Italia. “Alcune città ucraine sono completamente distrutte, come Mariupol, sulla costa del Mar d’Azov dove c’era circa mezzo milione di persone, come nella vostra città di Genova. Ora non c’è più niente, solo rovine, immaginate una Genova completamente bruciata“.
Lo ha detto il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky in collegamento con la Camera dei deputati dove il Parlamento italiano si è riunito in seduta comune per ascoltare il suo messaggio. E Mariupol, inoltre, è storicamente collegata con il savonese: è infatti gemellata con Savona, dove è presente un giardino chiamato proprio “Mariupol” (in piazza del Popolo), mentre nella città ucraina c’è un cinema chiamato “Savona”.
“Immaginate la vostra Genova dalla quale scappano le persone a piedi, con le macchine, coi pullman, per arrivare dove è più sicuro”, ha aggiunto ancora il presidente citando il capoluogo ligure, ricordando la devastazione che in queste settimane è stata portata nel suo paese.
La presenza di Genova nel discorso di Zelensky, unica città citata insieme a Roma, continua la serie di citazioni storiche che il presidente ucraino ha fatto durante i discorsi tenuti in questi giorni nei vari parlamenti europei e non. Genova e quella zona del Mar Nero, infatti, sono legati da una lunga storia che parte dalle numerose colonie genovesi fondate in epoca medievale in Crimea e nel Mar d’Azov, dove a metà strada si trova appunto Mariupol, città portuale con una popolazione paragonabile a quella genovese e inoltre gemellata con Savona.
Durante il suo discorso, però, il presidente Zelensky non ha citato un fatto storico preciso come fatto altre volte nei precedenti discorsi (da Pearl Harbour al Muro di Berlino e poi la Shoah, giusto per fare degli esempi) limitandosi a citare l’occupazione nazista dei paesi durante la seconda guerra mondiale. La Restistenza, quindi, come evento cardine e fondativo della storia del nostro paese non è comparsa nel discorso del presidente Ucraino, come in molti si aspettavano.
Il discorso del presidente, ha poi toccato tutti i temi della guerra in corso, a partire dai tanti bambini morti sotto le bombe russe (“Oggi sono 117 ma saranno molti di più”), ricordando che questa “una guerra organizzata da una decina di anni da una sola persona”.
“L’Ucraina è stata vicina a voi durante la pandemia perché avevate bisogno, ora l’invasione dura da quasi un mese abbiamo bisogno di altre sanzioni e altre pressioni – ha aggiunto il presidente – Voi conoscete bene gli ucraini, un popolo che non ha mai voluto la guerra e sapete bene chi ha portato la guerra e chi ordina di combattere. Non dovete essere il luogo che accoglie in vacanza queste persone che in Russia hanno una forza di decisione. Dovete sostenere l’embargo contro le navi russe che entrano nei vostri porti e non prevedere eccezioni per qualsiasi banca russa”.
“Voglio ringraziarvi per il vostro aiuto, che accogliete i nostri cittadini che sono stati costretti a fuggire dalla guerra. Gli ucraini questo lo ricorderanno per sempre – ha concluso – Bisogna fermare una sola persona per evitare i morti”.
Al termine dell’intervento c’è stato un lungo applauso della Camera con tutti i parlamentari presenti in piedi. Per Mario Draghi, intervenuto subito dopo, la resistenza ucraina è “eroica, l’Ucraina non difende solo se stessa ma la nostra pace, la nostra libertà e la nostra sicurezza”.