Liguria. Organici insufficienti nei servizi di prevenzione e protezione di ogni ospedale. A denunciarlo è l’Usb Liguria pubblico impiego – sanità: “Come è possibile che uffici composti da due/tre dipendenti riescano a occuparsi di una materia così complessa come la sicurezza sul lavoro in ospedale?”, si domandano.
L’unione sindacale di base evidenzia come “da anni i nostri rappresentanti della sicurezza sul lavoro lottano per migliorare le condizioni lavorative dei lavoratori sanitari. A oggi, senza alcun tipo di intervento da parte della politica, si ritrovano con le spalle al muro. Da documenti di valutazione dei rischi lacunosi a interventi non proprio risolutivi da parte delle Asl”.
Da qui la richiesta di conoscere l’esatto numero del personale adibito a questi uffici in ogni Asl e ospedale ligure con conseguente richiesta di investimento.
“Parliamo poi delle malattie professionali e le mille difficoltà nel farle riconoscere con conseguente miglioramento delle condizioni di lavoro. Abbiamo certezza che i medici delle medicine preventive inoltrino all’Inail le dovute denunce? Quando questo non accade, il lavoratore è costretto a rivolgersi ad un patronato, dopodiché solitamente l’Inail cerca riscontro sul documento di valutazione dei rischi, come abbiamo anticipato, lacunoso. E quindi l’eventuale danno dovuto a una probabile cattiva organizzazione del lavoro, ricade sul dipendente”.
Secondo l’Usb, le continue tragedie che vedono protagonisti lavoratori a causa della mancanza di sicurezza sono una punta dell’iceberg che contraddistinguono questo mondo.
Ecco dunque tre domande: “Di quanto personale sono composti i servizi di prevenzione e protezione? Perché i dvr degli ospedali non vengono resi pubblici? Di quanto personale sono composti gli Psal (addetti al controllo delle norme)?”