Situazione

Tensioni in Ucraina, Botta: “Porti liguri non coinvolti, ma per le merci il caro benzina è un problema”

Il direttore generale di Spediporto: "Costi di trasporto sono aumentati del 15-20%: l'inflazione galopperà alla grande"

Container generica

Liguria. La situazione in Ucraina causerà problemi nei porti liguri? A rispondere è Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto, che afferma: “La tensione investe i traffici mercantili del Nord-Est, che gestisce la maggior parte dell’import-export. I nostri porti verrebbero quindi toccati solo marginalmente. Certo che poi, se dovesse scoppiare un conflitto nel Mediterraneo, i problemi ci sarebbero per tutti”.

Per il momento quindi Botta non manifesta particolari preoccupazioni rispetto all’impatto che avrà la crisi nel Mar Nero sugli scali liguri. A generare allarme è però il forte aumento dei costi di trasporto causato soprattutto dai rincari sui carburanti: e questo aspetto sì, potrebbe aggravarsi ulteriormente nel caso di un conflitto con la Russia.

La bilancia commerciale con l’Ucraina e la Russia è molto importante – spiega Botta -. Noi esportiamo principalmente macchinari e farmaceutica e importiamo fertilizzanti e legname. Ma l’area con la maggiore percentuale di business è il Triveneto. Gli effetti di eventuali sanzioni della Nato o di un’eventuale entrata in guerra avrebbe riflessi prevalentemente sul sistema del Nord-Est”.

Come ormai abbiamo imparato, le conseguenze degli attriti tra Russia e Occidente si ripercuotono soprattutto sull’energia. Mosca ha già tagliato del 30-40% l’erogazione di gas naturale verso l’Unione Europea, e l’Italia importa dalla Russia il 46% del proprio fabbisogno (non solo per riscaldare le case, ma anche per produrre energia elettrica). Il rischio di finire con gli impianti a secco e le tensioni geopolitiche si ripercuotono anche sul prezzo degli altri carburanti – benzina e gasolio – che è schizzato su valori mai visti dal 2012 arrivando a superare ampiamente i 2 euro al litro nelle stazioni di rifornimento in autostrada.

A farne le spese saranno ancora una volta le merci e quindi, in ultima analisi, i consumatori. “L’aumento del costo del trasporto terrestre per gli effetti del caro benzina, l’aumento dei pedaggi autostradali e gli aggiornamenti dei contratti di lavoro con la maggiorazione dei salari stanno portando l’autotrasporto a subire un incremento dei costi che in alcuni casi supera anche il 15-20% – continua Botta -. Questo fenomeno, unito alla scarsità di autisti, porterà l’inflazione a galoppare alla grande, perché da qualche parte i costi si dovranno scaricare”.

“È una situazione molto complessa perché il carburante vale il 30% dei costi di impresa e di conseguenza i nostri corrispettivi dovrebbero variare in maniera proporzionale, altrimenti le aziende non incassano e vanno in perdita – spiega Giuseppe Tagnochetti, coordinatore ligure di Trasportounito -. L’impennata del costo del gasolio, così come del metano, sta rendendo molto più difficile fare attività. Giovedì chiederemo interventi alla viceministra Bellanova: serve l’applicazione di una norma nazionale che preveda un adeguamento dei prezzi al variare percentuale del costo del gasolio. Nel 2021 c’è stato un aumento del 21% che dovrebbe corrispondere a un aumento del 7% dei prezzi di trasporto per sterilizzare gli effetti negativi”.

In Liguria, poi, continua a pesare la situazione delle autostrade: “In questo momento assistiamo a una cantierizzazione massiccia su tutta la rete perché siamo lontani dalle festività – continua Botta -. Si registrano quotidianamente code in alcuni tratti ma del resto sappiamo che è un prezzo che dovremo pagare per i prossimi 5-6 anni se non vogliamo diventare un’isola infelice”.

E dire che il momento congiunturale per il settore sarebbe ottimo: “Stiamo assistendo a un aumento importante dell’occupazione. Le aziende cercano ragazzi da assumere, c’è un incremento della domanda del 15% in Liguria. Ma queste figure professionali si trovano con difficoltà. Anche il bacino universitario è insufficiente perché sempre più giovani vogliono andare all’estero”, conclude il direttore generale di Spediporto.

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