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Marcia per l’ospedale di Albenga, ci saranno anche i sindacati: “Serve modello sanitario che risponda alle esigenze del territorio”

Tomatis: "È nostra intenzione avviare un percorso con Cgil, Cisl e Uil per discutere insieme della sanità territoriale, non solo dell’ospedale di Albenga"

Ospedale Albenga incontro sindacati

Albenga. Anche i sindacati parteciperanno alla manifestazione a difesa dell’ospedale di Albenga in programma il prossimo 11 marzo.

“L’11 marzo ci saremo. Manifesteremo per un nuovo modello sociosanitario che possa rispondere alle esigenze del territorio”. Questo l’esito dell’incontro tenuto nel pomeriggio di ieri, lunedì 7 marzo con i rappresentanti delle tre sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil di Savona. Erano presenti all’incontro: il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis, l’assessore alle politiche sociali Marta Gaia; Andrea Pasa, Ennio Peluffo, Fausto Dabove per la Cgil; Simone Pesce per la Cisl; Franco Bertolo e Angelo Pallaro per la Uil.

“La manifestazione prevista per l’11 marzo è partita dal territorio, da un’esigenza che ci è stata rappresentata durante una serie di incontri con le associazioni del territorio – ha spiegato il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis – . È assolutamente nostra intenzione, anche sulla base della partecipazione che ci sarà quel giorno, avviare un percorso con Cgil, Cisl e Uil per discutere insieme della sanità territoriale, non solo dell’ospedale di Albenga e del reparto di gestione delle emergenze che l’intero comprensorio reclama e di cui necessita”.

Andrea Pasa (CGIL): “È necessario lavorare tutti insieme per costruire un nuovo modello sociosanitario che possa rispondere alle esigenze del territorio. La proposta della Regione, non solo su Albenga, ma su tutto territorio e in particolare sulla Provincia di Savona è del tutto inadeguato che ha la % di over 65 anni e di patologie croniche più alta della Liguria ma più in generale più alta d’Italia. Noi saremo alla manifestazione dell’11 marzo per ribadire la necessità di avere il potenziamento della rete sociosanitaria territoriale, i pronto soccorso negli Ospedali di Albenga e Cairo Montenotte per la gestione delle emergenze e per un piano straordinario di assunzioni nell’ASL 2 in quanto oggi mancano circa 600 operatori sanitari (OSS, infermieri, medici ecc)”.

“Il quadro che esce dal piano della Regione Liguria per la gestione delle risorse provenienti dal Pnrr sulla sanità rischia di non migliorare l’attuale situazione socio sanitaria della nostra provincia, visto che non ci sono progetti che potenziano la sanità territoriale ma bensì il contrario (basti pensare che non è previsto un solo centesimo di investimento sul levante savonese) Varazze, Celle e il suo entroterra Sassello, Pontinvrea, Giusvalla, oppure che le case di comunità siano previste solo all’interno degli ospedali presenti sul territorio un controsenso , oppure ancora che viene di fatto cancellato il distretto socio sanitario Albenganese visto che sono previste solo tre centrali operative territoriali (Cot) finalese- savonese e valbormidese. Strutture come quelle della Valbormida e di Albenga vengono drasticamente depotenziate e non vi è una visione complessiva di un territorio complesso come quello del ponente ligure”.

Simone Pesce di Cils aggiunge: La Cisl riconoscendo la legittimità dell’iniziativa e delle richieste del territorio, nelle prossime ore valuterà con il suo gruppo dirigente e con i propri iscritti la tipologia di adesione alla manifestazione ma sottolinea che, senza una posizione condivisa a livello provinciale ed un metodo di confronto coordinato, le singole iniziative intraprese a livello locale rischiano di non ottenere l’attenzione sperata.”

Franco Bertolo di Uil: “Sono di Albenga e ho già visto iniziative sull’ospedale che, purtroppo, hanno portato a scarsi risultati. Una manifestazione può essere costruttiva se si inserisce all’interno di un percorso che possa portare la voce del territorio e le istanze che ne derivano al tavolo delle trattative. Inoltre dobbiamo considerare che affrontare tematiche sulla sanità, deve tenere conto della situazione complessiva sia regionale che dei territori e che l’emergenza non può essere disgiunta dall’assistenza sanitaria più in generale, da anni in forte difficoltà. Una motivazione è senza dubbio la carenza di personale, che al tavolo regionale le organizzazioni sindacali stanno affrontando per cercare di stabilire il giusto equilibrio di tutte le figure professionali che dovrebbero essere presenti in tutti i servizi sanitari e sociosanitari”.

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