Amministrative 2022

Election Day il 12 giugno: 7 comuni al voto nel savonese

Urne aperte anche per i cinque referendum sulla giustizia

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Savona. E’ stata ufficializzata la data di quello che sarà un vero e proprio Election Day, il 12 giugno: urne aperte per i cinque referendum sulla giustizia e per il primo turno delle elezioni amministrative 2022. Dunque si ripete quanto avvenuto nel settembre 2020 quando, a causa del Covid, si svolsero in un’unica tornata regionali, amministrative, suppletive e il referendum sul taglio dei parlamentari.

La scelta del 12 giugno come data delle elezioni amministrative e dei referendum è stata motivata anche in vista del termine dell’anno scolastico, il 10 giugno.

Le elezioni amministrative 2022 coinvolgeranno 20 comuni della regione Liguria, sia con scadenza naturale del mandato degli organi eletti nel 2017 quanto in quelli che andranno ad elezioni anticipate. Si voterà in tre comuni con popolazione legale superiore alla soglia dei 15.000 abitanti con il sistema elettorale maggioritario a doppio turno. In caso di ballottaggio, dopo il primo round del 12 giugno, appuntamento con le urne il successivo 26 giugno.

In sintesi, i numeri delle elezioni nella regione sono i seguenti: comuni al voto 20 su 234 comuni liguri (8,5%); comuni con più di 15.000 abitanti 3 su 20 (15,0%); comuni con meno di 15.000 abitanti 17 su 20 (85,0%); capoluoghi di provincia sono due, Genova e La Spezia.

Nel savonese saranno in tutto 7 i comuni chiamati al rinnovo dell’amministrazione comunale, 6 per la scadenza naturale del mandato, uno per per motivi diversi: a Noli cittadini saranno chiamati al voto dopo le dimissioni del sindaco Lucio Fossati per motivi di salute e il successivo commissariamento del Comune.

Gli altri comuni al voto sono: Altare, Boissano, Borghetto Santo Spirito, Cairo Montenotte, Calizzano e Giusvalla.

Candidati, liste e schieramenti in campo sono ancora in fase di completa definizione, tranne qualche eccezione: ora, con la data ufficiale del voto, al via la vera fase della campagna elettorale, con una attesa accelarata su candidati sindaci e liste che prenderanno parte alla competizione elettorale.

A Cairo Montenotte possibile sfida a tre per la corsa a primo cittadino, con l’attuale sindaco Paolo Lambertini, l’ex sindaco Fulvio Briano e la possibile candidatura di Giorgia Ferrari, al momento capogruppo di minoranza.

A Borghetto Santo Spirito quattro possibili liste: una, come prevedibile, dovrebbe essere del sindaco uscente Giancarlo Canepa. Una seconda lista è quella che dovrebbe crearsi attorno a Giancarlo Maritano, attuale capogruppo della lista civica di minoranza “In Cammino”. La terza lista dovrebbe essere guidata da un volto noto di Borghetto Santo Spirito e cioè dall’ex comandante della polizia municipale Salvatore Montalbano. Infine, la quarta e ultima lista è quella che dovrebbe avere come candidato Gabriella Ismarro, ex sindaco di Balestrino che alle elezioni dell’ottobre scorso ha rinunciato a ripresentarsi per il terzo mandato.

Per altri comuni come Boissano e Giusvalla non si esclude la presenza di una sola lista, mentre a Noli dovrebbe profilarsi una sfida elettorali con 5 liste e aspiranti sindaci in campo. Ad Altare pare certa la presenza di due liste, con la ricandidatura dell’attuale sindaco Roberto Briano e l’altra compagine pronta a svelare le sue carte. A Calizzano sembra invece confermata la ricandidatura per un altro mandato dell’attuale primo cittadino, e presidente della Provincia di Savona, Pierangelo Olivieri: stando alle ultime indiscrezioni, anche in questo caso probabile la presenza di una sola lista, tuttavia le manovre per cercare un antagonista al sindaco in carica non si sono fermate del tutto.

Elezioni 2016

SISTEMA ELETTORALE:

Nei Comuni fino a 15 mila abitanti si vota con una sola scheda per eleggere sia il sindaco che i consiglieri Comunali. Ciascun candidato alla carica di primo cittadino è affiancato dalla lista elettorale che lo appoggia, composta dai candidati alla carica di consigliere. Sulla scheda è già stampato il nome del candidato sindaco, con accanto a ciascun candidato il contrassegno della lista che lo appoggia. Il voto per il sindaco e quello per il consiglio sono uniti: votare per un candidato sindaco significa dare una preferenza alla lista che lo appoggia.

Viene eletto il candidato che ottiene il maggior numero di voti. In caso di parità di voti tra due candidati si andrà al ballottaggio per questi ultimi la seconda domenica successiva. Anche in questo caso risulterà eletto chi dei due avrà ottenuto più voti. In caso di ulteriore parità viene dichiarato eletto il più anziano. Una volta eletto il sindaco viene anche definito il consiglio: alla lista che appoggia il Sindaco eletto andranno i 2/3 dei seggi disponibili, mentre i restanti seggi saranno distribuiti proporzionalmente tra le altre liste.

Per i Comuni con più di 15 mila abitanti si vota sempre con una sola scheda, sulla quale sono già riportati i nominativi dei candidati alla carica di sindaco e, a fianco di ciascuno, il simbolo o i simboli delle liste che lo appoggiano.

Il cittadino può esprimere il proprio voto in tre modi diversi. Nel primo caso è possibile tracciare un segno solo sul simbolo di una lista, assegnando in tal modo la propria preferenza alla lista contrassegnata e al candidato sindaco da quest’ultima appoggiato. Nel secondo caso è possibile tracciare un segno sul simbolo di una lista, eventualmente indicando anche la doppia preferenza di genere: tale possibilità, prevista per i i cittadini dei Comuni superiori ai 5 mila abitanti, consente di esprimere due preferenze per i consiglieri comunali purché riguardanti candidati consiglieri di sesso diverso e appartenenti alla stessa lista, tracciando contestualmente un segno sul nome di un candidato sindaco non collegato alla lista votata: così facendo si ottiene il cosiddetto “voto disgiunto”. Nel terzo caso è possibile tracciare un segno solo sul nome del sindaco, votando così solo per il candidato sindaco e non per la lista o le liste a quest’ultimo collegate.

Nei Comuni con più di 15 mila abitanti è eletto sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi (almeno il 50 per cento più uno). Qualora nessun candidato raggiunga tale soglia si tornerà a votare per il ballottaggio la seconda domenica successiva per scegliere tra i due candidati che al primo turno hanno ottenuto il maggior numero di voti. In caso di parità di voti al primo turno, verrà ammesso al ballottaggio il candidato alla lista più votata (maggiore cifra elettorale) e, in caso di ulteriore parità, verrà ammesso il più anziano di età (gli stessi criteri saranno usati in caso di parità nel ballottaggio). Al secondo turno viene eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti.

Per stabilire la composizione del consiglio si tiene conto dei risultati elettorali del primo turno e degli eventuali ulteriori collegamenti nel secondo. In pratica, se la lista o l’insieme delle liste collegate al candidato eletto sindaco nel primo o nel secondo turno non hanno conseguito almeno il 60 per cento dei seggi ma hanno ottenuto nel primo turno almeno il 40 per cento dei voti, otterranno automaticamente il 60 per cento dei seggi. I seggi restanti saranno divisi tra le altre liste proporzionalmente alle preferenze ottenute.

REFERENDUM

I cittadini saranno inoltre chiamata ad esprimere il loro voto su cinque i referendum, tutti sul tema della giustizia:

– Riforma del Csm: si richiede con il Sì l’abrogazione dell’obbligo, per un magistrato che voglia essere eletto, di trovare da 25 a 50 firme per presentare la candidatura. L’attuale obbligo impone a coloro che si vogliano candidare di ottenere il beneplacito delle correnti o, il più delle volte, di essere ad esse iscritti. Si tornerebbe alla legge originale del 1958 che prevedeva che tutti i magistrati in servizio potessero proporsi come membri del CSM presentando semplicemente la propria candidatura.

– Equa valutazione dei magistrati Si prevede che anche i membri cosiddetti “laici”, cioè avvocati e professori, possano partecipare attivamente alla valutazione dell’operato dei magistrati nell’ambito del Consiglio giudiziario territoriale (ora solo spettante ai magistrati).

– Separazione delle funzioni dei magistrati: In caso di voto favorevole al quesito referendario, il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera la funzione giudicante o requirente, per poi mantenere quel ruolo durante tutta la vita professionale.

– Custodia cautelare: prevede l’abrogazione dell’art. 274 comma 1 lett. c) del codice di procedura penale con riferimento alla parte in cui consente di portare in carcere una persona sotto processo, se vi è il rischio che possa commettere un reato della stessa specie di quello per cui si procede. L’obiettivo dei promotori del referendum è evitare che la carcerazione preventiva possa colpire persone che poi risultino innocenti.

– Abolizione della legge Severino: Il quesito referendario per l’abrogazione della Legge Severino (D.lgs. n. 235/2012), si propone di eliminare l’automatica incandidabilità, ineleggibilità e decadenza di parlamentari, membri del governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali, in caso di condanna penale. A cadere anche l’art. 11 che impone la sospensione degli amministratori locali condannati anche in via non definitiva.

Inammissibili per la Corte Costituzionale il referendum sulla cannabis, quello sull’eutanasia e quello sulla responsabilità dei magistrati.

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