Il punto

Si chiudono le indagini sul suprematista savonese Andrea Cavalleri: ci sono altri due indagati fotogallery

Il giovane savonese potrebbe patteggiate. Nella chat telegram 'Sole nero' scriveva: "Voglio fare una strage"

Savona/Genova. Chiuse le indagini nei confronti di Andrea Cavalleri, il ragazzo di 23 anni di Savona che voleva fare una strage di donne ed ebrei e che un anno fa era stato arrestato dalla Digos.

Oltre a lui, a essere indagate, altre due persone: si tratta di un uomo di 27 anni, residente a Castiglione del Lago (Perugia), e di un altro ragazzo di 21 anni residente a Palermo. Tutti e tre sono accusati di associazione a delinquere con finalità di terrorismo e propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale aggravata dal negazionismo. Cavalleri deve rispondere anche di detenzione di materiale pedopornografico. Potrebbe chiedere di patteggiare una condanna a tre anni.

Le indagini della Digos, coordinate dal sostituto procuratore della dda di Genova Monica Abbatecola, erano partite dalla procura per i minorenni di Torino che hanno indagato, per terrorismo, un amico di Cavalleri di 17 anni. Successivamente, dalle indagini era emerso che i tre indagati a Genova avevano messo in piedi una chat su Telegram chiamata ‘Sole Nero’ dove propagandavano idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale e istigavano a commettere atti di violenza per motivi razziali e religiosi.

Sempre secondo l’accusa, inoltre, il savonese aveva messo in piedi una vera e propria organizzazione chiamata ‘Nuovo ordine sociale’, insieme a tre ragazzi romani, che aveva tra i suoi scopi quello di incitare alla violenza e all’odio razziale, oltre al compimento di azioni violente con finalità di terrorismo.

Il giovane nel 2015 aveva partecipato a una mostra sulla Resistenza per cui era stato premiato con un viaggio ad Auschwitz per approfondire lo studio. Secondo gli investigatori, il giovane stava diventando pericoloso. “Voglio fare una strage” scriveva, e progettava di uccidere donne alle manifestazioni femministe o studenti in una scuola. “Meglio morire in uno school shooting che vivere da soli una vita di m…“, ripeteva.

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