Savona. “Io sono allibito. O ci prendere per degli sciocchi o avete una rimozione delle memoria breve, noi abbiamo passato una settimana in cui abbiamo ricevuto fango. Siamo stati messi sul banco degli imputati. Settimana vergognosa non solo nei nostri confronti ma anche verso l’istituzione che rappresentiamo”. Con queste parole il sindaco di Savona Marco Russo sbotta in consiglio comunale durante la discussione della mozione (poi bocciata) presentata all’unanimità dalla minoranza in merito all’aumento delle indennità per il sindaco, gli assessori e il presidente del consiglio comunale.
I consiglieri di minoranza, dopo la polemica sollevata nei giorni scorsi, hanno portato la questione in consiglio e hanno chiesto di dare mandato agli uffici affinché sia revocata la determinazione dirigenziale con cui il Comune di Savona recepisce il decreto governativo che prevede l’aumento delle indennità e interpellare la Corte dei Conti per chiedere un parere.
“A decorrere dall’anno 2024 – è spiegato nel testo della determinazione -, l’indennità di funzione dei sindaci metropolitani e dei sindaci dei comuni ubicati nelle regioni a statuto ordinario è parametrata al trattamento economico complessivo dei presidenti delle regioni, come individuato dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano in relazione alla popolazione risultante dall’ultimo censimento ufficiale”.
“Bisogna capire se è coperto il trasferimento integrale della somma, non sappiamo a quanto ammontano le risorse dello Stato in assenza del decreto. Questo è un Comune ancora in predissesto“, ha spiegato il consigliere comunale Manuel Meles.
“Non aumentare le indennità sarebbe stato un segnale ai cittadini“, ha fatto eco a Meles il consigliere di Fratelli d’Italia Massimo Arecco. “La mozione di oggi non entra nel merito della normativa nazionale, ma introduciamo argomenti di opportunità tecnici oggettivi – aggiunge Daniela Giaccardi (Lista Toti per Savona) -. Al di là delle diverse sensibilità rimando al mittente l’accusa che non siamo collaborativi“.
“Sono d’accordissimo sull’aumento delle indennità al sindaco. Ma mi chiedo cosa avrebbero detto i consiglieri Ravera, l’assessore Pasquali e il vice sindaco Di Padova – ha detto Maurizio Scaramuzza – se la giunta fosse stata di centro destra”.
Tutto è iniziato da un post pubblicato sui social: “E’ stato affermato qualcosa di non vero. Si è detto che ci siamo aumentate noi le indennità. Ma non è stata una nostra decisione e la copertura della spesa è integrale. Si chiede al dirigente di revocare l’atto ma io non posso chiedere a un dirigente di violare la legge producendo un effetto nullo”.
“Noi dobbiamo liberare Savona e dare dignità alla politica – conclude Russo -. Io su questo combatterò una battaglia. La rinascita di Savona passa solo da un nuovo modo di gestire la politica e liberarsi da queste politiche sterili”.
Il consigliere Marco Ravera interviene difendendo la decisione della giunta: “Il provvedimento è fortemente voluto dai Comuni italiani. Invece a Savona è passato il messagio che la giunta si fosse aumentata lo stipendio”. “Il diritto che non può essere sospeso né ridotto. E’ un modo disgustoso di fare politica e becero populismo“, ha commentato Alessandra Gemelli riferendosi alle polemiche scatenate sui social da alcuni consiglieri comunali.