Liguria. “Da un punto di vista squisitamente tecnico le polemiche di questi giorni sull’ospedale di Albenga destano più di una perplessità. Riesce difficile infatti trovare le ragioni oggettive per lamentarsi di una programmazione regionale che proprio con riguardo all’area ingauna copre pressoché la totalità del fabbisogno sanitario e sociosanitario”.
A dirlo è Giuseppe Profiti, coordinatore della struttura di missione di supporto per il sistema sanitario e sociosanitario ligure, in merito alle proteste sulla mancanza del pronto soccorso all’ospedale Santa Maria di Misericordia di Albenga.
“In un perimetro di neanche 15 chilometri – spiega Profiti – i cittadini del ponente savonese disporranno di una risposta all’emergenza articolata su un Dea quale hub centrale e su un network collegato di punti di primo intervento ad Alassio, Albenga e Pietra Ligure e sugli ulteriori attivabili nel finalese”.
“Sull’iperspecialistica inoltre – prosegue – l’intero comprensorio beneficerà della creazione a Pietra ligure dell’hub clinico e scientifico sulla riabilitazione addirittura con una componente distaccata dell’Irccs del Policlinico San Martino. Poi, per quanto riguarda l’elezione con riferimento alle patologie prevalenti della popolazione ligure, proprio ad Albenga è previsto l‘inserimento del polo privato per la protesica ortopedica e l’oculistica oltre al polo di ponente del Galliera per l’urologia. Il tutto in aggiunta al potenziamento e al ridisegno della rete territoriale – conclude il coordinatore della Stem – con l’ospedale di comunità di Albenga e le Case di Comunità di Albenga, Pietra e Finale: si tratta di una densità e ricchezza di punti erogativi che, considerata la popolazione residente, trova ben pochi eguali sull’intero territorio nazionale”.