Preoccupazione

Caro carburante, l’allarme dell’autotrasporto savonese: “Situazione tragica e insostenibile”

"Il camion fa 2 chilometri con un litro". Probabile fermo dal 4 aprile: "Per evitare di fallire dobbiamo bloccarci"

Savona. “Il caro gasolio e il problema ligure delle infrastrutture sono una tempesta perfetta che si abbatte sull’autotrasporto”. E’ l‘allarme lanciato dagli industriali savonesi in occasione di un incontro nella sede di Savona.

Presenti Angelo Berlangieri (presidente Uisv), Agnese Bellini (Tpl Linea – presidente sezione Autotrasporto Uisv), Massimo Arimondo (A.Z. Srl – vice presidente Ance Savona), Corrado Ivaldi (Fratelli Ivaldi – vice presidente sezione Ambiente Uisv), Elisa Vernazza (responsabile logistica Vernazza Autogru).

“I costi del carburante erodono la marginalità, a questo si aggiungono i tempi di percorrenza sulle strade liguri”, prosegue Angelo Berlangieri. “E’ inaccettabile che chi debba pagare le conseguenze del costo sianno solo le imprese e le famiglie”.

L’Unione Industriale di Savona ha presentato alcune richieste e non si accontenta delle soluzioni messe in campo finora: “E’ necessaria una riduzione drastica delle accise, non va bene un intervento tampone come quello che è stato messo in campo in questo momento che traguarda i 30 giorni – sottolinea Berlangieri -. Poi bisogna ristorare gli autotrasportatori degli extra costi e garantire l’esenzione del pedaggio autostradale, il cashback non è una misura rispettosa di chi lavora e di chi subisce i disagi”.

Insoddisfatto del decreto del governo Draghi anche il direttore di Unione Industriali Alessandro Berta: “L’intervento del governo è insufficiente. Non tiene conto che la logistica rischia di far andare in crisi il paese. Molti paesi europei hanno chiesto una deroga. Un intervento tampone non blocca l’inflazione e crea comunque problemi di costi di trasporto con ripercussioni sull’impresa e sul cittadino”.

Unione Industriali autotrasportatori
L'incontro a Unione Industriali

Sul trasporto pubblico locale il caro carburante va a sommarsi alla riduzione drastica dell’introito da bigliettazione in seguito alla pandemia: “Nel corso del 2021 la media dei costi del carburante era di 1,1 euro al litro, ad oggi ci troviamo con 1,62 euro al litro con un aumento di circa il 50% – spiega Agnese Bellini di Tpl Linea -. Per noi il costo del personale e il costo del carburante sono costi fissi. Il rischio andando avanti così è di fermare letteralmente il paese. L’unico modo per affrontare la situazione è fare ricorso alla nostra cassa e non ci sarà quindi nessun aumento della tariffa dei biglietti“.

“Noi portiamo la materia prima e riprendiamo i rifiuti prodotti dalle lavorazioni. La situazione è pesante e tutti i giorni verrebbe voglia di tenere l’azienda chiusa. Il camion con un litro fa 2 chilometri”, fa eco Corrado Ivaldi di Fratelli Ivaldi. Il problema infrastrutture impone agli operatori adattamenti per ridurre i tempi di percorrenza: “Non vado più a Genova a portare merci alle navi in porto. Per andare in Toscana passo da Alessandria”, la testimonianza di Ivaldi.

Dal 4 di aprile dovrebbe essere previsto un fermo, se non ci sarà una risposta dal governo sarà confermato. “Non bisogna andare sulle strade a bloccare la viabilità – dice Ivaldi -. Non dobbiamo partire, è l’unico segnale che possiamo dare al governo. Per evitare di fallire dobbiamo bloccarci. Il caro carburante si ripercuote sui costi”.

“Non riusciamo a fornirci delle materie prime perchè i tempi di percorrenza per le consegne sono impraticabili – dice Massimo Arimondo di A.Z. Srl che si occupa di asfalti e lavori portuali e marittimi -. Questo è il risultato della miopia politica da Roma a Genova”.

“Genova non può più ospitare deteriminate imbarcazioni e Marsigli è il porto più vicino per le manutenzioni navali, invece Ravenna, Marghera e Triesta per le turbine. La Liguria – aggiunge Elisa Vernazza di Vernazza – se continuiamo così e non si fa qualcosa è una regione che andrà a morire”.

Nel frattempo da domani scatterà la riduzione sul prezzo dei carburanti: sulla benzina l’accisa passa da 728,40 euro a 478,40 euro ogni mille litri, quindi 25 centesimi netti al litro. Sul diesel si passa da 617,40 a 367,40, anche in questo caso 25 centesimi al litro. Lo “sconto” poi dovrebbe essere ancora più sostanzioso visto che sulle accise si applica anche l’Iva e anche questo taglio influirà sul prezzo finale.

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