Appello

Bimba salvata al S. Corona, la mamma a Toti: “Investire su questo ospedale, si tratta della vita delle persone”

Il ringraziamento della famiglia al personale sanitario intervenuto: "A Pietra Ligure e al Gaslini fatto un ottimo lavoro, ve ne saremo sempre grati"

Santa Corona

Pietra Ligure. È ancora al Gaslini vicino alla sua piccola, quando parliamo con lei. Ora è felice e serena: la paura è passata, la sua bimba è fuori pericolo e domenica dovrebbe essere dimessa. Nell’attesa di tornare a casa e a mente lucida ripensa a quanto accaduto, in lei c’è un’immensa gratitudine nei confronti di tutto il personale sanitario che si è occupato di sua figlia. Ma il suo pensiero è rivolto anche al presidente Giovanni Toti, a cui fa un appello affinché la Regione investa sul Santa Corona, l’ospedale che ha salvato la bambina di appena un anno.

Sara ci racconta come è andata, la preoccupazione trasformatasi in panico all’improvviso. Prima era nella sua casa di Calice Ligure e come tutti i giorni stava cambiando la sua piccola sul fasciatoio, quando è caduta sbattendo la testa sul bordo della doccia. All’inizio non mostrava alcun sintomo, ma il personale sanitario intervenuto ha deciso di trasportarla al Santa Corona per gli accertamenti. Lì è stata presa in carico dal pronto soccorso pediatrico e dal pediatra La Rosa: “Durante la visita ci ha informati che l’avrebbero monitorata per almeno sei ore, come da prassi in questi casi  – spiega la mamma – Passata mezz’ora, ha iniziato ad essere nervosa, segnale che c’era qualcosa che non andava. L’hanno visitata nuovamente e ha perso i sensi, hanno così deciso di effettuare una tomografia che ha evidenziato un ematoma intracranico abbastanza importante. I medici hanno iniziato ad allarmarsi, a chiamare soccorsi aggiuntivi e l’hanno stabilizzata”.

L’idea iniziale era quella di trasferirla al Gaslini: “Ci hanno detto: ‘Qui non possiamo fare niente, non abbiamo gli strumenti necessari’. Pochi minuti dopo ci hanno comunicato che non sarebbe potuto arrivare l’elicottero perché non ha i sensori per volare di notte. Hanno chiesto all’elisoccorso di Torino, ma ci sarebbe voluto troppo tempo, così come per portarla a Genova in ambulanza, una delle opzioni valutate in quel momento. Hanno cercato di trovare tutte le soluzioni possibili, sapevamo di avere a che fare con un personale molto preparato e competente, ma ovviamente avevamo tanta paura, paura di non poter più vedere la nostra piccola”, afferma Sara mentre ci racconta quei momenti di grande sgomento.

Consapevoli che sarebbe stato necessario un intervento immediato, i dottori decidono di chiamare il chirurgo Cagetti, direttore facente funzione del reparto di Neurochirurgia. “Era notte fonda, la dottoressa non era nemmeno reperibile, ma è subito corsa in ospedale – prosegue Sara – Ha cercato di tranquillizzarci, trasmettendoci molto sicurezza. Ci ha detto che non poteva essere trasferita, sarebbe stato troppo rischioso: avrebbero effettuato loro l’intervento”.

“Inizialmente eravamo molto preoccupati – commenta la giovane mamma – poco prima ci avevano avvisato che non avevano gli strumenti a disposizione, ma la dottoressa Cagetti ci ha rassicurato dicendoci che aveva già fatto un intervento simile su una bambina di 7 anni: l’operazione si poteva e si doveva fare”.

Intorno alle 4, inizia l’operazione che dura circa due ore. Fortunatamente va tutto bene: al mattino la bimba è già sveglia e alle 9 viene trasportata in eliambulanza al Gaslini dove viene ricoverata nel reparto di Rianimazione per tre giorni, prima di essere trasferita in Neurochirurgia ed essere dichiarata definitivamente fuori pericolo.

Nella disgrazia, siamo stati fortunati – dichiara Sara – perché abbiamo incontrato medici e infermieri molto preparati che si sono presi cura della mia bambina e anche di noi. In quel momento l’agitazione e la paura erano grandi, ma il personale infermieristico del pronto soccorso pediatrico ci ha fatto sentire la sua vicinanza: sono stati gentilissimi, non ci hanno trascurato, nonostante l’emergenza e il panico della situazione, hanno avuto modo di preoccuparsi se stavamo bene anche io e mio marito e per questo li ringraziamo tanto”.

Ma la gratitudine della famiglia della bimba va a tutti coloro che sono intervenuti: “So che c’erano 20 persone, non conosco i nomi di tutti, ma il nostro grazie, mio, di mio marito e dei nonni, va ad ognuno di loro, sono stati fantastici. Così come i medici e gli infermieri del Gaslini, dove ci siamo trovati benissimo. Al Santa Corona le hanno salvato la vita e qui hanno continuato a fare un ottimo lavoro”.

Sara e i suoi familiari ci tengono a ringraziare anche la comunità: “Ci sono arrivati tantissimi messaggi di vicinanza da parte di amici ma anche di persone che non conosciamo, siamo davvero grati a chi ci ha dimostrato il suo affetto e ha pregato per nostra figlia in un momento così difficile, ci ha fatto davvero molto piacere ricevere così tanto calore”, dice emozionata.

L’appello a Toti: “Stop ai tagli al Santa Corona, necessario dare valore a questo ospedale”

Un’esperienza quella vissuta dalla bimba e dalla sua famiglia che sicuramente fa riflettere con ancora più attenzione sull’importanza di un sistema sanitario che funzioni. E al Santa Corona tutto ha funzionato grazie alla professionalità e alla competenza del personale che ha dimostrato di essere un’eccellenza del territorio. Nonostante diverse difficoltà.

Quando ero in ospedale sentivo parlare di tagli al personale, tagli di ore e di turni – sottolinea Sara – e questo non va bene, si tratta della vita delle persone. La nostra vicenda ha dimostrato quanto sia importante il Santa Corona, un ospedale che a cui bisogna cercare di dare valore e per questo mi rivolgo al presidente Toti, nella speranza che accolga il mio appello”.

La richiesta di Sara è che si investa in questa presidio, anche a livello pediatrico. “Al governatore e alla Regione chiedo di fornire al Santa Corona tutta la strumentazione e il personale necessario, è importante che ci siano i fondi per migliorarlo ulteriormente e per curare anche bambini così piccoli. I dottori e gli infermieri presenti sono molto preparati, ma devono essere messi nelle condizioni di lavorare al meglio, come già cercano di fare nonostante le difficoltà. Non sempre i pazienti possono essere trasportati in elisoccorso al Gaslini, la nostra esperienza ne è una prova, e il motivo oltre alla disponibilità dei mezzi e anche il tempo”.

Proprio per l’ospedale pietrese, nell’ambito del riassetto sanitario che riguarda la Neonatologia e la Pediatria, il piano sanitario regionale prevede una strutturale integrazione operativa e di personale specialistico tra il Gaslini e Santa Corona.

“Noi – conclude – siamo stati fortunati che la dottoressa Cagetti è arrivata, nonostante non fosse reperibile, e ha dimostrato grande competenza e coraggio. Penso non sia facile effettuare un intervento che non si è mai fatto prima, soprattutto quando in ballo c’è la vita di una bambina di un anno. Lei, insieme alla dottoressa Sanfilippo e alla sua equipe, lo ha fatto egregiamente ed è riuscita anche a rassicurarci. Saremo sempre grati a tutti loro”.

 

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