Liguria. Nel 2019 erano stati 87.341 i cittadini russi che avevano scelto di visitare la nostra regione, “solo” il 4% dell’intera quota di stranieri, ma in aumento del 17,3% rispetto al 2018. E se è vero che tradizionalmente è il Ponente ligure a vantare i rapporti più antichi, la crescita era stata significativa soprattutto per la provincia di Genova: 45.392 arrivi (il 5,6% degli stranieri), cioè il 30% in più nel giro di un anno, con un impatto notevole anche sulle presenze negli alberghi (+25,41%). Solo guardando questi dati si può comprendere il potenziale impatto del turismo russo sulla Liguria.
Una sfilza di numeri, attinti dall’osservatorio regionale, che fa capire perché nel caso di una guerra tra Russia e Ucraina l’economia ligure sarebbe tra le prime a patirne le conseguenze, visto che il turismo pesa circa il 5% sul Pil regionale. I russi nel 2019 si piazzavano all’ottavo posto tra le nazionalità più presenti: prima di loro in classifica si trovavano francesi, tedeschi, svizzeri, cinesi, americani, spagnoli e inglesi. Ma fino a tre anni fa erano in netta crescita, come del resto succedeva per molti Paesi dell’Est Europa. E soprattutto erano noti per avere grandi capacità di spesa e quindi un impatto ancora più forte sul territorio rispetto alla quantità di visitatori.
“Il russo è un turista ricco che predilige destinazioni esclusive come Portofino, Santa Margherita e Sanremo – spiega Aldo Werdin, presidente regionale di Federalberghi -. Sono una piccola fetta, ma sono ottimi clienti. Usano molto gli alberghi, sono abbastanza pigri, non hanno voglia di muoversi, noleggiano yacht, mangiano a tutte le ore e usano il bar, a differenza degli americani che preferiscono dormire nei bed and breakfast e fare passeggiate”.
Insomma, turisti facoltosi e con poca tendenza alla parsimonia. Ora, dopo due anni di Covid, i venti di guerra rischiano di spazzare via ogni speranza di rivedere questo tipo di clientela: “Già dopo il 2014 c’erano stati problemi – continua Werdin – perché l’input di Putin era che tutti i burocrati dovessero fare le ferie in Crimea e questo aveva penalizzato l’Italia. Fino a un mese fa pensavamo di non rivedere i russi perché l’Europa non riconosceva il vaccino Sputnik, ora sembra che lo riconosca ma c’è di nuovo la guerra di mezzo. Probabilmente ci dovremo accontentare di vederne pochi anche quest’anno. Stiamo al balcone a vedere cosa succede”.
Negli ultimi due anni gli arrivi dalla Federazione Russa in Liguria si sono letteralmente decimati, sia in assoluto sia rispetto al totale: nel 2021 rappresentavano appena lo 0,8% degli stranieri a livello regionale. L’assessore regionale al Turismo Gianni Berrino non nega le preoccupazioni per il settore: “Chi frequentava la Liguria arrivava soprattutto da Mosca e San Pietroburgo, ma in caso di guerra chiuderebbero i confini e quindi verrebbe di nuovo a mancare questo mercato importante per noi. A risentirne sarebbero soprattutto località come Sanremo, ma anche il Tigullio è piuttosto attrattivo”. Temi che sono stati ribaditi la settimana scorsa durante l’incontro in Regione tra il presidente Giovanni Toti e l’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov.
Per gli albergatori, tra l’altro, non si tratta dell’unico grattacapo, visto che a dominare lo scenario è ancora una volta l’incertezza che favorisce i concorrenti: “Stiamo perdendo molte prenotazioni dall’Europa – lamenta Werdin -. Finché non prenderemo decisioni su green pass, controlli e mascherine, i turisti si orienteranno su alternative come Grecia e Spagna che già da tempo hanno rimosso le restrizioni. Pensiamo soprattutto a svizzeri, inglesi, tedeschi e francesi che si muovono soprattutto a giugno e iniziano a programmare adesso le vacanze. L’anno scorso abbiamo sopperito alla mancanza degli stranieri con gli italiani, quest’anno probabilmente non sarà lo stesso”.
E oggi il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno, presentato da Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno) e sottoscritto da tutti i gruppi, che impegna la giunta a testimoniare presso il governo la necessità di una forte risposta coordinata dell’Unione Europea e degli organismi internazionali di cui l’talia fa parte affinché vengano intraprese tutte le azioni necessarie per garantire una de-escalation politico-militare della situazione e del rispetto del diritto internazionale e della sovranità e indipendenza dell’Ucraina.
“Con il riconoscimento dell’indipendenza dei due territori e l’invio di forze armate regolari – osserva il capogruppo del Partito Democratico Luca Garibaldi, proponente dell’Ordine del giorno – la Russia ha infranto il diritto internazionale e ha unilateralmente interrotto il percorso diplomatico e internazionalmente riconosciuto dagli ‘Accordi di Minsk’. Le azioni della Russia sono in aperta violazione del diritto internazionale e della sovranità dell’Ucraina. Per questo esprimiamo solidarietà al popolo ucraino e sostegno allo stato ucraino nella difesa della propria sovranità internazionalmente riconosciuta e chiediamo una risposta europea nel confronti della Russia”.