Ripercussioni

Guerra e aumento carbone, Italiana Coke: “Valorizziamo le centrali di cogenerazione. E puntiamo sulle Funivie”

L'impianto di Cairo, pur occupandosi di altro, produce anche energia pari al consumo di 30mila famiglie: "Così riduciamo l'importazione di gas"

italiana coke vista veduta dall'alto

Cairo Montenotte. Una delle conseguenze della guerra in Ucraina e delle conseguenti sanzioni alla Russia è il caro energia: un fenomeno che rischia di assumere proporzioni tali che più d’uno, in Italia, ha già suggerito l’idea di riconsiderare le centrali a carbone per rendere il Paese, almeno in parte, meno dipendente dall’importazione di gas. Un piano – ammesso che venga realmente attuato – che non riguarda più direttamente la provincia di Savona, dopo la chiusura e parziale demolizione dei gruppi a carbone di Tirreno Power, ma che potrebbe avere comunque effetto su un’altra realtà produttiva del territorio: Italiana Coke.

LA PRODUZIONE DI ENERGIA: “Così riduciamo l’importazione di gas”

L’azienda di Cairo Montenotte, infatti, pur non essendo una centrale a carbone, produce una certa quantità di energia grazie agli scarti della lavorazione del coke. Materiale che dovrebbe comunque essere smaltito o stoccato, e che in questo modo invece “frutta” 9.000 megawattora al mese: circa 113mila l’anno, pari – a spanne – al consumo di 30mila famiglie. “Questa centrale, chiamata ‘di cogenerazione’, ci permette non solo di essere autosufficienti ma anche di immettere energia nella rete – spiega Paolo Cervetti, amministratore delegato delle aziende del gruppo Italiana Coke – Centrali di questo tipo quindi contribuiscono a ridurre l’importazione di gas dall’estero, esattamente come le rinnovabili. Con l’attuale aumento dell’energia è quindi il caso di riconsiderare le centrali di cogenerazione: non vanno demonizzate, ma preservate e valorizzate“.

TRASPORTO ECOSOSTENIBILE: SERVONO LE FUNIVIE

Il ritorno in auge del carbone cosiddetto “termico”, come detto, non riguarda direttamente la nostra provincia, ma potrebbe rendere ancora più cruciale il ripristino delle Funivie, ferme ormai dall’allerta meteo del novembre 2019: dal porto di Savona e dai parchi di stoccaggio di Bragno, infatti, potrebbe passare il carbone destinato ad eventuali centrali del nord Italia. Ecco allora, avverte Cervetti, che potrebbe aver senso “riconsiderare i sistemi di sbarco, trasporto e stoccaggio ambientalizzato: essere in grado di sbarcare e stoccare rinfuse nere in modo ecosostenibile, anche solo temporaneamente, sarebbe utile alla collettività e al Paese“.

LE CONSEGUENZE SUL MERCATO: “Rischio prezzi insostenibili per acciaierie e fonderie”

L’azienda di Cairo raffina il carbone per trasformarlo in coke: un prodotto che viene poi venduto ad acciaierie e fonderie che lo utilizzano per produzioni in cui serve una grande quantità di energia. L’aumento del carbone, quindi, per ora non ha creato danni diretti all’azienda valbormidese, dato che a un aumento della materia prima corrisponde un prezzo di vendita maggiore per il coke. Il rischio, però, è che a lungo andare diventi troppo alto: “Per ora il coke continua ad essere molto richiesto, ma non sappiamo quando i prezzi potrebbero diventare insostenibili le fonderie. Ci stiamo avvicinando al limite“.

Senza contare che lo scenario internazionale fornisce diversi elementi di criticità. “Ci preoccupa molto l’impegno finanziario – spiega Cervetti – un carico di carbone su nave è passato a costare da 7 a 22 milioni di dollari“. E poi c’è la debolezza dell’euro sul dollaro: “Tutto ciò che compriamo all’estero costa il 10% in più. E l’aumento di tutti gli altri prodotti, trasporti compresi, penalizza fortemente noi come tutte le altre imprese italiane”. La situazione, insomma, è quanto mai complessa.

leggi anche
profughi ucraina
Piano di accoglienza
Guerra Ucraina, emergenza profughi: nel savonese già pronti 14 alloggi per i rifugiati
Bassetti
Rischio
Guerra in Ucraina, allarme Bassetti: “Solo un terzo i vaccinati in Ucraina. Rischio ripresa del Covid”
Generico marzo 2022
Preoccupante
Guerra in Ucraina, prezzi alle stelle: benzina sopra i 2 euro al litro, record per grano e gas

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.