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La rubrica del camallo

Rollo e il sentiero dell’apparizione

"La rubrica del camallo", a cura di Luca e Valentina, è volta alla promozione e alla riscoperta del patrimonio naturale e culturale della Liguria

CAMALLO

Bentornati amici! Avete approfittato anche voi delle aperture straordinarie dei palazzi storici di Loano per le giornate FAI di primavera? Speriamo di sì e vi ricordiamo che sul nostro sito www.duezainieuncamallo.com trovate lo sfogliabile gratuito che abbiamo redatto proprio in occasione di questo evento! Iscrivetevi e potrete scaricarlo gratuitamente con tutte le tracce gpx dei nostri percorsi!

La settima appena trascorsa ci ha visti uscire in consegna con oltre 2000 copie del nuovo numero dedicato a Laigueglia, dove l’itinerario che vi proponiamo ne è un estratto.

Al momento le copie sono destinate solo ad un canale “privilegiato” della rete di impresa Qui Laigueglia che, grazie ai suoi associati, ci ha permesso di stamparne così tante copie, insieme anche al prezioso contributo del Comune di Laigueglia, uno dei 33 comuni aderenti al nostro progetto.

Ecco una foto del vice presidente Regione Liguria con in mano l’edizione.

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Quindi gambe in spalla.. pronti per la trekkinata di oggi? Si parte da Rollo!

ROLLO E IL SENTIERO DELL’APPARIZIONE

Partenza dalla frazione Rollo
Sviluppo: 6,50 Km
Durata: 2,45 ore
Dislivello: 270 mt
Difficoltà: E

Insieme a Colla Micheri, Borgo Castello e Conna, Rollo fa parte delle quattro più importanti borgate che attorniano il comune di Andora. Sarà proprio l’agglomerato di case, arroccato sulle pendici di Capo Mimosa, oggetto di visita e partenza del nostro itinerario lungo il sentiero cosiddetto “dell’Apparizione”.

Prima di incamminarci approfondiamo e perlustriamo il dedalo di caruggi che si snodano ai piedi della chiesa. Il borgo si compone di tre nuclei: i due più piccoli sono siti nella zona più elevata e si chiamano “Cà delle Bande di Là”, cioè i terreni al di là del nucleo principale, e “Cà Berneri”, probabilmente nome ereditato dalla famiglia più prestigiosa un tempo ivi residente.

Noi ci troviamo invece nel cuore pulsante della frazione, posto più in basso rispetto ai precedenti, dove si ergono i due monumenti più significativi dell’intera zona. Proprio di fronte a noi si erge il Castello del 1400, costituito da un’alta base in pietra anti assedio e adornato sulla sommità con le consuete (per il tempo) garitte tonde di avvistamento. Il complesso fu sede della pretura ed attualmente è adibito a casa canonica.

Da qui è possibile ammirare la sagoma della chiesa della SS. Trinità, che si staglia sul blu del cielo e del mare. Una sua caratteristica è la torre campanaria eretta proprio per essere vista anche dalla costa. Essendo chiusa, ci limitiamo a girovagare sulla piccola piazza antistante il sagrato dove, sul lato opposto, notiamo un superbo arco barocco che funge da ingresso di una antica dimora nobiliare risalente ai secoli XVII-XVIII, attualmente residenza privata e non accessibile. Girovagando per i corti e ombrosi caruggetti ci apprestiamo a incalzare il sentiero che parte da dietro il castello e si inerpica ai piedi del Colle Mea (398mt). La prima parte del percorso è sicuramente utilizzata come via di accesso a numerose villette che si trovano lungo la stradina, a tratti lastricata e in alcuni punti sterrata.

Terminata la salita che ci porta su di una strada bianca, seguiamo sulla nostra destra, il segnavia riportante le indicazioni di una via Crucis abbastanza concisa; le stazioni sono poste molto ravvicinate tra loro e ci portano ben presto ad una pieve diroccata, luogo dove vi fu un’Apparizione Mariana. La storia narra che la Vergine Maria apparve il 18 aprile 1671 a Giacinto Perato, un contadino di 50 anni che, con il braccio sinistro legato al collo, era intento a pascolare la sua asinella. Dopo un ictus, l’arto gli era rimasto completamente paralizzato. Dietro invito della Vergine, il giorno dopo si recò al Santuario di Nostra Signora della Rovere a San Bartolomeo al Mare e, durante la messa, al momento della comunione, cadde a terra svenuto. Quando dopo circa tre quarti d’ora riprese i sensi e aiutato dalla moglie si rialzò, si accorse che il braccio colpito era tornato perfettamente normale. Successivamente, il 10 maggio 1671, la Madonna riapparve al contadino guarito e gli chiese che fosse costruita una cappella nel luogo dove era apparsa. La costruzione di un edificio votivo cominciò, ma non fu mai completata a causa di un contenzioso tra gli abitanti di Rollo e quelli della Madonna della Rovere di San Bartolomeo al Mare, i quali contestavano la titolarità della loro figura Mariana. Proprio Nel Santuario della Madonna della Rovere di San Bartolomeo al Mare, sulla volta, è visibile l’affresco dedicato all’evento di questa guarigione miracolosa.

Il resto del nostro itinerario continua verso monte addentrandoci sulla dorsale che trova spazio tra alcuni arbusti proprio dietro il rudere. L’innesto al sentiero sommitale che stiamo per raggiungere, con ogni probabilità è molto poco frequentato; oltre che privo di segnaletica è altresì quasi completamente ricoperto di erba alta e pietroni instabili. Forse sarebbe stato più saggio fare dietrofront e ripercorrere il tratto dell’andata. Noi perciò vi consigliamo di fare così!

Non appena il selciato si riesce nuovamente a distinguere senza problemi, ci accorgiamo di aver ormai raggiunto la mezzacosta che proviene dalla frazione di Conna (nostra destra) per dirigersi verso il comune di Cervo. Svoltiamo a sinistra, proseguiamo senza difficoltà alcuna. Ciò che caratterizza maggiormente l’itinerario è la continua vista del mare, che mai ci abbandonerà sino quasi al raggiungimento dei 40 – 50 mt sul livello del mare.

Ci vorrà mezz’ora a passo allenato per incontrare uno dei crocevia più significativi del territorio: “le antenne”. Poste sulla sommità del Colle di Cervo, è proprio da qui che si intersecano numerose vie di congiunzione della rete sentieristica del comprensorio dianese (simbologia Dianeseoutdoor). Infatti abbiamo sconfinato sapete? Siamo entrati di fatto nell’imperiese, senza accorgercene nemmeno!

Poniamo qui un nostro adesivo di riconoscimento, proprio sulla segnaletica verticale che ci indica tra gli altri tutti gli itinerari del Freeride – San Rocco, Antenne, Super Fly, New Chicken e Joker – itinerari dell’XC Ca de Mai e un paio dedicati unicamente al trekking – Anello di Chiappa ed infine il sentiero Rosso, così da fornirvi indirettamente alcuni altri possibili percorsi presenti sul territorio.

Dobbiamo riconoscere che la gestione della rete sentieristica di questa zona, ad esclusione di alcuni brevi tratti, è davvero fantastica.

Noi restiamo fedeli ai buoni vecchi cartelli di legno del CAI e filiamo dritti per la via di Cervo. Il punto che ci poniamo come giro di boa è la sommità del Castellareto (211mt) dal quale si avrà una vista insolita sulla sottostate chiesa di San Giovanni Battista o “Dei Corallini”. Da una panchina inserita nei waypoint più frequentati della zona, si avrà ancora una volta la visuale sul golfo davvero capace di infondere pace e serenità assoluta.

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Tornando al punto di partenza percorrendo la carrareccia posta poco sopra la via Aurelia, dobbiamo considerare di proseguire per circa 600 metri su asfalto tra le case del Villaggio Solemar prima, e un altro paio di centinaia di metri presso la Borgata Case Bande di Là, poi.

Giungeremo infine presso il piccolo piazzale a lato del Castello di Rollo dove abbiamo in precedenza lasciato l’auto.

Stasera non prendete impegni! Alle 17 saremo in diretta su Facebook per Mondadori e parleremo di Liguria a tutto tondo con il giornalista sportivo Fulvio Floridia.

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“La rubrica del camallo” è a cura dell’associazione culturale “Due Zaini e Un Camallo” di Luca Riolfo e Valentina Staricco, volta alla promozione e alla riscoperta del patrimonio naturale e culturale della nostra regione, la Liguria. Seguici su instagram @_duezainieuncamallo_: clicca qui per leggere tutti gli articoli.

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