Consiglio regionale

Sì alla riforma della dirigenza regionale: più poteri al segretario generale Giampellegrini

Un riassetto della struttura amministrativa, ma non sono mancate critiche da parte delle minoranze

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Liguria. Con 17 voti a favore (maggioranza) e 6 contrari è stato approvato il Disegno di legge 103 “Disciplina dell’organizzazione amministrativa e della dirigenza della Regione Liguria”. Il provvedimento introduce una organizzazione più razionale con una distinzione fra strutture dirigenziali complesse (Direzioni centrali, Direzioni di area, Direzioni e Unità organizzative) e le altre strutture organizzative, in modo da evitare sovrapposizioni di ruoli e per semplificare i processi decisionali.

La riforma riorganizza, quindi, la complessiva struttura dirigenziale della Regione Liguria, con più poteri al segretario generale, la creazione di nove articolazioni nella struttura gerarchica e l’istituzione di una scuola di formazione regionale per i dipendenti pubblici in sinergia con l’Università di Genova, che costerà all’ente 200mila euro all’anno.

Al vertice dell’assetto organizzativo e direzionale c’è, appunto, la funzione del segretario generale. Col nuovo sistema aumenteranno i poteri di Pietro Paolo Giampellegrini, nominato direttamente dal governatore Giovanni Toti, che di fatto sarà a capo dell’intera struttura dirigenziale e sarà “responsabile dell’attuazione integrata e coordinata degli indirizzi politici, della qualità dell’azione amministrativa, dell’efficienza della gestione e del funzionamento complessivo delle strutture dell’ente”. Inoltre proporrà alla giunta regionale la nomina dei direttori generali e dei direttori, fissandone i limiti di spesa, e “su incarico del presidente della giunta regionale”, potrà “assumere la responsabilità diretta di funzioni o progetti specifici”.

Oltre alla nuova configurazione delle direzioni e delle strutture dirigenziali, più chiara nelle funzioni e maggiormente definita nei ruoli, viene introdotta una razionalizzazione delle norme sul reclutamento della dirigenza, sull’accesso e sugli incarichi dirigenziali, anche in relazione alle recenti modifiche della normativa nazionale. Viene, infine, prevista una scuola di formazione regionale per i dipendenti pubblici per garantire sinergia anche tra le eccellenze formative del territorio, in particolare con l’Università degli Studi di Genova, e soddisfare i bisogni formativi della stessa Regione e di altri enti pubblici locali.

“Il provvedimento approvato oggi raccoglie con tempestività una delle sfide lanciare dal Pnrr per ridisegnare la classe dirigente nell’amministrazione pubblica ispirandosi ad una maggiore modernità, efficienza e professionalità ¬spiega Lilli Lauro, presidente della I Commissione Affari generali istituzionali e Bilancio, che ha illustrato in aula gli aspetti più qualificanti del disegno di legge – La digitalizzazione, che rappresenta una componente ormai indispensabile per velocizzare e ottimizzare l’azione di governo è uno degli aspetti più qualificanti di questa riforma che, grazie all’approvazione dell’Assemblea, contribuirà allo sviluppo della Liguria e ad elevare la qualità della vita di tutti i cittadini”.

Lilli Lauro ha sottolineato il lungo lavoro preparatorio svolto nella I Commissione: “Abbiamo approfondito gli aspetti più qualificanti del provvedimento e abbiamo avviato un confronto che è proseguito oggi in aula. Grazie a questa riforma, la macchina amministrativa regionale sarà ancora più vicina al territorio e riuscirà a garantire con sempre maggiore tempestività una risposta efficace e concreta alla nostra comunità” conclude.

Sono stati approvati due emendamenti presentati da Enrico Ioculano (Pd-Articolo Uno): il primo stabilisce che la graduazione delle strutture dirigenziali sia definita dopo aver sentito un soggetto terzo indipendente; il secondo prevede che, in caso di assenza del segretario generale, le sue funzioni siano volte da un direttore centrale tenendo conto, oltre che dell’anzianità di servizio, anche delle valutazioni delle performance. Approvati altri emendamenti illustrati da Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno): uno, fra gli altri, rivede le scadenze degli incarichi dirigenziali in caso di una nuova legislatura, un altro estende la valutazione sulle performance del Nucleo di valutazione ai vertici delle agenzie regionali e il terzo stabilisce un approfondimento nella competente commissione consiliare sulla costituzione della Scuola regionale di pubblica amministrazione. E’ stato approvato un emendamento, presentato da Gianni Pastorino (Linea Condivisa), che, sempre in relazione alla Scuola regionale di pubblica amministrazione, prevede la preventiva consultazione sindacale sulla programmazione formativa.

Nelle dichiarazioni di voto sono intervenuti Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno) e Ferruccio Sansa (Lista Ferruccio Sansa presidente), che hanno annunciato voto contrario: “Il segretario generale in realtà è un presidente della Regione ombra, non eletto che avrà poteri smisurati – accusa il consigliere Ferruccio Sansa dell’omonima lista -. Siamo consapevoli delle esigenze della dirigenza, ma ci sono dubbi soprattutto sul numero eccessivo delle strutture dirigenziali, che rischiano di essere un modo per sfornare poltrone e per rendere più macchinosa l’azione amministrativa”. Il ricorso ai dirigenti esterni “è eccessivo e così si rischia di svilire le competenze interne. Inoltre, nella progressione di carriere viene anteposta l’anzianità al merito”

“Ci sono punti specifici relativi alla figura del segretario generale, dove c’è una sorta di pervasività, in quanto appare come una figura sovraordinata rispetto agli altri dirigenti. Un altro aspetto – aggiunge Enrico Ioculano del Pd, relatore di minoranza – riguarda l’importanza e la generosità nel numero di articolazioni dirigenziali, che può frammentare il percorso delle decisioni amministrative e determinare anche un aumento dei costi, ma senza garantire una maggiore efficacia”.

“Condivido le perplessità sul fatto che il segretario svolga una funzione di controllo, che è sbagliata ed è in contrasto sul processo di evoluzione della struttura amministrativa – commenta Gianni Pastorino di Linea Condivisa -. Occorre distinguere nettamente fra il potere politico e il potere amministrativo. L’autonomia del dirigente dal potere politico è un valore. La nuova struttura dirigenziale che rappresenta un elemento di pesantezza, che non semplifica e non razionalizza”.

Il Consiglio regionale ha poi approvato all’unanimità un ordine del giorno, presentato da Alessio Piana (Lega Liguria-Salvini) e sottoscritto da tutto il gruppo, che impegna la giunta ad aumentare i capitoli di spesa del personale dell’importi annuo di 1,7 milioni di euro sino dal 2022 per sopperire alle esigenze del settore e permettere alla Regione di adempiere correttamente alle proprie funzioni. Nel documento si ricorda che fra il 2019 e il 2021 ci sono state 349 cessazioni di personale regionale e di queste 60 sono avvenute nelle strutture dell’Agricoltura e, in particolare, negli ispettorati agrari mentre negli stessi anni e nel 2022, in cui è prevista un’ottantina di cessazioni, sono state assunte solo una trentina di unità in possesso ai titoli di studio specifici. La legge 34 del 2019 consente di aumentare le facoltà di assunzione – si legge nel testo – , ma la Regione non ha la corrispondente dotazione di bilancio e, considerando che il costo annuale di un dipendente va da 42 a 45 mila euro, se si ipotizzasse un aumento straordinario di personale oltre il turn over di 40 unità, occorrerebbe aumentare i relativi capitoli di bilancio di 1,7 milioni.

Daniela Menini (Cambiamo con Toti presidente) ha chiesto, a nome del gruppo, di sottoscrivere l’ordine del giorno.

Nel dibattito sono intervenuti Davide Natale e Luca Garibaldi del gruppo Pd-Articolo uno, Ferruccio Sansa (Lista Ferruccio Sansa presidente), Gianni Pastorino (Linea Condivisa), Alessandro Bozzano (Cambiamo con Toti presidente).

Infine, il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno, presentato da Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno) e Roberto Centi (Lista Ferruccio Sansa presidente), che impegna la giunta a proporre nel primo provvedimento utile la modifica legislativa del “Nucleo di valutazione” istituendolo in forma collegiale e di definire, nel contempo, gli atti necessari alla sua trasformazione. Nel documento si rileva la necessità di coordinare questa trasformazione con le esigenze di bilancio anche delle Agenzie regionali.

L’assessore al personale Simona Ferro si è espressa a favore dell’ordine del giorno.

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