Polemica

25 Aprile, fischi contro la guerra in Ucraina. Toti: “Una offesa ai combattenti della libertà”

Le parole del governatore ligure per la Festa di Liberazione: "Festeggiamo la pace di quanti non hanno chinato la testa..."

toti 25 aprile

Liguria. “Siamo qui oggi a festeggiare la pace ma soprattutto festeggiamo la pace, come hanno ricordato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la senatrice Liliana Segre, di chi non ha chinato la testa, di chi ha combattuto e di chi è morto per regalarci la libertà”.

Così il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti in occasione delle celebrazioni per la Festa della Liberazione.

“Chi oggi pensa di risolvere con qualche fischio il suo disappunto per la strenua difesa dell’Ucraina contro l’invasore penso che non abbia compreso fino in fondo il significato della giornata di oggi”.

“In questa piazza ci devono stare anche pensieri diversi ma è proprio questo che festeggiamo oggi, quella libertà per cui sono morti i nostri genitori e i nostri nonni”. Ma aggiunge: “Il diritto di dissenso deve essere sempre garantito, ma non è accettabile che alle celebrazioni partecipino, con fischi e insulti generalizzati, le forze anti-sistema che non si riconoscono nei valori della Repubblica fondata sulla Resistenza. La democrazia esiste se tutti rispettano le sue regole di partecipazione e tolleranza”.

E ancora: “Se siamo qui a festeggiare insieme – ha aggiunto il presidente -, lo dobbiamo anche a chi è sceso in piazza ascoltando le parole lette alla radio da Sandro Pertini che leggeva un comunicato in cui si chiedeva ai cittadini di riscattare il proprio onore liberandosi con le proprie forze”.

“Credo che questo sia lo spirito con cui dobbiamo affrontare oggi la nostra giornata. W il 25 aprile, W la Repubblica. W l’Italia” ha concluso Toti.

Alle parole del governatore ligure si aggiungono quelle della lista Toti in Regione: “I fischi e le contestazioni alla commemorazione del 25 aprile non hanno bisogno di commenti – affermano, con riferimento alle armi fornite all’Ucraina e agli slogan di pace -. Una Nazione che basa la sua costituzione su antifascismo non può decidere chi ha diritto o meno di difendersi. Fischiare e contestare per dire “no” all’invio di armi ai resistenti ucraini è come fischiare e contestare i partigiani italiani del 1945. E’ come fischiare e contestare la guerra di Liberazione. Sì, una guerra, una guerra fatta con le armi e con l’aiuto di chi, per fortuna, non ragionava come chi oggi in piazza ha offeso il 25 aprile”.

E il capogruppo Angelo Vaccarezza afferma: “Oggi è il 25 di Aprile, si celebra l’anniversario della festa della Liberazione. In tutto il Paese, si torna a ricordare gli accadimenti storici legati a questa data, nelle piazze dopo due anni di pandemia, in totale libertà. Libertà: un concetto fondamentale, la cui interpretazione e’ spesso oggetto di strumentalizzazione. Libero è chi non ha timore o vergogna di combattere per un ideale. Libero è chi porta avanti le proprie idee. Non è libero chi utilizza la violenza, fisica e verbale, per prevaricare gli altri. È una forza solo apparente, destinata a soccombere”.

“So che la verità non sta mai da una parte sola, e come crudeltà e ferocia siano ovunque. Sono migliaia le vite strappate dalle guerre, durante, ma, anche, dopo: a causa di un credo diverso, ideali non conformi, classe sociale differente. Sono morti perché liberi, ma, forse, non erano liberi nella giusta maniera. Oggi io li ricordo, li ricordo tutti” conclude.

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