Sempre peggio

Val Bormida, senza un pronto soccorso maggiori disagi per gli anziani che necessitano di cure

Lo sfogo di una famiglia cengese dopo la notte in bianco per il nonno malato di Parkinson

pronto soccorso savona, 118

Cengio. Senza un pronto soccorso in Val Bormida e, ad oggi, nemmeno un punto di primo intervento attivo ventiquattro ore al giorno, a pagarne maggiormente le spese sono gli anziani, alle prese con notevoli disagi.

Per una famiglia di Cengio non è stato facile, alcune sere fa, far curare il nonno di 83 anni, affetto da Parkinson, a seguito di una caduta accidentale in casa. L’uomo, essendosi procurato un trauma alla spalla, è stato accompagnato all’ospedale San Paolo intorno alle ore 21.30, in stato confusionale e dolorante. Una volta appurata la frattura, al paziente è stata effettuata una fasciatura che, però, necessitava di un controllo da parte di un ortopedico, in servizio il mattino dopo.

Alla figlia, intorno alle 2 di notte, il personale di turno ha chiesto di riportarlo a casa e di farlo tornare dopo poche ore, cioè prima delle 8, per la visita richiesta. L’anziano è rientrato così in valle, visto che solo una barella di emergenza avrebbe potuto “ospitarlo” in quelle poche ore, per poi ripartire alla volta del nosocomio savonese, dove in una manciata di minuti è stato dimesso perché la fasciatura era a posto.

Dalla famiglia molto rammarico, “non si possono sballottare in questo modo persone anziane. E soprattutto, chi non ha parenti vicini come fa ad essere accudito e curato con dignità?”, commenta la figlia.

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