Ettore ha nove anni ed è mio fratello.
Beh, non proprio fratello di sangue, ma come lo chiamereste voi quell’amico che non vi ha fatto sentire solo nemmeno un giorno della vostra vita?
C’è solo quel piccolissimo dettaglio del non essere stati generati dallo stesso utero, dettaglio assolutamente trascurabile anche per mamma, che ha sempre trattato Ettore come uno di noi tre fratelli.
Anzi, quante volte la abbiamo rimproverata bonariamente, dicendole che sapevamo tutti che Ettore fosse il suo preferito, e lei alzava le spalle magre, finiva di lavare i piatti ,e io , anche se le vedevo solo il collo bianco, sapevo che stava sorridendo.
Perché Ettore fa sorridere tutti. Ha quello sguardo irresistibilmente buffo che nessuno di noi tre riesce a replicare, neanche Andry, che è capace a toccarsi il naso con la lingua, riesce a sortire lo stesso effetto di Ettore.
E a lui perdonano tutti i guai. Sin da quando era piccolissimo. E di guai ne ha combinati tanti. Il divano potrebbe testimoniare, e i muri del salotto e le tende della cucina.
Mamma e papà raccontano dei disastri miei e di Andry da piccini con una malcelata nota di rimprovero, per Ettore ogni narrazione del guaio porta con sé ricordi colmi di risate, fango e famiglia.
Ettore ha nove anni ed è mio fratello.
Ma non glielo abbiamo mai detto chiaramente, non per non offenderlo, sia chiaro, è che Ettore vive così, piombato nella nostra casa con la consapevolezza che quello fosse l’unico posto dove avrebbe dovuto stare ,e con altrettanta tenacia nella volontà di farsi amare.
Con la stessa tenacia non ha lasciato il mio letto quando il covid mi faceva impazzire per il mal di testa, con la stessa tenacia strappava i fogli del diario di Alina, sulle quali lei piangeva scrivendo di quel suo diavolo di fidanzato, che Ettore ha sempre guardato con un ragguardevole odio misto a minacce di morte e bava.
Con la stessa tenacia e testardaggine, ci avvisò che Andry stava per rotolare giù dalle scale, dopo che ebbe misteriosamente aperto il cancelletto di sicurezza.
Con la stessa tenacia ha leccato i nostri gelati direttamente dalle nostre mani, rubato pannolini pieni di cacca per degustarli come prelibate leccornie, nascosto panini e ossa sotto i preziosi gerani di mamma, dimenticandosi però di nascondere le prove del misfatto, con la stessa affettuosa tenacia ha trucidato cinque galline del vicino, per poi trascinarle baldanzoso sullo zerbino di casa, attendendo, scodinzolante e marezzato di sangue e interiora di pollo, le congratulazioni della ingrata famiglia.
Ettore che mi ha pisciato il letto non so quante volte.
Ettore che rincorre le lucciole ogni anno con lo stesso stupore.
Ettore che dorme sui piedi di mamma quando legge .
Ettore che molla le puzze sotto al tavolo a Natale.
Ettore che cerca tra le coperte il mio collo per infilarci il naso bagnato e scodinzola quando mi sente mugolare nel sonno.
Ettore che ha paura dei fuochi d’artificio così tanto che ogni volta si fa pipì addosso.
Ettore che è scomparso sotto le bombe.
E io ci ho provato a cercarlo.
Giuro.
E mamma ci ha provato.
E Andry.
E Alina con papà.
Ettore ha nove anni ed è mio fratello.
Ed ha paura dei fuochi d’artificio.
“Rosso Pistacchio” è la rubrica di Marzia Pistacchio, che ama definirsi “una truccatrice struccata”. Ogni martedì uno spazio dal taglio volutamente “leggero” con i suoi racconti, nati su IVG e poi diventati un libro. Clicca qui per leggere tutti gli articoli