Storie

Carcarese, il massaggiatore “Jerry” Canepa festeggia il 12^ campionato vinto: “Questa squadra è solo all’inizio”

"Jerry is on fire" è il coro dei giocatori per uno dei lori punti di riferimento. Massaggiatore, confidente e "calmante": ecco i segreti pluripremiato "masseur" biancorosso

“Non mi capitava di fare un’intervista da davvero tanti anni. Da quando, ai tempi del Varazze, salvai insieme ai militi della croce rossa l’allenatore nerazzurro Antonio Fazio, che si era sentito male in campo. Si tratta di un momento che mi ha segnato e il cui esito positivo mi dà gioia ancora adesso”. Ecco, ora il tema è più leggero ma la seconda intervista della vita del massaggiatore Tomaso “Jerry” Canepa è per parlare di un risultato straordinario: con la Carcarese è arrivato il dodicesimo campionato vinto della sua carriera.

Come ogni vincente, Canepa apre il racconto del suo percorso calcistico partendo da un momento che sarebbe dovuto finire diversamente: “Tra le tante soddisfazioni, c’è un neo: la retrocessione dall’Eccellenza alla Promozione con la Cairese. Me ne rammarico ancora”. Ma poi lo spirito diventa nuovamente allegro e vivace ripercorrendo una carriera passata dietro le quinte ma ricca di allori, da Genova, dove è nato, fino alla Val Bormida, dove risiede da ormai dodici anni.

“I primi successi sono arrivati nelle giovanili. Con la Levante C abbiamo vinto quattro campionati giovanili. Che belli i derby con la Sestrese, poi sono arrivati i campionati conquistati come dirigente e massaggiatore”, racconta Canepa. “Lavoravo all’Italgas a Savona e, quasi per gioco, mi sono iscritto, trent’anni fa ormai, al corso per ottenere il diploma di massofisioterapista”. Da allora, titoli su titoli: al Varazze, due campionati di Prima Categoria e uno di Promozione, al San Nazario, due volte la Seconda Categoria, al Sassello, di nuovo la Prima Categoria, con la Juniores Nazionale del Savona e gli Allievi, sempre degli Strisiconi. Un percorso che lo ha visto calcare i campi di tutte le categorie, fino alla Serie D con il Savona, e che ora prosegue con la Carcarese, con cui quest’anno ha esclamato l’ennesimo hurrà.

“Vincere un campionato è sempre un’emozione speciale – prosegue – ho capito che avremmo festeggiato l’approdo in Promozione dopo la vittoria dell’andata contro l’Aurora. Solo un cataclisma ci avrebbe potuto far perdere. Ho rivisto molto dell’esperienza con il super Sassello di mister Podestà. Roberto Abbaldo mi aveva proposto di iniziare l’avventura in biancorosso; ho accetto ben volentieri perché ho capito che c’erano un progetto serio e una società ambiziosa e che vuole crescere compiendo passi calcolati e mai avventati”.

Massaggiatore, certo, ma anche “anima” dello spogliatoio, confidente e voce esperta quando gli animi si scaldano. Questo il segreto di chi da tre decenni vive con successo la realtà del calcio dilettantistico: “La porta dell’infermeria è sempre aperta – svela – non solo per chi ha problemi fisici, ma anche per chi desidera chiacchierare di qualsiasi cosa con me. Penso che il segreto per entrare in sintonia con uno spogliatoio sia proprio parlare con i ragazzi e far capire loro che di te si possono fidare. Questo vale per i ragazzi di oggi così come per quelli di ieri”.

Ma il lavoro di Canepa non è solo sulle gambe e sulla testa dei giocatori: “In panchina – sorride – devo gettare un po’ d’acqua sul fuoco quando si scaldano gli animi. Mi siedo vicino a mister Genta, che ci tiene ad avermi accanto così lo calmo nei momenti più caldi delle partite. Ma anche il nostro ds Gandolfo non scherza”.

Per concludere, un commento sul futuro della Carcarese: “Siamo all’inizio e non alla fine di un ciclo. Credo che se lo scorso anno non ci si fosse fermati per il virus già quest’anno avremmo disputato il campionato di Promozione. Con una società così sognare l’Eccellenza, che sarebbe la nostra Serie A, è tutt’altro che vietato. Poi, gli allenatori sono davvero bravi, Genta lo conoscevo da tempo, visto che è un nome conosciuto nell’ambiente, e conoscevo dunque il suo valore. Anche Chiarlone è preparatissimo. Insieme sono una grande coppia”.

Pensando all’avvenire possiamo sicuramento dire che, citando il coro della squadra,  “Jerry is on fire”.

 

 

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