8 marzo

“Giornata della donna”, presidio dell’Anpi di Vado: “In difesa delle donne e dei loro diritti”

Appuntamento alle 15, in piazza Cavour

Cosa ne pensano le donne della festa della donna?

Vado Ligure. In occasione della Giornata Internazionale della Donna, domani pomeriggio, martedì 8 marzo, a partire dalle 15, la Sezione ANPI di Vado Ligure sarà in Piazza Cavour, a Vado, con un presidio in difesa delle donne e dei loro diritti. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare. 

“Furono proprio le partigiane – raccontano dalla Sezione – a riappropriarsi dell’8 marzo alla caduta del fascismo. Il regime fascista aveva soppresso la Giornata Internazionale della Donna con tutto ciò che essa rappresentava. L’UDI (Unione Donne Italiane), organizzazione nata nel ‘44 per iniziativa di alcune esponenti del movimento partigiano e antifascista e con il compito di promuovere la mobilitazione politica delle donne, la ripristinò, prima nel 1945, a guerra ancora in corso, nelle zone liberate e poi nel 1946, quando su tutto il territorio nazionale la mimosa – scelta come simbolo della Giornata dalla partigiana Teresa Mattei, che fu Madre Costituente – tornò a fiorire. Senza mai più smettere”. 

“A partire da queste donne coraggiose e attraverso le loro storie – proseguono dalla Sezione – scenderemo in piazza l’8 marzo. Anche durante la Resistenza i conflitti non sono mancati. In molte occasioni, all’alba della Liberazione, alle partigiane, che fino al giorno prima avevano imbracciato il fucile sulle montagne, veniva impedito di partecipare alle parate perché si riteneva disdicevole vederle sfilare in pantaloni; ad altre era concesso, a patto di vestire la gonna, ma gli veniva tolta la rivoltella dalla fondina, perché l’immagine di una donna armata, in fondo, non si confaceva alla figura femminile”.

“All’indomani della Liberazione, invece, il loro ingresso in politica era comunque stato osteggiato. Sebbene in 21 fossero state elette nell’Assemblea Costituente della neonata Repubblica italiana, le donne, che pure avevano combattuto per la Libertà e la democrazia, non erano ritenute adeguate a partecipare alla ‘cosa pubblica’, essendo il loro ruolo fondamentale quello di prendersi cura della famiglia e dei figli”.

“Il loro stesso diritto di voto era riconosciuto a fatica da un Paese che le considerava non sufficientemente informate o preparate politicamente per i ruoli che si prospettavano. E se non c’è stato, e continua a non esserci, il reale cambiamento che molte delle compagne allora auspicavano, tocca a noi, come ANPI e come persone, continuare a dar voce a queste istanze e proseguire la lotta. Affinché il loro sacrificio, il loro coraggio, non sia stato vano”, concludono.

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