Soddisfazione

Bimba di un anno salvata al Santa Corona, il chirurgo: “Ci siamo occupati di lei in 20, eccellente lavoro di squadra”

La dottoressa Cagetti: "E' la prima volta che nell'ospedale di Pietra Ligure viene effettuato un intervento del genere su un paziente così piccolo"

dottoressa bernarda cagetti

Pietra Ligure. Non era di turno e non era reperibile. Ad un certo punto però, in piena notte, ha squillato il telefono. Era il Santa Corona, dove lavora come direttore facente funzione del reparto di Neurochirurgia. I colleghi l’hanno avvisata che sarebbe dovuta correre in ospedale per un intervento importantissimo: una bambina di appena un anno, infatti, era in pericolo di vita a causa di un ematoma intracranico provocato da una caduta dal fasciatoio. Non ci ha pensato un attimo la dottoressa Bernarda Cagetti e in pochi minuti è arrivata dalla piccola, che ha operato salvandole la vita.

Una notte di quelle che non ti dimentichi per il chirurgo carrarese che da 32 anni lavora a Pietra Ligure e che ieri si è trovata ad affrontare un’operazione per nulla facile, considerando soprattutto l’età della paziente. “Che io ricordi al Santa Corona non è mai stato fatto un intervento del genere su un bimbo così piccolo – dichiara – Le attrezzature ci sono, ma non ci è mai capitato, almeno alla sottoscritta. Ovviamente rispetto ad un adulto, ma anche ad un bambino più grande, cambiano le modalità di cura, i dosaggi, gli attrezzi da utilizzare. Per me è stato strano – racconta – il cranio della paziente era molto sottile”.

Nonostante la difficoltà dell’operazione, la dottoressa non si è fatta prendere dal panico e, come ogni medico è abituato a fare, ha avuto il sangue freddo. “Penso abbiano chiamato me perché sono la più ‘anziana’ del gruppo e per il mio carattere. Cerco sempre di pensare positivo e difficilmente mi spavento. Ovviamente ero consapevole e preoccupata delle condizioni della bimba, ma ho cercato di trasmettere a tutti molta calma. Nel nostro mestiere bisogna essere abbastanza sereni e tranquilli, se ci agitiamo è finita”, dice.

L’intervento, condotto insieme all’equipe medica ed infermieristica, fortunatamente è andato a buon fine e non ha avuto complicanze: la bambina intorno alle 9 del mattino è stata trasferita in eliambulanza al Gaslini di Genova, dove è stata presa in carico dal reparto di Rianimazione. È sveglia ed è stata stubata. Ma se si fosse aspettato di più le cose sarebbero potuto andare diversamente. “In questi casi il tempo è tutto – spiega il primario Cagetti – si è trattato a tutti gli effetti di un intervento salvavita, l’ematoma stava comprimendo il cervello e causando una grossa perdita di sangue e quando un bambino perde tanto sangue può collassare. L’intervento però dà buoni risultati, la bambina infatti ora sta bene ed è fuori pericolo”.

Secondo il chirurgo non sarebbe bastato l’elisoccorso, che si dice fosse occupato in quel momento: “Anche fosse arrivato non l’avrei mai fatta salire – sottolinea Cagetti – Di fronte a queste patologie bisogna intervenire subito, una volta entrata in sala operatoria infatti in cinque minuti sono riuscita già a risolvere il problema, anche se ovviamente l’operazione è durata di più. Il trasporto con l’elicottero avrebbe invece richiesto molto più tempo, il rischio era troppo alto”.

Tutto è andato per il meglio e “il merito – ci tiene a sottolineare la dottoressa Cagetti – è di tutti coloro che sono intervenuti: da solo nessuno avrebbe potuto fare nulla, io compresa”. “Si lavora bene quando c’è sintonia e c’è stata un’ottima collaborazione di tutta l’equipe che ha lavorato magnificamente – afferma orgogliosa – Un plauso va fatto anche al pediatra La Rosa che ha seguito dall’inizio la paziente ed è stato l’ultimo ad andarsene: è un dottore giovane, ma davvero molto preparato. Sono stati bravi anche gli anestesisti, i rianimatori, gli infermieri, noi medici, il personale del pronto soccorso. Eravamo in 20 intorno ad una bambina e questa è una cosa bellissima: tutti quando sono stati chiamati sono corsi ad aiutare ed è così che deve essere quando c’è un’emergenza, soprattutto se riguarda un paziente così piccolo”.

Ma non si tratta del primo episodio di questo tipo per la dottoressa Cagetti che sei anni fa ha salvato la vita ad un’altra bimba di 7 anni che aveva riportato un brutto ematoma dopo aver sbattuto la testa a terra mentre stava giocando con gli amici. Anche in quel caso, ad intervenire era stata l’equipe della dottoressa Cagetti che, considerate le condizioni troppo gravi per il trasferimento al Gaslini, aveva deciso di operarla rimuovendo l’ematoma e salvandole la vita.

Una cosa che capita spesso ai dottori, ovviamente, che ogni giorno si impegnano per curare e salvare la vita ai proprio pazienti. Ma quando ci riescono, tutto fila liscio e i loro pazienti sono dei bambini, beh…la soddisfazione è ancora più grande.

 

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