Conseguenze

Ucraina, Coldiretti: “Un giovane agricoltore su quattro costretto a ridurre la produzione a causa dei rincari energetici”

"Ristabilire la pace e sostenere settore strategico per la ripartenza"

Serre agricoltura generica

Liguria. “Un giovane agricoltore su quattro (25%) nell’ultimo mese ha ridotto la produzione a causa dei rincari energetici aggravati dalla guerra in Ucraina che hanno provocato un aumento record dei costi, dal gasolio ai concimi, dai mangimi ai materiali per l’imballaggio”. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti diffusa in occasione della protesta dei giovani agricoltori all’inaugurazione di Fieragricola contro il conflitto, con il rischio reale di scaffali deserti, speculazioni e carestie con l’inflazione che aumenta povertà e fame in Italia e nel mondo.

“L’agricoltura è l’unico comparto che registra un calo del valore aggiunto (-0,8%) in netta controtendenza all’andamento generale con un balzo del 6,6% del Pil rilevato dall’Istat nel 2021. E la crisi ucraina colpisce un settore divenuto punto di riferimento per le nuove generazioni, tanto che nell’ultimo anno sono nate in media 17 nuove imprese giovani al giorno: un cambiamento epocale, che non accadeva dalla rivoluzione industriale, con il mestiere della terra che è diventato la nuova strada del futuro per tanti ragazzi italiani, con le 55mila aziende guidate dagli under 35 che hanno una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più. Un fenomeno che, però, rischia ora di essere messo all’angolo dall’esplosione dei costi alimentata dalla guerra”.

“Occorre sostenere il fenomeno del ritorno alla terra e la capacità dell’agricoltura italiana di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo – affermano Gianluca Boeri, presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, delegato confederale – L’emergenza energetica e i conseguenti rincari, aggravati dal conflitto, stanno avendo effetti devastanti sulle produzioni made in Italy e siamo arrivati al punto in cui, paradossalmente, molto spesso costano di più gli imballaggi del cibo che contengono. Bisogna superare al più presto le tensioni internazionali, ristabilire la pace e investire su un settore strategico per far ripartire l’Italia e l’Europa, grazie anche a una nuova generazione di giovani attenti all’innovazione e alla sostenibilità”.

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