Decisi ma civili

Albenga pronta a far sentire la sua voce: “Grideremo alla Milano Sanremo per avere un pronto soccorso, ma non bloccheremo la corsa” fotogallery

Rapa: "Non cadremo nella provocazione di Toti, che soffia sul fuoco per far succedere un incidente e screditarci". Il sindaco: "Protesto per tornaconto? No, sono solo portavoce di un territorio"

Albenga. “Blocco della corsa? Assolutamente no”. Lo esclude in modo categorico Gino Rapa, portavoce dei Fieui di Caruggi: la protesta che andrà in scena oggi pomeriggio durante il passaggio della Milano-Sanremo, per chiedere la riapertura del pronto soccorso ad Albenga, avverrà senza i gesti eclatanti da qualcuno ventilati negli ultimi giorni tanto da allarmare pure la Questura.

L’intenzione è quella di essere sì visibili, ma senza eccessi: “Anzi invito tutti a comportarsi in maniera civile ed educata – è il monito di Rapa – e a non cedere alle provocazioni di Toti, che sembra voler soffiare sul fuoco della protesta perché succeda un incidente, così da poter screditare le giuste richieste degli albenganesi. La manifestazione sarà fatta di striscioni e cartelli, la gente cercherà di gridare con la voce più alta possibile questa esigenza: Albenga e il comprensorio hanno bisogno di avere un ospedale efficiente e un pronto soccorso aperto”.

Una richiesta che si alza ormai in maniera bipartisan da tutto il comprensorio: “E’ emersa una richiesta di aiuto da parte di un territorio che sta vivendo una situazione sanitaria estremamente critica – spiega il sindaco, Riccardo Tomatis – Già oggi siamo in grande difficoltà per quanto riguarda la gestione delle emergenze: tra tre mesi, quando arriverà l’estate, la situazione sarà insostenibile“.

Per questo è nato uno slogan, “Senza pronto soccorso si muore”, che nelle ultime ore è finito nel mirino della Regione Liguria: galeotto un post sulla pagina Facebook ufficiale del Comune. “Il messaggio rappresenta falsamente, in maniera artificiosamente costruita, una situazione di allarme inesistente o comunque non realmente pericolosa per la collettività – ha scritto l’ente in una sorta di ‘diffida’ indirizzata al Comune – Circostanza di particolare gravità che la diffusione di tale annuncio […] venga diffuso tramite un canale di comunicazione istituzionale dell’amministrazione comunale. Il messaggio veicolato e l’invito alla popolazione a manifestare […] è inoltre potenzialmente in grado di incidere sulla garanzia e tutela dell’ordine pubblico”.

Tomatis respinge al mittente le accuse: “Lo slogan oggetto di polemica, in quanto slogan, deve essere efficace ed andare a segno. Ma il punto non è questo: non si può ignorare una necessità che il territorio sta manifestando“. Toti nei giorni scorsi ha anche più volte suggerito che dietro la decisione di Tomatis di lanciare una “grande marcia” di protesta, lo scorso 11 marzo, si nasconda un calcolo politico alla ricerca di consenso: un’accusa condivisa con gli altri politici – di destra e sinistra – schierati a favore della riapertura del pronto soccorso. “Quale sarebbe il mio tornaconto sinceramente non lo so – ribatte Tomatis – vedo invece il tornaconto di un’intera comunità che, in questo momento, ha preso una posizione univoca e comune proprio per richiedere questo pronto soccorso. Non faccio altro che essere portavoce di una richiesta che arriva da una città e da un comprensorio intero“.

Anche Gino Rapa, figura molto nota in città, è da giorni sulle barricate, protagonista anche di un piccolo “giallo” con la Regione che lo avrebbe “bannato” dalla propria pagina Facebook. “Io sono ancora ‘bloccato’, non vedo e non posso scrivere sulla pagina della Regione – conferma Rapa – Questo come cittadino ligure mi lascia un po’ indignato… ma non troppo, conoscendo. Ora questa ‘diffida’, stiamo veramente rasentando le comiche: il governatore diffida il sindaco di un suo Comune. Forse non ha capito che ‘senza pronto soccorso si muore’ è uno slogan, e in quanto tale deve essere per forza di cose sintetico e comunicativo”.

Durissima anche la posizione di Angelo Pallaro, portavoce dei Cittadini Stanchi, che dopo la diffida di ieri replica senza mezzi termini: “Mi sento responsabile, come tutti i cittadini. A Toti dico chiaramente: se vuole denunciare, ci denunci tutti. Io sono il primo, mi denunci, non è un problema. Perché l’ospedale è quello che è. Noi siamo stati 7000, saremo a Cairo, saremo a Sarzana e a Genova: denuncerà tutti? Non credo. E oggi saremo tutti qui a vederci la Milano-Sanremo, sempre protestando ma in modo civile, senza commettere errori che ci esporrebbero a rischi penali personali”.

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