Albenga. “E non finirà qui“. Sono queste le parole pronunciate da Gino Rapa, leader dei Fieui di caruggi, trovatosi in prima fila in favore e a organizzare la marcia pro ospedale di Albenga che si è svolta venerdì scorso.
Le sue parole sottolineano come la manifestazione per il ripristino del pronto soccorso, che ha visto la partecipazione di oltre 5mila persone, non sia che il primo atto di una nuova e lunga “resistenza” e lotta atta a convincere Toti a ripensare la sua politica sanitaria.
Che non sia stata una marcia partitica lo dice la grande partecipazione della società civile. Oltre a decine di sindaci e amministratori: associazioni, privati cittadini e il vescovo. Sono le parole di monsignor Borghetti a chiarire il sentimento che ha mosso migliaia di persone in una serata di marzo a riunirsi in un unico cuore pulsante, a percorrere il tragitto che dalla piazza della Croce Bianca si è snodato fino al nosocomio ingauno.
“Io sono qui perché la Chiesa di Albenga-Imperia è dalla vostra parte, in quanto vive sul territorio e conosce tutto il popolo – aveva dichiarato durante la manifestazione -. I sindaci qui presenti sono tutti miei sindaci. Io sono quassù sul palco, ma è come se fossi in mezzo a voi. Io sono qui perché questo non è il momento di un partito, ma l’esigenza di tutto il popolo. Sento profondamente la necessità del pronto soccorso ad Albenga: la vostra presenza qui, tutti uniti e concentrati su un bisogno, non su un’idea strana, è davvero commovente!”.
Quel “e non finirà qui” intanto continua a riecheggiare. Ora vedremo le nuove mosse e cosa ha “in cantiere” il comitato organizzativo pro ospedale.