ligure di grande modernità, funzionalità ed eccellenza”. 

Quindi, per voce del consigliere Emanuela Guerra, che ha sintetizzato il pensiero della maggioranza, sono stati proposti alcuni emendamenti, così riassunti: “chiedere la riapertura di un pronto soccorso e non di un PPI; non parlare solo di raddoppio ma anche di ampliamento; non chiedere lo spostamento del Dea di II Livello da Pietra ad Albenga; chiedere l’immediata restituzione delle delega alla sanità da parte del presidente Toti”.

A quel punto, il presidente del consiglio comunale Distilo “preso atto che gli emendamenti sarebbero andati a modificare sostanzialmente la delibera presentata”, ha richiesto una rapida e immediata riunione dei capigruppo. Sembrava il preludio di un punto di incontro che, però, non è mai arrivato. Al rientro in sala, infatti, è scoppiata la bagarre vera e propria. 

Mentre da una parte i consiglieri di Forza Italia e Lega (in questo caso Calleri anche in vece di Porro, assente) e Distilo si sono trincerati dietro la “difesa” della delibera originale, accusando la giunta albenganese “di non avere alcun peso politico e di mentire ai cittadini attraverso gli emendamenti”, dall’altra altrettanto hanno fatto i consiglieri di maggioranza sugli emendamenti, chiedendo a più riprese “di non creare un dualismo, inutile, con Santa Corona e Pietra Ligure”, fino a quando non si è arrivati al punto di rottura definitivo. 

Una rottura certificata dal voto sulla delibera emendata. Minucci e Roberto Tomatis, dal canto loro, hanno fatto la voce fuori dal coro all’interno della minoranza, chiedendo a loro volta di “evitare spaccature inutili e di ricercare un’unità di intenti” che non si è però trovata. Fallito anche l’ultimo tentativo dell’ex sindaco Cangiano che, già nel mezzo della votazione, ha comunque provato ancora a trovare un punto di incontro.

Gli emendamenti sono stati votati favorevolmente da tutti i consiglieri di maggioranza e da Minucci (che però si è poi astenuto durante la votazione della delibera emendata), mentre sono arrivati i voti contrari di Ciangherotti (Forza Italia) e Calleri (Lega). Distilo e Roberto Tomatis, che lo aveva annunciato nel suo intervento (“al di là dei contenuti, mi rifiuterò a prescindere di votare un documento non condiviso all’unanimità), hanno lasciato la sala. 

Alla fine, ovviamente numeri alla mano, la delibera, contenente anche la richiesta di rimettere la delega alla Sanità rivolta al governatore regionale Toti, è passata. Ma il documento, mai come questa volta, è riuscito a dividere e non ad unire. 

E se ne è accorto anche il pubblico (tra cui tanti cittadini e rappresentanti di associazioni legati allo slogan “senza pronto soccorso si muore) che, ritornato in presenza dopo due anni di assenza causa Covid, si sarebbe aspettato di assistere ad uno “spettacolo” decisamente migliore.

Ora la strada politica, se possibile, si fa ancora più tortuosa. “Dividi et impera” dicevano i romani e Albenga ieri sera, volente o nolente, ha preparato il terreno perchè questo avvenga. Di sicuro non è intenzione di cittadini comuni, associazioni e comitati, che restano uniti, e annunciano nuove manifestazione di protesta. 

A nulla è servito anche l’appello lanciato ieri via social dai Fieui di Caruggi, tra i più attivi nella battaglia per la riapertura del pronto soccorso: “La gente di Albenga e del comprensorio sta lottando per un obiettivo comune: non deludetela. Un accordo sarà un grande segnale, una spaccatura sul tema ospedale rischia di compromettere tutto. E fare il gioco di chi sta penalizzando il nostro territorio”, avevano scritto. 

Niente di tutto questo. Al post in questione, infatti, ne è seguito un secondo, dopo il consiglio, molto eloquente: “Un momento triste per Albenga e il suo comprensorio e per chi con entusiasmo e trasparenza ha fin qui lottato per ridare ai cittadini ciò che è stato loro arbitrariamente tolto. Ancora una volta ‘Arbenga a nescia’ ha dato il meglio di sè“, hanno dichiarato i Monelli Ingauni.

IL SINDACO TOMATIS: “NO ALLA ‘GUERRA’ CON IL SANTA CORONA. NON CHIEDIAMO CHIUSURE, MA APERTURE”

“Nessun taglio o riduzione dell’offerta sanitaria del ponente ligure, ma riaperture e potenziamento dei servizi ai cittadini. Non possiamo esserci già dimenticati quello che l’esperienza Covid dovrebbe averci insegnato: è fondamentale investire sulla sanità. Siamo appena usciti dalla pandemia Covid che ha evidenziato una grave carenza sanitaria determinata dalla politica di tagli fatta negli ultimi 20 anni. Quando eravamo in piena emergenza abbiamo sempre detto: ‘mai più tagli alla sanità’, oggi è impensabile chiedere che venga chiuso un Dea di II livello per spostarlo da un’altra parte. Dobbiamo chiedere che ci sia un’apertura dei reparti, non una chiusura”.

“Tra l’altro questo non farebbe che spostare il problema da un territorio all’altro oltre ad essere una proposta moralmente inaccettabile. Noi stiamo lottando da anni per avere un pronto soccorso ad Albenga, come possiamo chiedere di sguarnire un altro territorio di reparti di emergenza fondamentali facendo subire loro le stesse cose per le quali noi stiamo lottando oggi? Non dobbiamo chiedere chiusure, ma dobbiamo chiedere che ad Albenga venga aperto il Pronto soccorso, eventualmente in collaborazione con il Dea di II Livello del Santa Corona nell’ottica dei due ospedali uniti come dovrebbe già essere. Il comprensorio ingauno deve avere un reparto che assicuri un servizio di emergenza 24 ore al giorno. Non accettiamo, inoltre, che si dica che non è possibile avere il Pronto Soccorso ad Albenga a causa delle prescrizioni contenute nel DM 70”.

“Sul punto occorre fare una considerazione. Quando si voleva assegnare l’Ospedale di Albenga ai privati il bando di gara prevedeva la riapertura del PS e siccome i privati convenzionati seguono le stesse norme del pubblico, non è pensabile che se fino ad allora il PS si poteva aprire, oggi, per legge, ciò non è più possibile. Senza contare la possibilità di andare in deroga al DM 70 così come avvenuto in altre zone e regioni d’Italia che, avendo caratteristiche simili alle nostre – o perché durante certi periodi dell’anno si registrava un aumento delle presenze o a causa della situazione della viabilità- hanno per l’appunto ottenuto tale possibilità. Con questo documento chiediamo, insomma, che non avvengano tagli ma investimenti e che l’ospedale di Albenga venga incrementato, fino anche al raddoppio. Solo così non ci troveremo a lottare continuamente per avere quei servizi e quei reparti che sono indispensabili per il nostro comprensorio”.

“Non era votabile un documento che chiedeva la chiusura del Dea di Santa Corona per aprirlo ad Albenga. Sappiamo bene che, in quel modo, si sarebbe fatto il gioco di Toti. Quella delibera avrebbe spaccato un intero territorio. A rimetterci sarebbe stato tutto il Ponente ligure. Chiudere il Dea di II livello a Santa Corona, oltre a non essere la soluzione ai problemi del territorio, avrebbe voluto dire rischiare che questo potesse essere spostato a Savona o ancora più in lontano, non ad Albenga”. 

“Votare la delibera proposta dalla minoranza, inoltre, sarebbe stato contrario allo spirito dell’iniziativa pro ospedale partita dall’iniziativa di tutto il territorio e condivisa con i cittadini. Sarebbe stato tradire tutti coloro che sono scesi in piazza sulla base di in messaggio preciso: si apre e non si chiude. Mi dispiace che la minoranza non abbia voluto aderire ai nostri emendamenti che, di fatto, avrebbero reso la delibera aderente a tutti quei principi che abbiamo condiviso fino adesso e ci siamo impegnati a portare avanti”.

CIANGHEROTTI (FI): “UN ‘NO’ A COLPI DI EMENDAMENTI. SINDACO INADEGUATO”

“Il sindaco Riccardo Tomatis è incapace di gestire la sanità nell’interesse dei cittadini albenganesi. Il quadro, già chiaro da diverso tempo, emerge nuovamente con forza a seguito del voto del consiglio comunale di questa sera, che ha respinto, a colpi di emendamenti, l’ordine del giorno presentato da Lega e Forza Italia per il trasferimento del Dea di II livello dal Santa Corona al Santa Maria di Misericordia”.

“Alla fine tutti i nodi vengono al pettine. Il legame che unisce il sindaco Tomatis al suo datore di lavoro, l’Asl2, lo rende inadeguato a difendere gli interessi dei cittadini. A cosa serve, come dichiarato dal sindaco nei giorni scorsi, provare a chiedere chiarimenti sul decreto Balduzzi con l’aiuto dell’onorevole Franco Vazio? Il testo è chiaro e non si presta a interpretazioni. Il bacino del finalese e dell’albenganese sommato insieme, non ha alcun diritto ad avere due pronto soccorsi a 15 km di distanza. Per riavere il Pronto soccorso di Albenga, bisogna cambiare la legge nazionale e qui più che Giovanni Toti è il Ministro del partito democratico Roberto Speranza a dover modificare le norme. A questo punto, il dubbio, piuttosto, è che il duo targato PD Tomatis-Vazio abbia messo in piedi tutta questa sceneggiata solo per compattare la gente intorno al sindaco”.

“Guarda caso, Riccardo Tomatis ha iniziato a chiedere un pronto soccorso per l’ospedale di Albenga nel momento peggiore della sua amministrazione, ovvero quando è iniziato lo strappo con il presidente Diego Distilo. Arrivati a questo punto, il sottoscritto non intende prendere parte a questo teatrino organizzato solo per provare a dare credibilità ad un sindaco inadeguato. Riccardo Tomatis deve rispondere un giorno al suo datore di lavoro, l’Asl, e un altro giorno al suo partito politico, il PD. Come può un sindaco in questa posizione difendere seriamente gli interessi dei cittadini in un ambito così importante come la sanità?”.

“È inutile girarci intorno. Il decreto Balduzzi parla chiaro e non ammette deroghe. Toti non potrà mai autorizzare due pronto soccorso a 15km di distanza in un bacino di abitanti pari a circa 110 mila unità. Questo dovrebbe bastare per far comprendere ai cittadini che l’iniziativa del sindaco Tomatis è puramente strumentale e finalizzata all’ottenimento di facili consensi sulla salute delle persone. Tutti vogliamo un Pronto soccorso per ogni distretto sanitario, ma un pronto soccorso per esistere ha bisogno di un prearto di chirurgia, di un preparto di ortopedia, un reparto di ginecologia oltre ad altre strutture e tutto ciò è possibile solo ed esclusivamente, modificando la legge o trasferenzo il Pronto soccorso di Pietra Ligure nel nostro Ospedale di Albenga. L’unica richiesta seria e concretamente realizzabile, quindi, che possiamo e dobbiamo fare è quella di riportare ad Albenga un punto di primo intervento funzionale alle esigenze-emergenze del territorio. Tutto il resto è solo un libro dei sogni che il sindaco sta vendendo agli albenganesi con la speranza di essere rieletto”.

IL CONSIGLIERE CANGIANO: “NON FACCIAMO IL GIOCO DI CHI CI VUOLE DIVISI”

“Purtroppo ieri sera il consiglio comunale non ha votato all’unanimità la delibera per l’ospedale Santa Maria di Misericordia. Personalmente sono amareggiato per non essere riuscito a convincere ad esprimere un voto unitario ma purtroppo per i consiglieri di minoranza che hanno presentato la delibera il concetto dello spostamento del DEA di II livello dal S. Corona ad Albenga, era un punto fermo. Votarla così avrebbe significato prendere in giro chi ha deciso di scendere in piazza e tradire lo spirito delle iniziative che fino ad ora abbiamo portato avanti con successo condividendo ogni scelta con le associazioni del territorio”.

“Siamo scesi in piazza sulla base di in messaggio preciso: si apre e non si chiude. Santa Corona è un presidio sanitario indispensabile ma senza un pronto soccorso ad Albenga va in enorme difficoltà. Non è una lotta contro ma a favore. Questa è la linea che intendiamo portare avanti e l’unica che potrebbe risolvere il problema che da anni stiamo vivendo a causa dei tagli alla sanità. La delibera che abbiamo emendato e votato va proprio in questa direzione. Quanto successo ieri non può e non deve fermarci anzi invito tutti, anche la minoranza che sono certo tenga al nostro Ospedale, a condividere questo spirito. Continueremo ad incontrare i cittadini, i rappresentanti delle associazioni e il comitato spontaneo pro ospedale, ed insieme proporremo nuove iniziative”.

“Rinnovo a tutti, ancora una volta, un appello: non facciamo il gioco di chi vuole che ci dividiamo su un tema fondamentale come la sanità. Rimaniamo compatti. La sanità del ponente ligure deve essere tutelata e rivista. Il Presidente Toti deve ascoltare le esigenze dei cittadini ed iniziare un confronto con il territorio”.

leggi anche
santa corona - ospedale albenga
Commento
Spostamento del Dea di II Livello ad Albenga bocciato, Grande Liguria: “Maggioranza ha evitato una brutta figura alla città”
santa corona - ospedale albenga
Reazione
Dea di II Livello ad Albenga bocciato, Pd di Pietra: “Crediamo nell’integrazione tra strutture”
Eraldo ciangherotti
Affondo
Santa Maria, Ciangherotti: “Sindaco riceve applausi da Pietra perché non fa gli interessi degli albenganesi”
Ospedale Albenga
Richiesta
Ospedale Albenga, minoranza: “Ps non consentito dalla legge, Tomatis chieda una deroga al ministro Speranza”

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.