Andora. La Corte di Appello di Genova ha ribaltato la sentenza di primo grado sul procedimento penale per disastro ferroviario, frana e crollo colposo relativo al deragliamento del treno Intercity 660 Milano-Ventimiglia a Capo Rollo di Andora, avvenuto il 17 gennaio del 2014, che era stato causato da una frana.
Il Tribunale di Savona, nel marzo 2020, aveva emesso tre condanne e due assoluzioni: due anni per il costruttore Damiano Bonomi e il tecnico Giovanni Bosi, 1 anno e 8 mesi per Franco Dagnino, ex dirigente della Ferservizi Spa (pene sospese). In secondo grado è invece arrivata una assoluzione con formula piena “perché il fatto non sussiste”, accogliendo quindi in toto l’impianto probatorio e peritale delle difese, tra l’altro avallato dallo stesso procuratore generale della Corte di Appello.
Secondo quanto trapelato, in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza – depositata il 21 marzo scorso -, non sarebbero state analizzate attentamente le carte e i riscontri documentali presentati dagli avvocati difensori, che avrebbero scagionato da ogni responsabilità gli indagati. In primo grado, la richiesta di condanna del pm era stata di 3 anni di reclusione.
Al centro della disputa nelle aule giudiziarie il crollo del terrazzo della struttura sovrastante la linea ferroviaria: secondo la difesa, a causare la frana sarebbe stato un evento improvviso e non prevedibile dovuto alle precipitazioni intense dei giorni precedenti che hanno “caricato” le falde acquifere sotto il versante poi interessato dal cedimento. Per questo la presenza del terrazzo (adibito a parcheggio) non avrebbe influito sulla frana che si sarebbe comunque verificata.
Una battaglia dibattimentale a colpi di perizie, quindi, analisi e valutazioni tecniche, che alla fine hanno premiato le tesi difensive degli imputati.
Nel corso dell’iter giudiziario e processuale era stata stralciata la posizione di Roberto Salta, il geometra che aveva approvato il progetto della terrazza: tra le persone coinvolte nell’inchiesta il proprietario del terrazzo adibito a parcheggio, Vincenzo Di Troia, era deceduto in un tragico incidente stradale nelle Isole Bahamas nel settembre 2017.
Il giorno della tragedia sfiorata (sul convoglio viaggiavano circa 200 passeggeri) sulla linea ferroviaria erano caduti oltre duemila metri cubi di terra e rocce proprio mentre transitava l’Intercity che, per miracolo, era rimasto in bilico a picco sul mare: l’incidente provocò il ferimento di due macchinisti, del capotreno e di alcuni passeggeri, con i collegamenti ferroviari stoppati e il ponente savonese spezzato in due per alcuni mesi.
Il treno venne rimosso il 24 febbraio 2014 con un’operazione spettacolare impiegando una grossa chiatta che era arrivata da Genova. Successivamente il lungo e costoso intervento di messa in sicurezza e ripristino della linea ferroviaria, in una tratta a binario unico.
Con la sentenza della Corte di Appello si dovrebbe mettere fine alla vicenda giudiziaria, in quanto, come detto, lo stesso procuratore generale ha accolto le richieste di assoluzione. Dunque viene escluso un possibile ricorso alla Corte di Cassazione, terzo grado di giudizio.