77esimo anniversario

L’Anpi di Vado ricorda don Nicolò Peluffo: fu assassinato dai fascisti nel 1945

La cerimonia domani (8 marzo), a partire dalle 17,30

Generico marzo 2022

Vado Ligure. Ricorre domani (martedì 8 marzo), il 77esimo anniversario della morte di Don Nicolò Peluffo, viceparroco vadese vigliaccamente trucidato da mano fascista a soli 26 anni, poiché colpevole di assistere spiritualmente i partigiani e confortare le loro famiglie rimaste in paese. 

A partire dalle ore 17.30 si terrà la deposizione di un mazzo di fiori presso il cippo eretto in sua memoria in via Cesare Battisti, a Vado Ligure, sul luogo dell’eccidio. Seguirà, alle 18, presso la Chiesa di S. Giovanni Battista, una messa in suffragio del giovane parroco e di tutti i compagni caduti nella Lotta di Liberazione. 

“La storia di Don Peluffo, a cui sono oggi intitolate le Scuole Primarie di Vado Ligure e Quiliano, è in realtà la storia di un’intera comunità”, dicono dalla Sezione ANPI di Vado Ligure, promotrice dell’evento patrocinato dal Comune. 

“La sua figura è stata in qualche modo eroica. Quando, la sera dell’8 marzo ‘45, i fascisti lo vennero a cercare nell’abitazione di via Cesare Battisti dov’era ospitato, visto che la canonica era stata pesantemente danneggiata dai bombardamenti, era ben consapevole di cosa stesse per succedere. E anche quando i fascisti, vili e codardi, lo attirarono fuori con la scusa di dover assistere un moribondo, andò incontro a morte certa a testa alta. La domenica prima, dopo la Messa, era stato arrestato dalle Brigate Nere e rinchiuso in prigione ma si rifiutò di collaborare. Mai avrebbe tradito ‘i suoi ragazzi di Vado’, come li chiamava lui, quindi, dopo tre giorni di vessazioni, era stato rilasciato, non senza la promessa di venir ucciso alla prima occasione”.

“Don Peluffo sapeva quindi che quella notte, in via Cesare Battisti, sarebbe stata la fine. Scese le scale con ancora il breviario in mano. Lo trapassarono 13 pallottole di mitra, una delle quali trafisse lo stesso breviario, ancora oggi conservato in una teca nella sacrestia della Chiesa di S. Giovanni Battista, qui a Vado. I fascisti cercarono subito di addossare la colpa ai partigiani ma i vadesi conoscevano bene i veri responsabili e non li avrebbero perdonati facilmente. Lo dimostrarono ai funerali, dove accorse una grande folla e la salma venne portata a spalle dai giovani, e lo dimostrarono anche quando, all’interno della divisione vadese della S.A.P. (Squadra d’Azione Patriottica) che agiva sul territorio comparve una nuova formazione, la Brigata Don Peluffo”. 

Parteciperà alla commemorazione anche Don Nicola Lorini, storico parroco vadese ora in pensione, e testimone in prima persona di quei tragici eventi.

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